Saint-Pierre, verso la proroga del commissariamento Il paese rinvia l’appuntamento con le elezioni

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La notizia della possibile proroga del commissariamento sembra non aver scosso Saint-Pierre. All’ora dell’aperitivo di un normale pomeriggio di inizio estate il borgo è quasi deserto: poche persone in giro - nonostante i bar siano di nuovo aperti e la temperatura sia decisamente gradevole - e soprattutto la sensazione che i rari avventori pensino ad altro.

Al bancone del bar la discussione è monotematica: si parla solo delle riaperture dopo la pandemia e della paura di un nuovo lockdown. Ogni volta in cui si chiede qual è la situazione in Comune e come si vive il commissariamento la risposta è sempre la stessa. “E chi ci va più in Municipio? Quei tre lì, i commissari, non li ho visti mai”.

Qualcuno un po’ più “sul pezzo” c’è, anche se la voglia di parlare di un argomento che rimane piuttosto delicato è pochina. “Guardi, io non so quando finirà questa situazione. - ammette un signore di mezza età che vuole mantenere l’anonimato - I commissari valuteranno se si può tornare alla normalità già in autunno o bisognerà aspettare la primavera del 2022, la verità è che alla gente comune interessa poco. Il mio problema sono i soldi. E’ aumentata l’aliquota dell’Imu, sui giornali si legge di appalti a cifre esorbitanti. Ammetto che anche prima seguivo poco la vita politica del Comune, adesso ci ho messo una pietra sopra”.

L’esigenza di prorogare di altri sei mesi il commissariamento di Saint-Pierre, motivata dalla necessità di completare l’avviato processo di riorganizzazione dell’apparato dell’ente iniziato il 13 febbraio scorso scorso anno, è emersa dalla relazione sull’attività svolta dalla commissione composta Giuseppe Zarcone Laura Ferraris e Diego Dalla Verde. Il documento è stato esaminato mercoledì 26 maggio scorso nell’ambito di una seduta del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica, organismo coordinato dal presidente della Regione Erik Lavevaz.

La scelta che, se confermata, posticiperebbe alla prossima primavera le elezioni comunali. A Saint-Pierre in molti speravano di tornare alle urne a settembre, le ultime notizie dei giorni scorsi hanno raffreddato gli animi di chi - in un modo o nell’altro - si stava muovendo per provare a comporre una lista. Qualche nome spunta dal cilindro - si va dall’ex sindaco Giuseppe Jocallaz a Stefano Celi dell’azienda agricola La Source, senza dimenticare il direttore dell’osservatorio astronomico di Saint-Barthélemy Jean-Marc Christille - però la verità è che c’è pochissima carne al fuoco. “Non c’è stato nessun movimento, zero totale. - ammette Marco Carlin, presidente della locale sezione dell’Union Valdôtaine - Finché non saremo certi del nostro destino è inutile parlare di elezioni”.

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