Sarre piange Florindo Padula, lo scultore venuto dal Molise che incantava tutti alla Fiera di Sant’Orso
Per oltre cinquant’anni il volto allegro e sorridente di Florindo Padula è stato una delle certezze della Fiera di Sant’Orso. Il suo banco - all’inizio di via Porta Praetoria - è stato la meta di collezionisti e curiosi, perché le sculture di questo estroso artigiano venuto dal Molise sono state una delle attrazioni più particolari della Millenaria.
Florindo Padula, nato a Limosano in provincia di Campobasso il 20 giugno del 1940, era arrivato ad Aosta ancora bambino. Era cresciuto tra il capoluogo regionale e il paese di Roisan, appena maggiorenne aveva iniziato a lavorare come operaio per il Comune di Aosta. In pensione dalla fine degli anni Novanta, si era trasferito a Chesallet di Sarre all’inizio del nuovo Millennio. La sua passione per il legno, però, era più datata: alla fine degli anni Sessanta aveva conosciuto Franco Crestani, il primo maestro di scultura che più tardi sarebbe diventato uno dei suoi migliori amici. Partecipò a diverse mostre - anche all’estero - ed è stato premiato in occasione della Sant’Orso di Aosta del 1992 e del 1997 e a Donnas nel 2005. Grande amante della compagnia e dei giovani, aveva trovato nell’insegnamento dei rudimenti della scultura la sua vocazione: per anni è stato apprezzato maestro nei corsi organizzati dalle scuole di scultura di Morgex, Sarre e Fénis e con alcuni colleghi diede vita - nel 1987 - all’associazione Asiv, l’Associazione Scultori Intagliatori Valdostani.
Florindo Padula, da qualche anno, soffriva di cuore: martedì scorso, 23 marzo, è stato portato all’Ospedale regionale “Umberto Parini”, dove è mancato qualche ora dopo il ricovero. Giovedì 25, nella chiesa della Madonna della Gioia di Montan di Sarre, si sono celebrati i funerali. Lascia la moglie Maria Giovanna De Gaetano, i figli Marco, Mariarita e Stefano, i nipoti Alex, Simone e Camilla Padula e Melania Alibrandi e i fratelli Dora, Edmondo e Nicola.