Saverio Favre autore di una ricerca sui toponimi: una serata ad Ayas
Il libro “Ayas - Antropologia di un territorio, luoghi, leggende, storie, fatti” di Saverio Favre, edito da Priuli & Verlucca, uscito a fine 2020 è stato protagonista all’auditorium di Champoluc lunedì scorso, 16 agosto, di una serata del ciclo “Un’estate in biblioteca”, promosso dalla Biblioteca e dal Comune di Ayas. A moderare la tavola rotonda tra l’autore, l’editore Gherardo Priuli, l’antropologo Annibale Salsa e l’etnologo Alexis Bétemps è stato Francesco Deambrogi, membro del comitato di gestione della Biblioteca.
Saverio Favre, ayassino doc, esperto di francoprovenzale, racconta la realtà di Ayas a partire dai toponimi, una strada poco battuta. «Tra le mie fonti ho attinto a tutta la bibliografia esistente, alle mie personali conoscenze e alla tradizione orale», precisa. Solo su Ayas, nell’Enquête toponymique en Vallée d’Aoste, lanciata dalla Regione nel 1986, si trovano oltre 2.000 micro-toponimi (a livello regionale 76.500 schede per 74 Comuni).
«Costituiscono un patrimonio culturale immateriale di inestimabile valore. - aggiunge Saverio Favre - Saldamente ancorati ai luoghi che designano, essi sono il riflesso della comunità che li ha coniati e compongono un corpus di straordinaria ricchezza, in quanto la morfologia stessa dell’ambiente montano e l’accentuata parcellizzazione della proprietà fondiaria hanno contribuito alla loro straordinaria proliferazione».
«Da sempre l’uomo ha sentito la necessità di battezzare i luoghi creando dei toponimi. - spiega Alexis Bétemps nella sua prefazione - Oltre a essere strumenti di identificazione, intervengono sui luoghi: li arredano e, personalizzandoli, li rendono più espressivi».