Sci, superati i 104 milioni di fatturato in Valle d’Aosta Stagione record: oltre 3 milioni i primi ingressi registrati
I numeri confermano la stagione record per le stazioni sciistiche. Stagione che si è chiusa - nella maggior parte dei casi - domenica scorsa, 16 aprile (Courmayeur aveva già terminato venerdì 7 aprile mentre Breuil-Cervinia proseguirà fino a domenica 7 maggio).
Secondo i dati che riguardano il periodo compreso tra sabato 1° ottobre e domenica 16 aprile, il fatturato totale è a 104.308.298 euro, il 22 per cento in più rispetto agli 85,3 milioni della stagione 2021/2022. Nei 104 milioni - che possono ancora crescere considerando che Breuil Cervinia ha ancora diverse settimane di apertura - sono compresi i 4.828.466 fatturati dalla Skyway Monte Bianco sempre tra il 1° ottobre e il 16 aprile.
Le stazioni valdostane hanno inoltre registrato più di 3 milioni di primi ingressi (il 17 per cento in più rispetto alla stagione precedente) e oltre 30 milioni di passaggi sugli impianti (26 milioni e 677 mila nel 2021/2022).
Se l'incremento di fatturato potrebbe essere in parte dovuto all'aumento delle tariffe, c’è poco da «obiettare» sull'aumento notevole di presenze e passaggi.
Numeri che fanno bene a tutti perchè sono da moltiplicare (almeno) per 5 (la Finaosta se ne sta occupando in uno studio commissionato dalla Regione), visto che con gli sciatori lavorano anche i punti di ristoro e gli alberghi, i noleggio sci e le attività economiche che sono largamente dipendenti dagli ingressi sugli impianti.
Nello specifico, alla Cervino spa (Cervinia, Valtournenche, Torgnon e Chamois) siamo a 39,2 milioni, il 20 per cento in più.
MonterosaSki: «La redditività è leggermente calata e per il futuro auspichiamo in una diminuzione dei costi energetici e lo stabilizzarsi dell'inflazione, variabili che dovrebbero consentirci di poter gestire con serenità l'azienda». A dirlo è Giorgio Munari, amministratore delegato della Monterosa spa, la società che gestisce il comprensorio sciistico della Monterosa Ski tra Champoluc, Gressoney e Alagna. Nonostante la crescita del fatturato del 16 per cento rispetto alla scorsa stagione e dei primi ingressi che sono stati 490mila nella parte valdostana - più 15,3 per cento rispetto al 2021-2022 - a pesare sulla stagione è l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime: «Con la politica tariffaria attuata - prosegue Giorgio Munari - siamo riusciti a raggiungere un record di incassi derivante dalla vendita di biglietti dato che però ancora non ci consente di coprire il differenziale dovuto all'aumento dei prezzi energetici e dei ricambi per la manutenzione, aumentati in modo considerevole».
Da notare il ritorno degli stranieri, in aumento del 199 per cento. In evidenza gli arrivi da Scandinavia (più 95 per cento), Belgio (più 64 per cento) e da Regno Unito (più 29 per cento).
Pila arriva a 13.350.414 euro, il 33 per cento in più, Cervacol quasi a 486mila euro (più 68 per cento) e Cogne a 448mila euro (più 24 per cento). Courmayeur fa segnare un più 22 per cento con il fatturato a 16.100.600 euro, La Thuile con i suoi 10.506.706 euro registra un incremento del 27 per cento rispetto alla passata stagione.
Bene anche il fondo
«Tutto ruota intorno alla neve: se c'è, arrivano anche gli sciatori; se manca, le presenze calano immediatamente. Alcune località hanno lavorato davvero molto bene, altre hanno fatto più fatica. Non possiamo certo parlare di record, ma comunque di una stagione nella media e con buoni numeri, soprattutto dopo il 30 per cento di calo dello scorso anno». A dirlo è Fabio Lombard, presidente dell'Associazione valdostana enti gestori piste di sci di fondo, tracciando un bilancio della stagione invernale. «Bilancio positivo un po' ovunque nel mese di dicembre, durante il periodo delle festività e a gennaio, poi il caldo ha influito in maniera significativa» prosegue Fabio Lombard. In Alta Valle è stata una stagione nella media.
Nonostante lo scarso innevamento, Arpy ha chiuso una stagione in linea con le precedenti, in Val Ferret invece c'è stata una lieve flessione dovuta più alla regolamentazione degli accessi che alle condizioni, visto che la neve non è mai mancata. Cogne, aperta tutta l'inverno, ha chiuso in modo molto positivo, con un notevole incremento di fondisti. Le prime stime parlano di una crescita del 20 per cento delle ore di lezione vendute. Crescita che si attesta intorno al 20 per cento anche a Saint-Barthélemy, rimasta aperta fino a marzo inoltrato (solo nei fine settimana) grazie alle abbondanti nevicate di fine inverno. Stagione positiva anche a Gressoney-Saint- Jean, dove già nel periodo di Sant'Ambrogio erano stati preparati 12 chilometri di piste. Ottimo il mese di gennaio, grazie alla neve naturale mescolata a quella programmata, poi è arrivato il grande caldo a rallentare l'andamento. Scarse precipitazioni, unite alle alte temperature, hanno in parte frenato la stagione di altre località come Brusson, Champorcher, Rhêmes-Notre-Dame, Torgnon, Flassin e Saint-Nicolas.
Lo sguardo è già rivolto alla prossima stagione. Arpy e Saint-Barthélemy durante l'estate effettueranno interventi sull'impianto di innevamento programmato, migliorie anche nella valle di Gressoney, dove si lavorerà al Lago Gover e si punterà ad allungare l'impianto fino alla piana di Dresal, senza dimenticare il progetto di snowfarming di Gressoney-La-Trinité e la pista in quota a Sant'Anna, che consentiranno di anticipare l'apertura in autunno e di allungare la stagione in primavera. Una bella opportunità anche per gli atleti di club, comitati e nazionali, che va ad affiancarsi a Bionaz, altra località dotata di snowfarming e meta abituale per gli agonisti.