San Francesco di Sales patrono dei giornalisti, degli scrittori e del Seminario diocesano

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E’ la Cattedrale di Aosta a ospitare oggi sabato 23 gennaio, con inizio alle 11, la tradizionale Messa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, degli scrittori e del Seminario diocesano. Quest’anno il tradizionale appuntamento con il vescovo di Ginevra è stato oggetto di alcune variazioni: dopo 23 anni la celebrazione Eucaristica non verrà celebrata nella Cappella del Seminario - edificio che fu costruito dal 1774 al 1780 dal vescovo di Aosta Pierre-François, appartenente alla famiglia di San Francesco di Sales - ma in Cattedrale; la scelta è stata dettata per rispettare le misure di distanziamento anticontagio. La seconda novità è che la tradizionale data del 24 gennaio è stata anticipata per evitare che cadesse di domenica, giorno in cui sono già previste diverse Messe.

Al termine della celebrazione Eucaristica, il giornalista Ezio Bérard, responsabile della Pastorale della cultura e delle comunicazioni sociali presenta il libro «Camminare insieme - Le parole di san Giovanni Paolo II in Valle d’Aosta», realizzato per ricordare i cento anni della nascita di Papa Wojtyla e i 15 anni della sua morte. Il libro di Ezio Bérard ripropone le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nel corso della visita pastorale del 1986 e durante i dieci soggiorni estivi trascorsi in Valle d’Aosta, alcuni eventi che hanno segnato la storia della Chiesa che riguardano Papa Wojtyla e l’erezione a santuario della cappella di Les Combes a Introd.

La ricorrenza è promossa dall’Ufficio per la Pastorale per la cultura e le comunicazioni sociali, dal Seminario, dall’UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana) ed è aperta a tutti: giornalisti, sacerdoti, benefattori, amici del Seminario e fedeli.

L’abbinamento tra le 2 figure non è casuale, entrambi sono considerati 2 grandi comunicatori. San Francesco di Sales ha operato in un momento storicamente difficile però ha saputo diffondere il messaggio evangelico usando strategie di divulgazione e un linguaggio adeguato al suo tempo. Oggi diremmo che era uomo di comunicazione. Nelle sue lettere e nei suoi libri egli catturava l’attenzione con uno stile da cui traspariva la sua esperienza spirituale e al tempo stesso la sua profonda conoscenza degli uomini; nel 1923, Papa Pio XI lo proclamò patrono dei giornalisti. San Giovanni Paolo II ha sempre avuto grande fiducia negli strumenti della comunicazione, in un suo documento («Redemptoris missio», 1990) li ha definiti come il primo areopago del mondo moderno, per la loro capacità di unificare l'umanità, rendendola un villaggio globale. Nel suo lungo papato egli se ne è servito con sapienza ed equilibrio, diffondendo in tutto il mondo con parole, documenti e gesta, il Vangelo.

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