Romano Ranghiasci, una vita al volante dei Tir con la bicicletta nel cuore
Per lui, abituato a guidare i bisonti della strada, la bicicletta era sinonimo di felicità, leggerezza e libertà. Romano Ranghiasci se ne è andato all’età di 84 anni, ma il suo ricordo è nitido in chi dagli anni Settanta in poi, prima del boom della mountain bike, praticava il ciclismo. Infatti, Romano Ranghiasci fondò il Vélo Club Quart e fu presidente della Unlac e della Sezione di Aosta dell’Udace, organizzando diverse cronoscalate, individuali e a coppie, in particolare a Saint-Vincent e a Quart, a cui parteciparono anche numerosi atleti piemontesi, nonché un paio di edizioni del Giro della Valle d’Aosta negli anni Ottanta. Insomma, era un uomo generoso e capace, un vero sportivo pronto a mettersi a disposizione del prossimo. Non a caso, infatti, era pure donatore di sangue dell’Avis. Nato a Feletto Canavese nel torinese il 12 dicembre 1936, Romano Ranghiasci era figlio di Natale, autista di camion, e di Alda Cena che 11 anni dopo gli diedero un fratello, Giancarlo. La famiglia si trasferì ad Aosta nel 1948 e Romano Ranghiasci iniziò a lavorare presto come pasticcere e panettiere. Poi il padre acquistò un autoarticolato e perciò iniziò la sua carriera di autista durante la quale trasportò ogni genere di merce, dal vino ai materiali per l’edilizia. Il 3 giugno del 1961 si sposò con Eliana Bonetti, originaria di Modena, conosciuta nel 1958. Per motivi di lavoro, dopo il matrimonio i coniugi si trasferirono a Rivarolo per 12 anni e nel frattempo nacquero le figlie Monica il 30 aprile 1962, Roberta il 12 maggio 1967 e Nadia il 25 ottobre 1971. Quindi il rientro in Valle d’Aosta, a Quart, e l'impiego come meccanico di camion dal cognato Hermes Bonetti, mancato 2 anni fa, che gestiva tale attività all’Autoporto di Pollein. La pensione giunse nel 1989 ma lui non rimase con le mani in mano e diede un aiuto pure alla moglie che aveva una salumeria nel mercato coperto di Aosta. Dal 1985 abitava in via Promis, nel capoluogo, ed era facile incontrarlo nei paraggi della sua abitazione mentre portava a spasso il suo cane di razza Shar Pei, di colore nero, che si chiamava Jason. Malato da tempo, è mancato venerdì 24 settembre all’Ospedale Beauregard. I suoi cari e gli amici lo hanno salutato per l’ultima volta sabato 25 al Tempio Crematorio.