Semplice, non impossibile

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Grande successo di presenze in Valle d’Aosta, per la pubblica amministrazione che ascolta.

Platea gremita di sindaci, amministratori, rappresentanti di associazioni di categoria e imprese: questa la dodicesima tappa di “Facciamo semplice l’Italia”, il viaggio all’insegna dell’ascolto e del confronto con il territorio che il ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha iniziato nel 2023 segnando un nuovo approccio per il Dipartimento della funzione pubblica.

Lo scopo è quello di accomunare le diverse sinergie locali, raccogliere indicazioni e proposte di istituzioni e dei soggetti attivi nei luoghi visitati, e “focalizzare” quanto deve essere fatto, il tutto attuato con l’incontro dal vivo dei destinatari di decisioni e interventi, che troppo spesso arrivano a senso unico dall’alto.

L’evento, che si è svolto venerdì 16 febbraio nel salone del Palazzo regionale di Aosta, proponeva temi come semplificazione e attrattività.

Presenti, oltre al ministro Zangrillo, il capo dipartimento della Funzione Pubblica, Marcello Fiori e tutti i dirigenti dei maggiori servizi dell’amministrazione centrale.

Un’opportunità interessante, rara, di incontro non virtuale e sul proprio territorio, come ne capitano poche nella piccola Valle, che avrebbe richiesto un grande sforzo di sintesi da parte degli amministratori locali chiamati a raccontare la realtà dove operano.

La presenza non è mancata, il coraggio forse sì.

A parte qualche voce critica sui tempi di risposta dei quesiti posti alla pubblica amministrazione, poco si è detto di ciò che manca, non arriva efficacemente o servirebbe maggiormente, a chi da Roma è venuto in ascolto.

Non bastano le idee o le nuove, entusiastiche, intenzioni progettuali, per far fronte al governo di un comune o di una regione, servono soluzioni ad hoc per chi vive un’area di confine, in spopolamento, che vuol restare attrattiva.

Perché sembra sempre necessario esprimere ottimismo quando qualcuno ci da l’opportunità di aprire un dialogo?

Gli scambi, quando sono costruttivi, partono spesso da situazioni di disagio, di mancanza, di necessità, specie se cominciano dal generale per arrivare al particolare.

Avrei voluto perciò ascoltare meno cordialità e più necessità, da parte degli esperti valdostani, anche se queste avessero dovuto assumere il sapore della critica o della lagnanza, in fondo il compito del buon amministratore è quello di costruire ciò che manca, non pregiarsi di ciò che c’è.

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