Seracco Whymper sulle Grandes Jorasses, tecnici in quota per nuove misurazioni
Lo scarso innevamento e le alte temperature di questo mese hanno reso possibile - giovedì scorso, 27 gennaio - l'esecuzione di un intervento finora mai realizzato durante la stagione invernale. I tecnici dell'Area Ghiacciai di Fondazione Montagna sicura, accompagnati dalle guide alpine della Società Guide Alpine di Courmayeur, sono stati impegnati, a 4.100 metri di quota, in una nuova rilevazione delle temperature interne del seracco Whymper sul massiccio delle Grandes Jorasses, nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco. I dati aggiornati serviranno a validare le misure rilevate durante la campagna di settembre 2021. I risultati ottenuti da questo studio verranno confrontati con quelli delle precedenti misurazioni, effettuate nel 1997 dall’ETH di Zurigo, e forniranno indizi fondamentali sull’evoluzione del Ghiacciaio Whymper, con indicazioni di valenza strategica sulle modificazioni subite e sugli scenari attesi nell’attuale contesto di cambiamento climatico.
Sul Ghiacciaio Whymper delle Grandes Jorasses è stata attuata - nel periodo compreso tra il 15 ed il 18 settembre 2020 - la prima fase del Progetto pilota di studio del regime termico del Ghiacciaio - in collaborazione con l'IGE di Grenoble (Institut des Géosciences de l'Environnement - del Centre National de la Recherche Scientifique - CNRS) - finanziata dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta - consistente nella posa di 3 catene termometriche sul corpo del Seracco per lo studio appunto del regime termico. Le attività di terreno sono state svolte grazie al supporto dei tecnici specializzati - Guide alpine del Soccorso Alpino Valdostano, che hanno assistito a tutte le attività in quota, comprensive dell'allestimento di una base e del supporto alle attività dei tecnici dell'IGE e della Fondazione Montagna sicura.
Il ghiacciaio sud delle Grandes Jorasses (lato valdostano) è su una parete molto ripida, tra i 4000 e i 4100 metri di quota. Dal punto di vista scientifico viene considerato come un ghiacciaio cosiddetto «freddo»: ciclicamente cresce ed aumenta di volume fino a quando si arriva ad un punto di non equilibrio, che si manifesta con un aumento della velocità di spostamento, cioè un'accelerazione, che conduce al crollo. Questo comportamento è tipico dei ghiacciai freddi ed è stato verificato in altri casi simili in Svizzera, oltre che per il Whymper nei crolli del 1998 e del 2014.
Per la sua dinamica è da oltre vent'anni un ghiacciaio sorvegliato speciale, ossia sotto monitoraggio della Regione, della Fondazione Montagna sicura e dell'Equipe dell'ETH del Politecnico di Zurigo coordinata dal professore Martin Funk.
Ricerche sulle temperature interne del ghiacciaio furono già realizzate nel 1997 a partire da catene termometriche installate con appositi foraggi da parte dell'ETH di Zurigo.
L'IGE (Institut des Géosciences de l'Environnement), centro di eccellenza mondiale in materia di glaciologia, ha condotto molteplici studi analoghi in territorio francese: tra questi i recenti studi sul famoso Glacier de Taconnaz, lato francese del Monte Bianco. Questi studi hanno dimostrato che i ghiacciai freddi, anche quelli di alta quota, tendono a riscaldarsi. Se la base dei ghiacciai sospesi raggiunge il punto di fusione, questi ghiacciai potrebbero scivolare sulla loro base e destabilizzarsi maggiormente. Conoscerne l'evoluzione, soprattutto a 22 anni dalle misurazioni precedenti e nell'attuale contesto di global warming, diventa un fattore fondamentale per un ghiacciaio sorvegliato speciale appunto come le Grandes Jorasses.
Dopo il recupero dei dati delle 3 catene termometriche installate a 50 metri di profondità, previsto a ottobre, decorsi 40 giorni dalla loro posa, lo studio scientifico - operativo darà indicazioni fondamentali sull'evoluzione del ghiacciaio freddo Whymper dalle precedenti misurazioni del 1997, con indicazioni di valenza strategica sulle modificazioni subite e sugli scenari attesi nell'attuale contesto di riscaldamento globale.
Gli interventi sul Seracco, molto complessi dal punto di vista logistico, sono stati svolti in collaborazione con le Guide alpine - Operatori del Soccorso Alpino Valdostano.