Saint-Vincent, l’aumento dell’Imu e dell’Irpef fa scoppiare la bagarre in Consiglio Comunale
Un’assemblea consiliare durata più di 6 ore a Saint-Vincent ha riportato alla luce oltre a vecchie questioni anche antichi rancori legati a vicende passate. Sperare in una discussione mite per chi conosce la storia della cittadina termale degli ultimi anni - e l’alternarsi delle diverse legislature - era utopistico martedì scorso, 22 febbraio, data di convocazione del Consiglio. Le 2 minoranze sono andate all’attacco su tutti i punti in programma, in alcuni casi sono stati anche espressi giudizi pesanti da entrambe le parti, in un confronto serrato che non ha fatto sconti a nessuno. «Martedì abbiamo assistito ad una presentazione del bilancio triennale degna di Ionesco e del Teatro dell'assurdo. Una maggioranza che alza le tasse ai cittadini, ma non si abbassa le indennità e dice: “Non è colpa mia”». Questa considerazione espressa dal consigliere di minoranza Carmen Jacquemet ben sintetizza il clima che ha caratterizzato tutta la riunione. Ma andiamo con ordine.
Dopo la surroga del consigliere dimissionario Elio Cipriani - è entrato in Consiglio Nicola Triglia -, il primo scontro si è avuto sulla determinazione delle indennità di funzione agli amministratori. Subito il consigliere Maurizio Castiglioni ha proposto un emendamento affinché tutti gli importi fossero ridotti del 10 per cento, in segno di solidarietà con i contribuenti e in considerazione degli aumenti che sarebbero stati esposti poco dopo. «Le questioni non sono assimilabili poiché il lavoro deve essere retribuito in maniera corrispondente all’impegno. - ha ribattuto il sindaco Francesco Favre - Le risposte che i cittadini si attendono da noi non sono una minima riduzione delle nostre indennità, ma la qualità del nostro lavoro».
«Accolgo queste affermazioni con un certo disagio. Chi in passato si è ridotto le indennità, lo ha fatto per sensibilità nei confronti dei cittadini e la qualità del lavoro svolto non è certo diminuita» ha replicato Carmen Jacquemet. Gli importi lordi mensili approvati, con il voto contrario delle minoranze, sono 3.190 euro per il sindaco (ai quali vengono sommati 700 euro di diaria); 1.750 per il vicesindaco; 957 per ogni assessore; 159 euro per il gettone di presenza dei consiglieri.
Il Consiglio è poi passato all’approvazione delle aliquote dell’Imposta municipale propria - Imu. L’assessore al Bilancio Leo Bréan ha spiegato che - fatta salva l’esenzione per le prime case - si è deciso di allineare le aliquote per le abitazioni al 9,5 per mille, lasciando invariate quelle per il comparto produttivo. Bréan ha ricordato che «alcune aliquote erano state ridotte nel 2020 a ridosso delle elezioni e che tale regime agevolato è stato mantenuto anche nel 2021 ma era obbligatoriamente transitorio e temporaneo poiché, assieme alle riduzioni sull’addizionale Irpef, comportava minori entrate per 400mila euro». «La scelta di ritornare a livelli impositivi più elevati (seppure inferiori a quelli del 2019) è dunque una scelta obbligata per favorire lo sviluppo di Saint- Vincent e mantenere viva la cittadina, anche a beneficio del Turismo», ha detto l’Assessore al Bilancio, precisando che questo adeguamento si concretizza per i cittadini in un esborso mensile fra i 3 e i 10 euro mensili per abitazione.
«Un vecchio adagio popolare recita che nella vita ci sono 2 cose certe: la morte e le tasse. - ha detto Maurizio Castiglioni - Noi rimaniamo convinti che chiedere, oggi, un ennesimo sforzo alla popolazione rimanga un atto irresponsabile in un momento purtroppo già sufficientemente segnato dal “caro vita”. La retorica di essere costretti ad aumentare le tasse per tenere i servizi aperti, poi, non sta in piedi perché le altre principali Amministrazioni comunali valdostane sono riuscite a chiudere i loro bilanci senza aumento di tasse. Le riduzioni a Imu e Irpef approvate nel 2020 furono possibili grazie a risorse dell'ente e non grazie ai fondi Covid, come affermato oggi. Chi era presente in aula quando furono condivisi quei provvedimenti conosce la verità dei fatti. Riteniamo che il bilancio vada riscritto».
La consigliera Carmen Jacquemet ha sottolineato che vi sono persone con un patrimonio immobiliare anche apparentemente consistente ma che necessita di interventi che non ne consentono la messa a reddito né, a causa della situazione di mercato, l’alienazione. Ha poi ribadito che le riduzioni del 2020 non avevano motivazioni elettorali ma erano state il frutto di un percorso durato per l’intera consiliatura: «Se volete alzare le tasse, fatelo ma non dite che è colpa di chi le aveva ridotte precedentemente».
Il consigliere Eric Camos ha ricordato che gli alberghi sono stati esentati dal pagamento dell’Imu nell’ultimo biennio. «Si propende per gli albergatori invece che per la maggioranza delle famiglie di Saint-Vincent. - ha tuonato Eric Camos - L’affitto turistico è un mercato molto presente ed è stato penalizzato dall’emergenza sanitaria forse più degli alberghi, senza peraltro essere esonerato dal pagamento dell’Imu».
«Riportare la tassazione al 2019 è frutto di una scelta consapevole per dare una svolta e riportare Saint-Vincent nella posizione di mercato turistico in cui era all’inizio degli anni 2000. - ha ribattuto la vicesindaca Maura Susanna - Questo è un investimento su ciò che Saint-Vincent può essere».
«Noi mettiamo ogni giorno la faccia su ciò che facciamo. - ha aggiunto il sindaco Francesco Favre - Ciò che abbiamo discusso oggi poteva anche essere affrontato in Commissione quando, invece di formulare proposte, la minoranza si è limitata ad astenersi. Le tariffe energetiche sono triplicate anche per il Comune e mantenere aperta la piscina (che è altamente energivora) comporterà un sacrificio, che però intendiamo affrontare, senza prendere minimamente in considerazione l’ipotesi di una chiusura. In un momento di difficoltà, il nostro compito è creare indotto, anche applicando un lieve aumento all’imposizione fiscale».
«Non possiamo riportare la situazione a 20 anni fa con 2 interventi. I cittadini le difficoltà le hanno ora e gli investimenti del Comune possono essere posticipati. Non sono state date garanzie che con questi aumenti le cose effettivamente miglioreranno» ha concluso Carmen Jacquemet.