Sci, dopo il via libera del Comitato Tecnico Scientifico per il 15 febbraio si spera nell’apertura dei confini
«Il 15 febbraio scade il divieto di mobilità fra regioni, sarà il nuovo governo a fare una valutazione, sulla base del quadro epidemiologico, sulla mobilità tra le Regioni nelle diverse fasce e in particolar modo in fascia gialla, anche perché eventuali misure limitative necessitano di un apposito decreto». Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, in una nota inviata alla Conferenza delle Regioni.
Perchè ora il punto è proprio questo. Ottenuto in settimana il via libera del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) al protocollo per far funzionare in sicurezza gli impianti di risalita, ora su quelle seggiovie bisogna metterci gli sciatori. E - almeno per quanto riguarda la Valle d’Aosta - ciò è possibile solamente con l’apertura dei confini regionali e quindi con l’arrivo di piemontesi, lombardi, liguri.
Di questo si è discusso nel pomeriggio di ieri, venerdì 5 febbraio, nella riunione che ha messo di fronte i rappresentanti delle società di gestione dei comprensori sciistici e il Governo regionale.
«Abbiamo deciso di lavorare a un piano di aperture che dovrà tenere conto della mobilità tra le regioni, certo, però anche del peso delle seconde case, che hanno già portato turisti per esempio ad Ayas e a Courmayeur» spiega l’assessore con delega agli impianti a fune Luigi Bertschy. «Ci rivedremo all’inizio della prossima settimana per fare le valutazioni del caso sulle indicazioni che ci forniranno le società. Se entro martedì avremo delle indicazioni sulla mobilità, ne discuteremo anche in Consiglio Valle. Dovrà essere un’apertura coordinata e presidiata».
Il protocollo
Impianti da sci aperti quindi a partire dal 15 febbraio. Però solo in zona gialla. E’ questa la decisione del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) espressa nel corso della riunione svolta nel pomeriggio di giovedì scorso, 4 febbraio.
Il CTS ha pertanto approvato il protocollo di sicurezza, elaborato e rivisto lo scorso mese dalle Regioni, escludendo però la proposta di riapertura delle piste in zona arancione, con una capienza ridotta al 50 per cento su funivie, cabinovie e seggiovie e l’utilizzo obbligatorio di mascherine Ffp2.
Il nuovo protocollo era stato presentato dalle Regioni giovedì 28 gennaio, tenendo conto delle osservazioni fornite dal CTS venerdì 15. Rispetto alla prima versione del documento si è provveduto a inserire la proposta di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, considerando anche gli abbonamenti settimanali e stagionali. Una soluzione che aiuterebbe a limitare il numero massimo di presenze giornaliere. Altra disposizione per migliorare la sicurezza in pista è rappresentata dalla promozione di acquisto online dei biglietti, in modo da evitare code e assembramenti. Ovunque verrà assicurato il rispetto del distanziamento minimo interpersonale di un metro, attraverso la collaborazione dei gestori degli impianti (responsabili della organizzazione dei flussi) e delle autorità di Pubblica sicurezza (responsabili di attività di vigilanza).
In linea teorica il 15 febbraio scadrebbe il divieto di spostamento tra Regioni introdotto dall’ultimo Dpcm dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’eventuale proroga del divieto potrebbe essere definita dal neo Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, come ha precisato il ministro Francesco Boccia.
«Non voglio pensare che le imprese interrompano la cassa integrazione per i dipendenti e poi venerdì prossimo ci dicono che non tolgono il divieto di spostamento» ha dichiarato Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari.