Sergio Musumeci, il ragazzo che diventò editore Una vita di passione e di iniziative lungimiranti

Sergio Musumeci, il ragazzo che diventò editore Una vita di passione e di iniziative lungimiranti
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Alto e naturalmente elegante, Sergio Musumeci non ricordava nulla del padre, morto quando lui aveva solamente cinque anni, ed era cresciuto nella famiglia della mamma Maria Tisseur, originaria di Arpuilles e trasferita a La Salle, infermiera professionale all’Ospedale Mauriziano.

Nato il 20 settembre del 1932, dopo le scuole ad Aosta e parecchie estati come pastorello in alpeggio, il destino di una scelta lo portò all’Istituto Argianelli di Ivrea per apprendere le tecniche tipografiche. E fu così, con questa specializzazione, che si presentò alla Tipografia Marguerettaz, nel cortile di via De Tillier dove un tempo erano gli uffici dell’Ospedale Mauriziano, già antica Imprimerie Lyboz fondata nel 1837. Iniziò con il carrello delle consegne, fino ad arrivare ad essere linotipista, cioè l’addetto alla macchina che compone le linee dei caratteri di testo, all’epoca in piombo. Fu la sua fortuna, perché curioso com’era leggeva tutto prima che i fogli andassero in stampa, correggendo ed assimilando, assorbendo una vasta cultura, che avrebbe costantemente incrementato negli anni a seguire.

Attento ai cambiamenti, pur molto legato al passato, Sergio Musumeci visse il boom economico e lo sviluppo di Aosta come un’opportunità, tanto che affittò da Albert Diemoz, il titolare della Tipografia Marguettaz, un cassetto - si proprio un cassetto - per creare la sua attività di raccolta pubblicitaria, Nel 1962, a soli trent’anni, propose l’acquisto dell’azienda ed iniziò un nuovo percorso da editore e tipografo, mantenendone il nome, spostando l’attività nel 1974 di fronte al Teatro Giacosa in via Xavier De Maistre. Con gli amici Sergio Canavese e Franco Balan le iniziative si moltiplicarono, mentre l’apertura dei trafori del Gran San Bernardo e del Monte Bianco portò nuovi clienti a chi - come lui - dimostrava una grande professionalità. Anche la Croix Rouge Internationale da Ginevra stampava ad Aosta e così è, grazie a Sergio Musumeci, ancora oggi visto che l’azienda che porta il suo cognome all’Amérique di Quart lavora molto con i clienti esteri.

La Tipografia Marguerettaz diventata Marguerettaz-Musumeci e poi dal 1966 solamente Musumeci stampava e editava di tutto. Sergio ha sempre avuto una grande passione per la tecnica, sceglieva quindi macchine all’avanguardia e tecnici preparati, lui stesso sperimentava, come quando con Franco Balan inventarono una tecnica di stampa su linoleum che consentì loro di stampare a colori manifesti straordinari, come quelli della Feta di Salasses. Con Angelo Vicari dal 1964 realizzò l’annuario della Valle d’Aosta dedicato alle attività commerciali interamente finanziato dalla pubblicità, con Sergio Canavese editò la prima guida gastronomica della cucina valdostana, con Renato Barbagallo (sono nati esattamente lo stesso giorno, mese e anno) realizzò i libri sull’ordinamento regionale, con Aldo Poletti propose la guida sui fiori e funghi della Valle d’Aosta, prologo del fortunatissimo “Fiori e piante medicinali” con 50mila copie vendute e in 8 lingue diverse, con Luciano Proverbio rilanciò il pittore Italo Mus.

L’elenco di realizzazioni per una personalità come quella di Sergio Musumeci è lunghissimo. Quando con Fulco Pratesi editarono il primo libro sui parchi nazionali, dando vita ad una collana, si appassionò alle tematiche ambientali in anticipo sui tempi e si lanciò nell’idea di una rivista in grado di rivaleggiare con Airone della Mondadori: nacque così nel 1984 il mensile Oasis che raggiunse le 60mila copie di vendite in Italia e che esiste ancora oggi, mentre Airone ha chiuso da pochi mesi.

Con Oasis e le sue bellissime fotografie, Sergio Musumeci vide oltre ed inaugurò pure la fortunata serie delle videocassette televisive in accordo con la Rai.

Nel frattempo in piazza Chanoux, sopra la Farmacia Detragiache, nasceva l’agenzia di pubblicità Studio Pubblicità Musumeci che assunse l’esclusiva per La Stampa oltre a gestire la raccolta per Le Messager Valdôtain, Il Corriere della Valle, La Région, Le Peuple Valdôtain e altri ancora, nel 1977 inserì in azienda come magazziniere il figlio Paolo, nel 1981 scommise sull’Amérique e lo sviluppo di una zona industriale realizzando un capannone al cui interno trovarono posto le nuove tecnologie, con un notevole investimento in tecnici - molti provenienti dalla Lombardia - e in macchinari all’avanguardia, mentre la tipografia tradizionale rimase in via De Maistre fino al 1985, quando tutto venne unificato a Quart dove alla fine degli anni Novanta erano quasi cento i dipendenti e dove il figlio Paolo si occupava delle attività dello stabillimento e della casa editrice.

Sergio Musumeci negli anni aveva affinato sempre più le sue doti di uomo di comunicazione, gestendo relazioni importanti e creando amicizie durature come con Nino Manfredi, Piero Angela, Fulco Pratesi, Licia Colò, avendo rapporti con centinaia di autori e, unico valdostano, diventando vice presidente nazionale della Piccola industria di Confindustria con Giorgio Fossa presidente, oltre che responsabile per anni del settore in Valle d’Aosta.

Fisico atletico fino all’ultimo, dopo avere a lungo abitato in via Challant ad Aosta si era trasferito a Saint-Vincent dove faceva parte della locale cantoria parrocchiale. Ricoverato in Ospedale lunedì 22 luglio si è poi spento lunedì 9 settembre e mercoledì scorso i funerali - in forma privata come da lui espressamente richiesto ai figli Paolo, Jean-Claude, Maurizio, Alessandra e Gabriel - sono stati accompagnati nella chiesa di Saint-Vincent dai canti degli amici del paese che lo hanno aiutato per anni, accompagnandolo con affetto nell’ultima parte della sua vita.

Per un Editore con la E maiuscola come Sergio Musumeci parleranno per sempre le realizzazioni di un lungo percorso, che dagli scaffali delle nostre librerie e nelle biblioteche pubbliche, racconteranno di un uomo colto e delle sue imprese, di come abbia influito su di un contesto culturale e di quanto abbia aiutato a mantenere e salvaguardare storie e ricordi. Pensiamo ad esempio alle avventure con Aimé Chenal e Raymond Vautherin per i tanti volumi del “Nouveau dictionnaire de patois valdôtain” e con Edoardo Brunod e Luigi Garino per la monumentale ricerca “Arte sacra in Valle d’Aosta”, due esempi di un lavoro durato oltre sessant’anni, portato avanti sempre con una passione senza tempo e senza esitazioni.

L’imprenditore Sergio

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