Scende la curva dei contagi Si allontana la zona rossa

Scende la curva dei contagi Si allontana la zona rossa
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La Valle d’Aosta sogna il ritorno alla normalità ed esorcizza il fantasma della zona rossa con i dati sui contagi di ieri, venerdì 4 febbraio. L'ultimo bollettino riporta 56 pazienti Covid ricoverati all'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta, di cui 3 in terapia intensiva. Dati che sarebbero da zona bianca mentre la nostra regione si trova in zona arancione e vi resterà per un'altra settimana.

Da registrare nelle ultime 24 ore altri 2 decessi, un uomo di 91 anni e una donna di 92 anni, che erano ricoverati nel nosocomio. Inoltre sono stati rilevati 147 nuovi casi positivi al Coronavirus e 151 guarigioni. Il numero di attuali contagiati scende a 3.763 mentre le vittime dall'inizio della pandemia sono 512.

Rimodulati gli orari di apertura dei centri vaccinali

A causa del calo di prenotazioni per i vaccini contro il Covid-19, l’Usl ha rimodulato gli orari di apertura dei centri. A partire da domani, domenica 6 febbraio, il centro vaccinale Grand Place di Pollein sabato e domenica verrà aperto dalle 8 alle 14 (invariati gli orari negli altri giorni della settimana) e il Drive-in dell’Espace Aosta, in via Lavoratori vittime del Col du Mont, sarà accessibile solo il venerdì, dalle 20 alle 24. Invece rimarranno invariati gli orari e le date dei centri vaccinali di Morgex, Châtillon e Donnas. «Oltre alla consueta modalità di prenotazione tramite il portale di Poste italiane è sempre possibile l'accesso libero» precisa una nota dell'Usl e sarà «Data priorità agli utenti prenotati».

Accesso negli uffici postali

con il Green pass
Poste Italiane ha attivato diverse modalità di controllo del Green pass per consentire l’accesso alla rete dei 71 uffici postali della Valle d’Aosta in modo semplice e sicuro.

Nei 6 uffici postali della regione dotati di gestore delle attese, Aosta1, Aosta3, Aosta Ribitel, Chatillon, Pont-Saint-Martin e Saint-Vincent, i cittadini devono mostrare all’ingresso il QR Code del Green pass e, una volta riconosciutone il codice, il gestore attese consentirà di scegliere l’operazione e di prendere il ticket necessario per presentarsi allo sportello.

Nei restanti uffici postali, gli utenti dovranno mostrare il Green pass direttamente allo sportello per la verifica dell’operatore attraverso il lettore scanner che ne confermerà la validità in tempo reale, prima di procedere con i servizi richiesti.

Nei prossimi giorni, per coloro che prenoteranno da remoto l’appuntamento utilizzando le App di Poste Italiane, la verifica del Green pass sarà eseguita dalla stessa App. Per coloro che invece prenoteranno sul sito Poste.it il controllo della certificazione verde avverrà direttamente in ufficio postale. «Grazie alle diverse soluzioni introdotte, - si legge in una nota di Poste Italiane - l’accesso agli Uffici Postali sarà semplice, veloce e nel rispetto delle norme previste per contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19».

I dati delle presenze

nelle scuole valdostane
Secondo i dati dell’Assessorato regionale dell’Istruzione, Università, Politiche giovanili e Partecipate, a seguito della rilevazione effettuata nel pomeriggio di lunedì 31 gennaio dalla Sovraintendenza agli Studi nelle scuole valdostane, la situazione relativa al personale docente è la seguente: il 2,4 per cento risulta sospeso in relazione all’obbligo vaccinale Covid-19, il 3,6 per cento è assente per quarantena o isolamento Covid-19 e il 7,4 per cento per altri motivi (come aspettativa o malattia).

Per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico e ausiliare, il 2,6 per cento è sospeso in relazione all’obbligo vaccinale Covid-19, il 3,9 per cento è assente per quarantena o isolamento Covid-19 e l’11,5 per cento per aspettativa o malattia.

Sempre lunedì scorso, il 14,5 per cento delle classi valdostane - dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado - risulta in quarantena, il 13,8 per cento in sorveglianza o autosorveglianza (dalle elementari alle superiori) e il 20,4 per cento è in Didattica mista in presenza e a distanza (scuole medie e superiori).

Le nuove regole disposte

dal Consiglio dei Ministri
Didattica a distanza addio per i vaccinati o guariti da meno di 120 giorni e quarantene scolastiche ridotte. Dopo il via libera del Cts la decisione è stata cristallizzata nell’ultimo Dpcm varato dal Consiglio dei Ministri.

Nella scuola dell’infanzia, dove i bambini sono per lo più non vaccinati, si resta in classe fino al quinto contagio. La quarantena viene poi ridotta da 10 a 5 giorni.

Alle scuola primaria i bambini vaccinati restano sempre a scuola, ma dopo il primo caso dovranno indossare per 10 giorni la mascherina Ffp2. I non vaccinati andranno in Dad a partire dal quinto caso e per 5 giorni.

Inoltre, è obbligatorio effettuare un test antigenico rapido o autosomministrato o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.

Anche per le scuole secondarie di primo e secondo grado niente Dad per guariti e i vaccinati da meno di 120 giorni. Vanno in Dad, sempre per 5 giorni, al secondo caso nella classe coloro che ancora non hanno completato il ciclo vaccinale.

Nel Consiglio dei Ministri è arrivato anche il via libera alla durata, illimitata, del Green Pass per chi ha fatto la terza dose o è guarito dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, in attesa delle valutazioni dei tecnici su un’eventuale quarta dose.

Resta il sistema dei colori, ma in caso di eventuale passaggio in zona rossa le restrizioni interesseranno solo le persone non vaccinate.

Gli stranieri che vengono in Italia da Paesi con regole vaccinali diverse da quelle italiane, e dunque senza il super Green pass, potranno accedere ai servizi in cui è richiesta la certificazione verde rafforzata con l’esecuzione di un tampone supplementare.

Polemica sull’offerta di posti letto dal Piemonte

Sul fronte politico, a infiammare la polemica è stata l’offerta del governatore del Piemonte Alberto Cirio di alcuni posti letto di Terapia intensiva da rendere disponibili alla Valle d’Aosta per scongiurare il passaggio in zona rossa.

«I valdostani non possono essere considerati come dei numeri per rimanere all'interno di parametri folli. - ha commentato a tal proposito il presidente della Regione Erik Lavevaz - Abbiamo apprezzato molto l'offerta, ma sarebbe impraticabile. Non ha senso trasferire una persona malata a Ivrea per questioni statistiche e basta mettersi nei panni di un parente che vede un suo familiare trasferito mentre all'ospedale di Aosta rimangono 24 posti liberi in Terapia intensiva per capirlo al meglio».

Considerare la disponibilità del Piemonte al solo fine di poter aumentare i posti letto "dichiarabili" e su cui si basano le percentuali di occupazione che sanciscono i passaggi di colore, «Sarebbe una soluzione del tutto fittizia - prosegue il presidente Lavevaz - e non è la proposta che ha fatto Cirio. Per loro vorrebbe dire rinunciare magari a dieci posti letto da calcolare nella disponibilità della Valle d'Aosta e non del Piemonte, e non sono pochi nemmeno per loro».

Le critiche di Adu e Pcp

sul rifiuto del Presidente
Il rifiuto del presidente Erik Lavevaz all'offerta d'aiuto del Presidente della Regione Piemonte «È frutto di ideologia e miopia. Dopo la brutta storia della legge regionale anti Covid, riemerge l'autonomismo sanitario». È quanto sostiene in una nota del movimento Ambiente Diritti Uguaglianza-Adu che aggiunge: «Questa scelta pare incomprensibile, anche alla luce dei sacrifici richiesti ai valdostani. In particolare, ricordiamo che il presidente Lavevaz ha deciso di vietare fino a lunedì 28 febbraio le visite dei familiari e l'uscita degli ospiti (anziani e disabili di diverse età) delle strutture residenziali socio-sanitarie della Regione. Una decisione che, tenuto conto della campagna vaccinale e dei protocolli sanitari, poteva essere meglio ponderata, considerando il danno psicologico che provoca l'isolamento in questi soggetti fragili». Pertanto, sostiene Adu, «Più che la tutela degli ospiti delle Rsa, questo provvedimento pare avere l'obiettivo di evitare il rischio di aumentare i pazienti nelle terapie intensive, e quindi la zona rossa, e di ridurre la responsabilità di chi ha invece il dovere di amministrare. Il dubbio è che si siano sacrificati i più deboli per l’economia».

«A questo punto, - attacca Adu - visto che secondo il Governo regionale la situazione è così migliorata da poter rifiutare l'aiuto piemontese, chiediamo anche di rivedere il regime di isolamento degli ospiti delle Rsa e delle strutture residenziali, in modo da tutelare il loro benessere non solo fisico ma anche mentale».

Dal canto suo, Erika Guichardaz di Progetto civico progressista sostiene che «L'offerta di aiuto arrivata dal Governatore del Piemonte credo sia da accogliere con favore perché, al di là dei numeri o della necessità odierna, tutto ciò che va nella direzione di migliorare la salute e la vita dei cittadini valdostani deve essere preso in considerazione». Erika Guichardaz prosegue: «Forse iniziare ad accettare che la pandemia è un'emergenza a lungo termine con cui dovremo convivere, potrebbe aiutare i governi ad organizzarsi in modo più efficace, scegliendo i giusti investimenti piuttosto che concentrando la propria azione e i propri sforzi per chiedere cambi di regole. Ai fini dei carichi di lavoro ospedalieri, infatti, i numeri dei pazienti positivi al Covid in terapia intensiva o in reparto comporta comunque che il personale sanitario debba adottare lunghe procedure di vestizione e svestizione, che i reparti debbano essere riconvertiti, le sale per gli accertamenti diagnostici bloccate, i ricoveri delle patologie “ordinarie” limitati. Senza contare le difficoltà di dismissione in Rsa a domicilio».

La consigliera regionale sottolinea anche che «In questi mesi come Pcp abbiamo portato proposte costruttive sull'implementazione delle Usca, sui Covid-Hotel, sul reclutamento del personale, sulla continuità assistenziale… Dimostrando, attraverso l'analisi dei dati, che queste soluzioni potevano essere un ottimo filtro agli accessi in ospedale. Purtroppo tali proposte non sono nemmeno state prese in considerazione. Siamo in una fase di pianificazione della sanità e questo è il momento migliore per rispondere alle criticità che stanno emergendo, accogliendo anche con favore l'aiuto di altri».

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