Rollandin prosciolto dalle accuse E la Regione paga le spese legali
Ammontano a 64mila 831 euro le spese legali sostenute da Augusto Rollandin nel procedimento penale su un presunto giro di corruzione in Valle d’Aosta. Soldi che però verranno rimborsati all’attuale consigliere di minoranza di Pour l’Autonomie, che all’epoca dei fatti contestati era Presidente della Regione e che è stato prosciolto per intervenuta prescrizione. Lo ha deciso lunedì scorso, 10 ottobre, la Giunta regionale della Valle d'Aosta che ha applicato la legge numero 33 del 1995.
Nel maggio 2021, al termine del processo di secondo grado, Augusto Rollandin era stato prosciolto dato che i giudici di Appello avevano derubricato il reato in corruzione «Per esercizio della funzione», dichiarando la prescrizione della vicenda sotto esame. La Cassazione ha reso definitiva la sentenza nel luglio scorso. L'articolo 10 della legge 33 nel 1995 prevede che «I consiglieri e gli Assessori regionali nei cui confronti sia stato aperto un procedimento di responsabilità civile o penale, per fatti o atti compiuti nell'espletamento dei compiti connessi con la carica ricoperta, possono chiedere il rimborso delle spese legali e processuali sostenute, debitamente documentate, salvo nel caso di sentenza di condanna definitiva che ne accerti la responsabilità per dolo o colpa grave». Il rimborso deciso dalla Giunta regionale è stato deliberato perché le spese legali di Augusto Rollandin non sono state coperte da assicurazione.
Altri 2 imputati, l'imprenditore Gerardo Cuomo e l'ex consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero, erano stati condannati in secondo grado a un anno di reclusione ciascuno, con la condizionale, per «Corruzione per l'esercizio della funzione»: nei loro confronti i giudici della sesta sezione penale della Cassazione hanno invece disposto l'annullamento della sentenza con rinvio a diversa Sezione della Corte dAppello di Torino.
Le motivazioni del verdetto
I giudici della suprema Corte annotano a tal proposito che «In caso di assenza della spendita di competenze proprie» da parte Gabriele Accornero «Andrà verificato se i fatti possano essere piuttosto ricondotti nella diversa ipotesi del traffico di influenze illecite».
Inoltre i magistrati osservano che «La rilevata manifesta sproporzione tra la prestazione del privato», il pagamento da parte dell'imprenditore di circa 1.600 euro per lavori edili in casa di Accornero, «E quella del pubblico ufficiale», l'ex manager Finaosta, «Che ha consentito al Cuomo prima di conseguire un locale», un capannone della partecipata Autoporto spa, «Che era legittimamente occupato da un’altra società», la Deval spa, «E poi di ottenere un ingente risparmio per effetto del nuovo contratto stipulato nel 2018 di ben 183.585,35 euro - alla luce dello sconto sui canoni ottenuto ed in rapporto alla durata fissata in 13 anni - impone delle valutazioni che sono del tutto mancate nella sentenza impugnata».
L'annullamento con rinvio, si legge nella sentenza, è volto a «Una verifica degli aspetti relativi alla sussistenza del nesso di corrispettività tra gli atti di ufficio del pubblico ufficiale e la dazione dell'utilità del privato, nonché in ordine alla ricorrenza della competenza funzionale del pubblico ufficiale corrotto rispetto alle attività che hanno costituito l'oggetto dell'accordo corruttivo».
Sempre secondo i magistrati della Cassazione «Le valutazioni della Corte di Appello in merito» al contestato patto corruttivo per concedere al Caseificio valdostano dell'imprenditore Gerardo Cuomo alcuni locali di Autoporto spa «Appaiono prive di coerenza».
Il verdetto ha poi respinto il ricorso dell'ex presidente della Regione Valle d'Aosta Augusto Rollandin contro la sentenza di proscioglimento per prescrizione dall'accusa di «Corruzione per l'esercizio della funzione» emessa dalla Corte d'appello di Torino nel settembre 2021.
La Suprema corte sostiene che le valutazioni dei giudici d'appello «Appaiono prive di coerenza nella parte in cui, da un lato, valorizzano le utilità offerte da Cuomo a Rollandin, consistite essenzialmente nello svolgimento del comizio del predetto politico presso la sede della sua azienda, quale prezzo della corruzione inteso come ampio appoggio elettorale offerto in cambio di una futura acquisizione di vantaggi economici per l'imprenditore dipendenti dalle prerogative pubbliche regionali». Gli stessi giudici di secondo grado, «Dall'altro lato, riconoscono la piena legittimità dell'operato dei 2pubblici ufficiali», ovvero l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin e l'ex manager Finaosta e consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero, «Ridimensionando le anomale pressioni esercitate dai predetti imputati nei confronti degli amministratori delle società controllate dalla Regione Valle d'Aosta per sostenere l'interesse dell'imprenditore a subentrare nella locazione di un immobile locato ad un'altra società», la Deval, «Controllata sempre dallo stesso ente territoriale», Finaosta, «Sebbene si trattasse di determinazioni che rientravano nella competenza esclusiva degli organi deliberativi delle predette società partecipate».
Precisano ancora i togati della sesta Sezione penale della Cassazione: «Le contraddizioni in cui è incorsa la Corte di Appello non possono, però, essere più risolte per la intervenuta prescrizione che non consente di disporre un annullamento con rinvio della sentenza impugnata».