Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, appuntamenti a partire da giovedì prossimo, 18 gennaio
«Potente è la tua mano, Signore»: questo versetto, tratto dal libro dell’Esodo, è stato scelto come titolo della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si svolgerà in numerosi paesi del mondo da giovedì 18 a giovedì 25 gennaio prossimi.
L’idea di dedicare una settimana dell’anno a pregare per l’unità dei cristiani che appartengono a confessioni diverse venne nel 1908 a Padre Paul Watson e a Suor Lurana White, entrambi appartenenti alla Chiesa Episcopale. La scelta di concludere l’iniziativa nel giorno in cui si ricorda la Conversione di San Paolo (il 25 gennaio) fece sì che la Settimana assumesse fin dall’inizio un forte significato simbolico.
«Si tratta di un appuntamento ecumenico internazionale - spiega Marisa Callà, responsabile dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso - che viene organizzato congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani (Pcpuc). Il titolo scelto per il 2018 riprende il grido di gioia che Mosè e gli Israeliti innalzarono a Dio come ringraziamento per la fine della deportazione in Egitto. Il riferimento è sempre attuale, perché il Signore interviene ogni giorno nella vita dei popoli e delle persone. Purtroppo ancor oggi, in molti paesi del mondo, cristiani di tutte le confessioni sono perseguitati: la nostra preghiera di questa settimana vuole anche essere un accorato appello affinché essi possano trovare salvezza e libertà».
Il sussidio che verrà utilizzato negli incontri della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stato preparato dalle chiese de Caraibi: un gruppo ecumenico locale, composto da uomini e donne, ha elaborato il materiale, sotto la guida di Sua Eminenza Kenneth Richards, arcivescovo cattolico di Kingston e responsabile per l’ecumenismo della Conferenza episcopale delle Antille, e di Gerard Granado, segretario generale della Conferenza delle chiese dei Caraibi.
«Gli abitanti della regione caraibica - prosegue Marisa Callà - portano ancora le ferite del progetto di sfruttamento al quale per secoli sono state assoggettati. Molti dei problemi che attualmente affliggono queste popolazioni sono eredità del passato coloniale e della tratta degli schiavi. Ciononostante i cristiani dei Caraibi, appartenenti a diverse tradizioni, vedono la mano di Dio nella fine della schiavitù. Rispecchiandosi nel grido di gioia pronunciato dagli Israeliti, testimoniano la loro comune speranza nel Signore, capace di far germogliare semi di libertà e di amore anche nelle situazioni più difficili».
In Valle d’Aosta, durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sono previsti due appuntamenti: «Il primo sarà un incontro ecumenico di preghiera - precisa Marisa Callà - che avrà luogo giovedì 18 gennaio alle 20.30, nella chiesa antica della parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta. Guideranno la serata il pastore avventista Robert Caciula Negrea e don Nicola Corigliano. Il secondo appuntamento sarà la consueta celebrazione eucaristica per l’unità dei cristiani presieduta dal vescovo, monsignor Franco Lovignana, che avrà luogo in Cattedrale mercoledì 24 gennaio alle 18.30. Entrambe le iniziative sono organizzate da un gruppo di lavoro ecumenico - formato da rappresentanti dei cattolici, degli avventisti, degli ortodossi e dei valdesi - che è attivo in Valle d’Aosta da alcuni anni. Ci ritroviamo di tanto in tanto per pregare insieme, non solo in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: per esempio possiamo già anticipare che martedì 15 maggio alle 20.30, nella chiesa del convento dei padri cappuccini di Châtillon, - conclude Marisa Callà - avrà luogo un altro incontro ecumenico di preghiera».