Sciacallo dorato e lince, nuovi avvistamenti. inseriti nell’elenco dei predatori

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E dopo il lupo, ecco che in Valle d’Aosta, avvistato di recente da agenti del Corpo forestale della Valle d’Aosta nella zona di Châtillon, è arrivato anche lo sciacallo dorato il cui nome scientifico è Canis aureus Linnaeus. Il primo è un predatore totale. Il secondo, di taglia inferiore rispetto il lupo, è snello, ha la coda più corta e il muso stretto, pesa tra i 12 e 13 chilogrammi ed è simile alla volpe. È un «predatore opportunista» che si nutre si di piccoli animali, ma anche di carcasse, frutta e rifiuti agricoli.

La segnalazione della presenza dello sciacallo dorato (foto) nel nostro territorio (non vi sono ancora segnalazioni documentate con foto o video) ha indotto la Regione a inserire nell’ultima finanziaria l’animale nell’elenco dei predatori pericolosi per il patrimonio zootecnico valdostano. L’Amministrazione quindi mette le mani avanti in tema di indennizzi per eventuali danni provocati da questa specie selvatica.

«Lo sciacallo dorato è già stato avvistato un po’ dappertutto, anche in Italia. Potrebbe essere arrivato in Valle d’Aosta da qualche anno - dice Paolo Oreiller, direttore della Struttura regionale Flora, fauna, caccia e pesca - ma che nessuno l’avesse mai notato prima. La sua presenza nel nostro territorio l’ha portato agli albori della cronaca, perché lo abbiamo inserito nell’elenco dei predatori, sapendo che era già stato notato in Piemonte. Può essere che, per dimensioni e colori, qualcuno scambi lo sciacallo dorato per un cane o una volpe, anche se della volpe non ha la coda lunga. Non ci ha stupito il suo arrivo nella nostra regione, perché ormai sono anni che dall’Est si sta spostando verso l’ovest europeo. Ma la nostra preoccupazione potrebbe essere quella che arrivando dall’Est si porti dietro delle patologie. Al momento, però, non abbiamo riscontri».

Una decina di giorni fa si sono verificati anche degli avvistamenti di esemplari di lince, in particolare da parte di alcuni cacciatori nella parte alta di Saint-Christophe e nei pressi di Perloz. Le segnalazioni degli anni passati la indicavano nell’area del Gran San Bernardo. Evidentemente questa specie selvatica, anch’essa già inserita nell’elenco regionale dei predatori pericolosi per il patrimonio zootecnico valdostano, ha allargato il suo areale ad altre località della Valle d’Aosta.

«È difficilissimo vedere la lince, perché è un animale che vive sempre nel bosco. È come un fantasma: può capitare di vederla per qualche istante e poi non vederla più com’è capito ai cacciatori di Perloz e di Saint-Christophe. Può capitare di arrivarle a pochi metri di distanza e neppure rendersi conto della sua presenza. Tempo fa, era stata segnalata la sua presenza nella zona di Planet nella valle del Gran San Bernardo, dove era stata riscontrata la predazione di un capriolo. Ma ciò che mi stupisce è non aver ricevuto più segnalazioni».

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