Saint-Pierre, addio a Ernesto Lale Lacroix, il partigiano «Lale»
E' morto martedì scorso, 1° febbraio, nella sua abitazione di Saint- Pierre, l'ex partigiano Ernesto Lale Lacroix, classe 1922.
Combattente per la libertà, venne promosso sul campo dal capitano Andrea Pautasso, detto Bert, della Banda Vertosan.
Ernesto Lale Lacroix, conosciuto come «Netto», venne ferito al Col du Mont; fu poi trasferito nel campo di assembramento di Vierville, in Francia.
Rientrato in Valle d'Aosta pochi giorni dopo la Liberazione Ernesto Lale Lacroix lavorerà alla Cogne dal 1947 per trentuno anni, ai magli del reparto fucinatura. Sposato con Bruna Michaud (sposata nel 1950 e scomparsa nel 2000) con la quale aveva avuto la figlia Carla, Lale Lacroix è stato presidente della Sezione dei Combattenti e Reduci di Saint-Pierre.
La storia
E' circa la metà di maggio del 1944 quando tre giovani di Saint-Pierre - Ernesto Lale Lacroix, Tino Ronc e Vincent Lale Gérard - partono dalla miniera di Ollomont per raggiungere le loro abitazioni. Sono manovali addetti al carico del materiale e nel loro giorno libero scendono per andare a casa. Giunti ad Aosta entrano in città da Saint-Etienne e quando sono in centro un gruppo di miliziani fascisti li ferma. Cosa fanno tre giovani in giro in città invece di essere arruolati nell'esercito della Repubblica di Salò? Loro mostrano i documenti, tutto è in regola perché hanno l'esonero militare considerato che le miniere di Ollomont sono considerate un'azienda di interesse bellico. I fascisti comunque li conducono alla Caserma Chiarle per interrogarli. Arriva la sera e il colonnello che dovrebbe condurre l'interrogatorio non si vede, quindi decidono di lasciarli andare. Per Ernesto Lale Lacroix quell’episodio fu decisivo, gli fece prendere la strada della montagna e della resistenza armata contro il regime e i tedeschi. Nei primi di giugno raggiunse la banda che si stava formando sopra Saint-Pierre, nella zona di Saint-Nicolas e di Vertosan. Ernesto Lale Lacroix era un fante del 64esimo Reggimento Cagliari, nato il 12 marzo 1922 ed arruolato ad Ivrea il 18 gennaio 1942. Di servizio di sorveglianza alla polveriera di Viverone il 10 settembre 1943 viene informato dell'armistizio e rientra a Saint-Pierre in treno. Quindi il lavoro alla miniera di Ollomont e la decisione di diventare un «ribelle», nome di battaglia «Lale». Prese parte a quella che è nota come «la battaglia di Saint-Nicolas». E' l'alba del 30 luglio 1944 quando «Lale», insieme a tre Carabinieri, è di guardia a Cerellaz, da lontano vedono un movimento di macchine sospetto e dopo pochi minuti echeggiano i primi spari. Si tratta di Leone Bichi e di Paolo Minuto, geometra e ingegnere della Sip, che con un mulo carico di scarponi prelevati alla centrale di Villeneuve, stanno salendo per raggiungere la Banda Vertosan. Hanno solo le pistole e sparano sino all'ultima cartuccia prima di essere trucidati. Nel frattempo Ernesto Lale Lacroix corre a Cerlogne per avvertire il comando, ridisceso partecipa alla battaglia sino a quando i partigiani sono costretti a ripiegare dentro il vallone di Vertosan. Il giorno successivo con un centinaio di compagni raggiunge la Valsavarenche e quindi il Col du Mont a Valgrisenche.
La sua postazione è nella caserma della Guardia di Finanza dove i partigiani valdostani operano insieme ai militari francesi. Il 18 settembre, approfittando della nebbia, i tedeschi sbucano davanti alle sentinelle, il loro obiettivo è conquistare il colle. «Lale» aveva montato la guardia di notte e quindi era all'interno, quando viene svegliato dai colpi che ribalzano sui muri. In parecchi scappano, ma Ernesto Lale Lacroix rimane a fianco di sette francesi, asserragliati nell'edificio. I tedeschi tentano di sfondare il portone e riescono a lanciare delle bombe a mano dalla finestra. «Lale» è ferito dalle schegge alla schiena e alla mano, vicino a lui un militare francese ha perso la vita, un altro viene centrato in pieno petto da una raffica. Ernesto Lale Lacroix, raccolte le forze, sale al piano superiore e facendo fuoco con il fucile costringe i tedeschi a ripiegare dietro a un roccione, uccidendone uno. A un certo punto guarda per terra e vede una botola nascosta. Striscia nel cunicolo sul retro, non tanto lontano ma a distanza sufficiente da farlo uscire da quella trappola. Con i compagni rimane nascosto aspettando il buio e con il favore dell'oscurità scende passando per un ampio vallone. I tedeschi che occupavano il colle cominciano a sparare con la mitraglia e per due volte Ernesto Lale Lacroix «fa il morto», balzando poi in piedi e correndo inseguito dalle raffiche.
Ernesto Lale Lacroix viene quindi ricoverato all'Ospedale di Aix Les Bains. Gli tolgono le schegge dalla schiena e riescono a curargli un dito, senza amputarlo. Nel combattimento del 18 settembre 1944 al Col du Mont muoiono in otto, cinque compagni di «Lale» e tre soldati tedeschi.
In tanti gli hanno portato l’ultimo saluto in una bella mattinata di sole giovedì scorso, 3 febbraio, a Saint-Pierre. Ernesto Lale Lacroix lascia la figlia Carla con il marito Ezio Mossoni.