Scaduti i termini per demolire le ville di Thovex La minoranza di La Thuile medita le dimissioni
Sono scaduti i 90 giorni di tempo durante i quali i proprietari delle tre villette al Thovex di La Thuile avrebbero dovuto provvedere ad abbattere le loro residenze perché non servite da una strada carrozzabile e questo condizionerebbe anche il permesso edilizio. L’ordinanza del sindaco Mathieu Ferraris è datata 10 giugno, ma durante l'estate Stefano Raffaelli, Alessandro Bandito, Adelaide Cermenati e Carlo Augusto Francesco Ceffa hanno presentato ricorso al Tar, che non lo ha accolto perché la questione era già passata "in giudicato".
Non parlano i proprietari, non parla la maggioranza comunale perché le trattative tra le parti sono avviate nella massima riservatezza: così aveva anche suggerito Albert Chatrian, presidente della terza Commissione del Consiglio regionale, che martedì 1° giugno aveva ascoltato in merito il sindaco, accompagnato dall'avvocato Paola Roullet. La sentenza del Consiglio di Stato numero 3.270, pubblicata il 22 aprile, indicava in via definitiva i passaggi da seguire: l'ingiunzione di demolizione entro i 60 giorni dalla notifica della sentenza, poi 120 giorni di tempo nei quali l'Amministrazione comunale dovrebbe provvedere direttamente alla demolizione delle villette, infine la nomina di un Commissario - nella persona del Prefetto di Aosta, il presidente della Regione Erik Lavevaz - che potrebbe delegare ad un altro dirigente, per provvedere in ulteriori 120 giorni.
"È fatta salva la possibilità del raggiungimento di eventuali accordi transattivi, anche su impulso e sotto la supervisione del Commissario ad acta", dice la sentenza e così ha sollecitato la terza Commissione consiliare.
Intanto a qualcuno del Consiglio comunale di La Thuile la situazione fa particolarmente male: il consigliere Christian Manfredi, del gruppo di minoranza "La Thuile Luce e Respiro", ha pronunciato una dichiarazione a margine della presentazione di una interpellanza, nell'ultima adunanza che si è tenuta mercoledì 8 settembre scorso. Si parla di dimissioni, dopo mesi in cui la minoranza ha cercato di lavorare in accordo con la maggioranza, arrivando spesso in Consiglio con accordi già studiati e preparati. Manfredi cita un documento depositato il 9 agosto, inviato il 30 agosto al protocollo "Come interpellanza per discutere se ci possano essere margini di miglioramento e se davvero la nostra collaborazione sia spinta da obiettivi comuni. Il 2 settembre nella pre-consiliare abbiamo avuto modo di testare con mano i punti che andrò ad elencare", vale a dire le preoccupazioni per le criticità, ma anche osservazioni e suggerimenti, e in Consiglio chiede i risultati della sinergia promessa dal sindaco Mathieu Ferraris. "Signor Sindaco - ha detto Christian Manfredi in aula - 10 mesi fa non si è voltata solo pagina, ma abbiamo cambiato libro e con tutti voi vorremmo farne parte. Fin da subito i rapporti con lei sono stati rispettosi nella persona e nei ruoli che ricopriamo e successivamente il dialogo e il confronto sono stati sempre più ricchi. Infine abbiamo votato il bilancio, che per chi mastica un po’ di politica non succede quasi mai e questa fiducia l'abbiamo resa pubblica in questa sede. Detto questo, da oggi ci dovrà essere una reale e totale cooperazione che porta risultati: se così sarà ne sarò onorato, contrariamente depositerò le mie dimissioni non prima di aver risolto la preoccupante situazione dei proprietari delle tre villette".
Non resta che aspettare gli esiti della trattativa riservata oppure la prossima scadenza dettata dalla sentenza, quella dei 120 giorni (che scadranno a gennaio) in cui dovrebbe essere il Comune a demolire le villette.