Senato: gli autonomisti hanno scelto Patrik Vesan Union spaccata, disappunto di Luciano Caveri
Gli autonomisti progressisti hanno scelto Patrik Vesan per la candidatura al Senato. La proposta è arrivata dal Partito Democratico con il sostegno della Stella Alpina. Patrik Vesan, professore di Scienze politiche all'Università della Valle d'Aosta, affiancherebbe Franco Manes, presidente del Consiglio degli enti locali, sindaco di Doues ed esponente unionista in lizza alla Camera.
Il Comité Fédéral, l’esecutivo dell'Union Valdôtaine, ha approvato la candidatura di Vesan nella mattinata di ieri, venerdì 19 agosto, senza il voto del rappresentante del gruppo in Consiglio Valle (Roberto Rosaire), gruppo che minaccia di non sostenere il candidato in campagna elettorale.
Il presidente della Regione Erik Lavevaz (di Verrayes come Vesan) nel Comité Fédéral ha tenuto una linea diversa dal vice capogruppo Rosaire (che ha sintetizzato la posizione dei 3 consiglieri presenti): «Non ho assolutamente posto una posizione contraria alla proposta di candidatura di Patrik Vesan, che io stesso, insieme alla presidente Cristina Machet, ho portato all’attenzione del Comité in quanto membro della commissione politica» riferisce Erik Lavevaz. Al Comité hanno diritto di voto il capogruppo (o vice in sua assenza) ed il Presidente della Regione.
Mal di pancia a parte, «casting» finito quindi? Prudenza: «Vesan scioglierà la sua riserva nelle prossime ore» si legge nel comunicato diffuso dall’Union Valdôtaine in serata, nel quale non a caso si segnalano tutti i partecipanti alla riunione: «Le commissioni politiche di Uv, Alliance-VdA Unie, Stella Alpina, PD e Azione».
L'assessore all'Istruzione della Regione, Luciano Caveri, esponente del Mouv' nel gruppo VdA Unie, aveva avanzato la sua candidatura e non nasconde il suo disappunto: «Pensavo di avere le carte in regola per essere candidato alle elezioni Politiche, ma si è preferita una strada diversa, quella che - per il Senato - è stata indicata dal Pd. Scelta non condivisa dal gruppo unionista in Consiglio Valle, perché non come deciso in area autonomista. Ringrazio chi in questi giorni mi ha espresso apprezzamento e simpatia».
Nello scorso fine settimana era tramontata la candidatura di un altro big, Roberto Louvin. Nei giorni successivi tra i papabili in lizza avevano preso quota Fulvio Centoz, ex sindaco di Aosta ed ex segretario regionale del Pd. Sul tavolo era finito anche il nome dell'ex presidente della Regione Dino Viérin.
Lo strappo di Milanesio
La coalizione composta da autonomisti (Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine, VdaUnie) e progressisti (Partito Democratico in primis) aveva già perso i pezzi in settimana: giovedì si era sfilata dall'accordo l'associazione Evolvendo, guidata da Bruno Milanesio e Leonardo La Torre, che esprime un consigliere regionale (Claudio Restano del gruppo Misto).
«Ancora una volta, purtroppo, abbiamo dovuto constatare come la famiglia politica autonomista sia profondamente divisa - spiega Milanesio - da insanabili contrasti personali e politici. Abbiamo deciso di abbandonare il tavolo di Avenue des Maquisards - conclude - senza alcuna istanza e piuttosto rammaricati di non aver saputo produrre un risultato condiviso».
Tuttavia, ora che sul tavolo è arrivata la candidatura di Patrik Vesan, non sono esclusi ripensamenti da parte di Evolvendo sullo «strappo» di giovedì scorso.
Emily Rini in pistaÈ la coordinatrice regionale di Forza Italia, Emily Rini, la candidata alla Camera dei deputati per il centrodestra unito in Valle d'Aosta. Affiancherà Nicoletta Spelgatti, candidata al Senato, esponente della Lega e già presidente della Regione.
La Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Italia al Centro e Udc hanno ufficializzato le candidature nella serata di mercoledì scorso, 17 agosto, al termine di una riunione in cui «hanno definito i diversi punti programmatici in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre».
Emily Rini, 40 anni, è stata assessora regionale all'Istruzione e presidente del Consiglio regionale per l'Union Valdôtaine, per poi dare vita al Front Valdôtain e ridare slancio a Forza Italia in Valle. La candidatura, che inizialmente sembrava destinata a un esponente di Fratelli d’Italia, è stata indicata a livello romano verso un esponente di Forza Italia.
Valle d’Aosta apertaSi chiama «Valle d'Aosta aperta-Écologie et progrès» la lista che si presenterà nel collegio uninominale della Valle d'Aosta, sostenuta da Area Democratica-Gauche Autonomiste, Adu, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle. Candida alla Camera dei deputati la consigliera regionale Erika Guichardaz (Progetto Civico Progressista) e al Senato della Repubblica Daria Pulz, ex consigliera regionale di Adu. «Erika e Daria rappresentano una garanzia di una rappresentanza collettiva. Si batteranno per la tutela dei beni comuni, per il rafforzamento dei servizi essenziali» dice Elisa Tripodi, deputata uscente del Movimento 5 stelle. Elisa Tripodi parla di «un lavoro iniziato due anni fa, portato avanti partendo da temi condivisi, con una maturazione e un consolidamento di questo lavoro. Tutte queste forze politiche hanno portato avanti in tutti questi anni, uniti su valori che condividiamo tra forze politiche».
La lista unitaria delle forze di sinistra con il Movimento 5 Stelle «è un unicum in Italia, la Valle d'Aosta fa da apripista. Hanno vinto i programmi, hanno vinto i temi, hanno vinto questi gruppi politici che hanno fatto squadra. Questo è l'unico vero progetto progressista, siamo fieri che questo percorso inizi dalla nostra regione». Erika Guichardaz spiega: «Per essere dei progressisti bisogna abbandonare quel concetto del “ni droite ni gauche'” che tanto appassiona alcuni in Valle. Noi siamo “ni droite, sì gauche”. Bisogna portare avanti dei progetti di tipo progressista».
La scelta è di campo. Daria Pulz spiega: «Non ci interessa partecipare a queste lotte tra “titani valdôtains”, sembra ci sia questa rincorsa all'elisir di giovinezza, questa lotta per capire quale clan ha in mano il governo della Petite Patrie. Noi non crediamo al leader carismatico, la politica si fa dal basso». VdA Aperta propone una legge sull'eutanasia e il fine vita; la legalizzazione della cannabis «per sottrarla alle mafie»; propone l'introduzione del reddito minimo. «Le destre promettono soldi a tutti, ipotecando il futuro dei nostri giovani e con il rischio che il Paese torni sull'orlo della bancarotta» conclude Daria Pulz.
Girardini da soloUna candidatura solitaria. Due forze politiche, una giovane e una neonata, sostengono in Valle d'Aosta la candidatura di Giovanni Girardini alla Camera dei deputati. Imprenditore e commerciante, capogruppo della Renaissance Valdôtaine nel Consiglio comunale di Aosta, Girardini ha presentato la sua candidatura martedì mattina all'Hb Hotel di Aosta. «Non c'è alcun accordo con Pour l'Autonomie», dice Girardini dell'ipotesi che la Renaissance sostenga la candidatura al Senato di Augusto Rollandin. Per un'indicazione di voto per Palazzo Madama, «aspettiamo di vedere i programmi e le persone». Il programma è molto articolato, al primo punto vi è la zona franca. «Sta nello statuto, - spiega Giovanni Girardini - diventa sempre più utopistico poter pensare di realizzarla, ma si possono creare situazioni attraverso lobbying istituzionale per ottenere sgravi fiscali e doganali».
Perché correre soli? «Fatta eccezione per una forza politica, con le altre non si è mai parlato di programmi. Questa è la cosa che ci ha stupito di più».
L'unico accordo è con l'associazione Esprì, presieduta da Mauro Caniggia Nicolotti. Una nuova forza politica, un «gruppo autonomista di ispirazione identitaria e autonomista» spiega Emile Gorret, consigliere comunale di Châtillon. Esprì coagula un gruppo che ha lavorato nel Mouv', nell'Uvp, nella Lega. Il presidente è Mauro Caniggia Nicolotti, già presidente del Mouv' e di VdA Libra. Oltre a Gorret, ne fanno parte l'ex consigliere regionale dell'Union Valdôtaine Progressiste Jean-Claude Daudry, l'ex vicepresidente della Regione Elso Gerandin, l'ex consigliere regionale della Lega Roberto Luboz, la consigliera comunale di Gignod Jenny Cagniney e Rosanna Scapoli.
L'accordo con Renaissance Valdôtaine è «strutturale. Con la Renaissance dialoghiamo da oltre un anno», dice Jean-Claude Daudry. «Siamo anche noi moderati. Abbiamo un approccio moderato, che è sinonimo di forza».