«Saison Culturelle: fa male al cuore la scelta miope dell’esternalizzazione»
Non si placano le polemiche dopo la decisione della Giunta regionale, su proposta dell’assessore ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz, di appaltare all’esterno la gestione della Saison Culturelle e del Teatro Splendor. Fra le tante critiche a questa scelta spicca quella l’ex presidente della Regione e già assessore all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin. «Ho letto con stupore la delibera di Giunta regionale che traccia un percorso di esternalizzazione della Saison Culturelle, - dichiara Laurent Viérin - atto ufficiale e scelta politica che vuole smantellare questo fiore all’occhiello della programmazione culturale regionale, alla quale ho avuto l’onore ed il piacere di lavorare per 8 lunghi anni dall’edizione del 2006 a quella del 2012 oltre a quella del 2019. E fa male al cuore vedere come la banalizzazione della cultura sia oggi nelle corde delle decisioni di politica culturale che si mettono in campo, ma che fa probabilmente parte del momento che viviamo». Laurent Viérin ricorda che «La Saison ha accolto sul palco, nei decenni di presenza, i migliori artisti nazionali ed internazionali che esistono e nella programmazione, unica nel suo genere, si sono valorizzati momenti incredibili di eccellenze culturali, messe a disposizione della comunità, in una logica di accessibilità ai più, ed in particolare alle scuole e ai giovani, della Cultura. Arrivai nel 2006 all’assessorato all’Istruzione e Cultura e le presenze del 2005 erano già di 33mila, e, assieme al prezioso lavoro di Elmo e Roberto Domaine, e di tutto lo staff del “sesto piano” della Saison, lavorammo per aumentare decisamente gli spettacoli, con particolare riferimento agli artisti valdostani, pensando anche a momenti internazionali di grande envergure, portando le presenze in pochi anni, nell’edizione 2010-2011 a più di 41mila utenti». Quindi Laurent Viérin osserva che «Oggi smantellare, come se nulla fosse, ed in modo miope e superficiale, questa importante realtà, modello di programmazione culturale invidiata da più parti fuori Valle, con una banale scusa di mancanza di personale - che, da che mondo è mondo, come in ogni istituzione o ente, ci si impegna a sostituire e selezionare, se si tiene ad un settore - significa decidere di fare morire un modello che funziona e un pezzo di cultura della nostra regione».
Una preoccupazione alla quale si aggiunge quella del responsabile politico di Pays d’Aoste Souverain Christian Sarteur che commenta: «Mentre la Sanità scivola nel baratro, la Giunta regionale decide di mercificare la cultura esternalizzando la Saison Culturelle, addirittura anche la direzione artistica con una presumibile deriva verso la mediocre quantità a scapito della qualità. Pays d’Aoste Souverain promotore della cultura, del patrimonio artistico e linguistico valdostano, esprime grande preoccupazione ed invita dunque la quinta Commissione a integrare la deliberazione affinché il denaro di noi valdostani sia speso per valorizzare la nostra cultura, anche con un’ottica meno Aostacentrica e più regionale».
Anche l’associazione culturale Patoué eun meuzecca in una nota auspica che «In quinta Commissione, magari anche a seguito di audizioni dei rappresentanti dell’infinità di realtà culturali valdostane - musicali, teatrali, coralistiche - la deliberazione venga integrata nel progetto guida, specificamente nella parte della direzione artistica, prevedendo e salvaguardando la promozione della cultura valdostana che sta lentamente morendo davanti agli occhi di tutti».