Salario minimo e riforma delle pensioni, il Savt
Sull'introduzione del salario minimo, tema tornato oggetto di ampia discussione proprio nei giorni scorsi, il sindacato Savt, sottolinea in una nota la necessità «Di avere un unico contratto nazionale per settore che sia “leggero” e che stabilisca le regole generali, per poi lasciare spazi importanti alla contrattazione decentrata a livello territoriale e aziendale».
Nella nota, il Savt accenna anche alla riforma delle pensioni e del fisco. Il Governo Draghi deve «Assolutamente mettere mano alla riforma del sistema pensionistico, in particolare per scongiurare il rischio scalone, che comporterebbe dal 1° gennaio 2022 un aumento di ben sei anni dei requisiti pensionistici, qualora non si trovasse una valida alternativa a quota 100», ribadisce il sindacato, affrontando con serietà «Il tema dei lavori usuranti e gravosi» e cercando «Forme di flessibilità che permettano alle persone di andare in pensione prima di raggiungere il requisito della vecchiaia».
Sulla riforma del fisco, «Si deve raggiungere il doppio obiettivo di ridurre l'imposizione fiscale sui lavoratori e allo stesso tempo di ridurre il cuneo fiscale per andare ad alleggerire le imposte a carico delle aziende, con l'obiettivo di creare maggiore occupazione", conclude il Savt.