Sarre, ottocento firme contro la chiusura della scuola di Chesallet Massimo Pepellin: “Numeri in calo, inevitabile fare scelte dolorose”

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A Chesallet di Sarre avevano già protestato nel 2016 per la chiusura della scuola primaria e il trasferimento delle classi nel capoluogo. Ora sono stati i genitori dei bambini della scuola dell'infanzia a sollevarsi contro il Comune e l’Istituzione Scolastica Grand Paradis dopo la decisione - ormai ufficiale - di chiudere all’inizio dell’anno scolastico 2022/2023 le materne di Chesallet.

Il comitato "Salviamo la scuola dell'infanzia di Sarre Chesallet", per cercare di impedire il trasferimento degli scolari nelle scuole del capoluogo o di Montan, ha deciso di proporre una raccolta firme che nello spazio di pochi giorni ha raccolto più di ottocento adesioni. "La chiusura di una scuola dell’infanzia è una sconfitta per tutti noi. - scrive il comitato presentando la petizione online sulla piattaforma Change - In un periodo in cui l’Italia registra un tasso di denatalità inquietante la possibile decisione di chiudere quello che fino a pochi anni fa era stato definito un fiore all’occhiello del Comune pare quanto mai insensata. Anni fa è stata chiusa la scuola primaria di Chesallet, ma fu assicurato che la scuola dell’infanzia, in un edificio completamente ristrutturato, sarebbe rimasto aperto per mantenere viva la comunità".

Così non sarà. Alla base della scelta, come sempre, vi sono però dati numerici che il sindaco di Sarre Massimo Pepellin definisce “Inequivocabili. Dobbiamo fare delle scelte, anche dolorose, in base alle cifre che abbiamo. Nell’ultimo biennio sono nati mediamente trenta bambini a Sarre, tra il 2016 e il 2018 questo dato era di trentaquattro. Se andiamo ancora indietro nel tempo la decrescita demografica è evidente: consideriamo che ultimamente quando festeggiamo i diciottenni, ovvero i nati nei primi anni del nuovo millennio, convochiamo in Municipio circa sessanta ragazzi per ogni classe”.

Questione di classi, quindi. Non dell’anagrafe, quanto quelle della scuola dell’infanzia destinate a Sarre per il prossimo anno. In quello in corso sono sei, a settembre saranno cinque. Di qui la scelta di “sacrificare” il polo di Chesallet, anche se il cambiamento non sarà immediato: l’autunno prossimo coloro che già frequentavano la Octave Bérard resteranno nella loro sede, mentre i bambini al primo anno - tre soltanto di Chesallet - si sposteranno nella scuola di Montan. La scelta di sacrificare Chesallet non è andata giù ai genitori, che nella loro petizione considerano che il loro “Sia il plesso con maggiori iscrizioni, trentuno contro le trenta di Saint Maurice e le ventisette di Montan. Questo è solo il primo passo verso la chiusura definitiva del plesso", accusano i firmatari della lettera.

Caso aperto in Comune

Nei giorni scorsi una rappresentanza del comitato è stata ricevuta in Municipio a Sarre: un confronto che però non ha portato risultati, se non quello della creazione della petizione online. "Mi rendo conto della preoccupazione delle famiglie e mi dispiace per la situazione. - commenta Lorenza Palma, assessore comunale con delega all'Educazione, alla Cultura e all'Ambiente - Come Amministrazione abbiamo dovuto valutare una riorganizzazione dei plessi insieme all'istituzione scolastica e all'Unité des Communes Grand Paradis e considerare anche lo spostamento di garderie e nido".

La scelta dell’Amministrazione, che aspetta ancora il via libera dell’Istituzione Scolastica, è stata quindi quella di spostare i bambini a Saint Maurice e a Montan, “Nei plessi dove vi sono già le elementari. - continua il sindaco Massimo Pepellin - La scelta più logica è parsa quella di mantenere negli stessi locali la scuola dell’infanzia, in modo tale che i bambini possano frequentare lo stesso polo scolastico per otto anni consecutivi. A Chesallet l’edificio dedicato a Octave Bérard sarà destinato ad accogliere l’asilo nido e la garderie, che consideriamo importantissimi per la nostra comunità. Purtroppo questa situazione non può accontentare tutti, però siamo stati costretti a fare delle scelte: il nostro obiettivo è quello di mantenere tutti i servizi sul territorio e questa situazione ci permette di farlo”. Dal canto loro i genitori di Chesallet, primi firmatari della petizione, sottolineano come “La decisione sia stata presa in modo affrettato e abbia mancato di rispetto alle famiglie. Non si darà modo ai bambini rimasti di terminare un ciclo educativo con continuità didattica e sociale, visto che saranno smistati negli altri plessi del Comune. Chesallet, scuola di eccellenza, è frequentata dai bambini provenienti da Sarre per la qualità della didattica (50 per cento in lingua francese, con momenti dedicati anche al patois e all’inglese) e per il coinvolgimento e attaccamento al territorio, con la partecipazione anche dei nonni per l’orto scolastico e per la collaborazione di più aziende agricole del Comune".

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