Saint-Pierre, elezioni comunali a maggio «C’è il rischio che non vadano a buon fine»
Il secondo fine settimana di maggio, quello di domenica 8. È questa la data che si ipotizza in Regione per le elezioni comunali di Saint-Pierre. Ad Aosta stanno aspettando notizie dal Ministero dell’Interno per la chiusura del commissariamento, che avverrà entro la metà di febbraio. In quel fine settimana di maggio oltre che a Saint-Pierre si andrà al voto per il rinnovo del consiglio comunale anche a Valsavarenche, Arnad e Ayas.
Intanto all’ombra del castello fa discutere l’intervista al commissario straordinario Giuseppe Zarcone (incarico condotto insieme a Laura Ferraris e Diego Dalla Verde a partire da martedì 18 febbraio 2020 in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale «essendo stati accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali») pubblicata dal nostro giornale sabato scorso, 22 gennaio. Un dialogo attraverso il quale il Commissario ricorda quanto fatto nei 2 anni di «mandato», auspicando una competizione elettorale vera e chiedendo ai senpiolens di prestare attenzione alla scelta dei candidati, «Per non ricadere negli errori del passato».
«Dopo lo scioglimento del Consiglio comunale mi sono ritirato a vita privata e faccio l'ingegnere a tempo pieno. - racconta l’ex sindaco Paolo Lavy - E’ stata un'esperienza che è finita malamente ed ha avuto anche degli strascichi a livello familiare. Posso dire che i Commissari sono stati sfortunati, hanno dovuto occuparsi anche della gestione della pandemia. Non li ho certamente invidiati, era già difficile costruire un tessuto di relazioni partendo dalle premesse che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale, però senza manifestazioni ed occasioni d'incontro dev'essere stata un'impresa. Io ho sentito gente del paese che era arrabbiata per questa situazione, altri erano disinteressati ed altri ancora totalmente disinformati, tanto che pensavano che fossi ancora Sindaco, insieme ai commissari».
«Mi preoccupa, visto il disinteresse diffuso, il fatto che ci possa essere una lista sola. - afferma Paolo Lavy - Noi 7 anni fa avevamo fatto molta fatica per “chiuderla” ed è andata come sappiamo. La gente si lamenta e critica, però quando bisogna darsi da fare e metterci la faccia non è disponibile. Non si potrà escludere il rischio che le nuove elezioni non vadano a buon fine».
Secondo Daniela Lale-Demoz, che aveva guidato il Comune di Saint-Pierre dal 2010 al 2015, lo scioglimento del Consiglio comunale «non è stata una bella cosa - sottolinea - anche se che non si era manifestato adeguatamente questo malessere legato alla situazione che è venuta a crearsi. Ho letto il vostro articolo e credo che i Commissari abbiano svolto egregiamente il loro lavoro, portando avanti l'amministrazione. Non era pensabile che loro programmassero interventi a lunga scadenza o che richiedevano una conoscenza approfondita del territorio».
«Ritengo che Saint-Pierre abbia bisogno di riacquistare fiducia - suggerisce - e questo si potrà fare con una o più liste civiche senza bollini politici, con persone nuove, che dovranno essere supportate dall'esterno, anche da me, eventualmente, se saranno degni della mia fiducia».
«Io ho chiaramente percepito che la comunità di Saint-Pierre ha risentito parecchio di questa grande ferita. - riferisce il parroco, don Gabriel Bogatu - Vi è una grande diffidenza nei confronti dei Commissari, che non hanno saputo rispondere in maniera soddisfacente, secondo quanto mi hanno detto, alle richieste di alcune associazioni. In questo modo è avvenuta una rottura che probabilmente è la causa di questa freddezza percepita dal Commissario».
«Noi abbiamo avuto due incontri con i Commissari - evidenzia Cristina Esposito, presidente della Pro Loco - e sono stati disponibili e gentili. Essendo fermi per la pandemia non abbiamo avuto la necessità di chiedere nulla.
Spero solo che ritorni tutto alla normalità, poi vedremo cosa fare».