Rogo di Aymavilles: 2 milioni e 270mila euro per i danni e gli interventi di soccorso

Il conto dei danni e degli interventi per l'incendio divampato a Aymavilles lo scorso mese di luglio - il più esteso in Valle d'Aosta degli ultimi 20 anni, con la devastazione di circa 200 ettari di terreno - ammonta complessivamente a otre 2 milioni e 270mila euro. In dettaglio, la relazione dei forestali, ha stimato per i danni idrogeologici e del suolo boschivo la cifra di a 1 milione 132mila euro. L'Arpa, sulla base dei sopralluoghi, ha ipotizzato in circa 30 anni i tempi di ripristino di un ecosistema locale, fondamentale anche per frenare l'erosione e il dissesto. E ha sottolineato l'urgenza di interventi che aiutino la rinascita.

Una parte dell'area colpita rientra in una zona Natura 2000, tutelata dall'Unione europea. Qui il fuoco ha raggiunto prevalentemente erba e arbusti, non alberi. Le fiamme hanno risparmiato un sito archeologico funerario di epoca neolitica.

Sono stati quantificati in 853mila euro i danni alle abitazioni. Le spese di spegnimento, che hanno coinvolto Corpo Forestale, Vigili del Fuoco professionisti e volontari, e visto l'impiego di 3 elicotteri e 1 canadair, ammontano complessivamente a oltre 286mila euro.

Sul fronte delle indagini, la Procura attende nei prossimi giorni la relazione dei periti sulla linea elettrica all'altezza di un traliccio nella scarpata sotto la strada regionale per Cogne. L'ipotesi è che a innescare le fiamme sia stato un guasto, il cui bagliore sarebbe stato ripreso da una telecamera del Comune di Saint-Pierre.

Per questo sono indagati per incendio colposo la partecipata regionale Deval, l'amministratore delegato Giorgio Pession e un dirigente.

C'è poi il filone della gestione dell'emergenza, e di presunte carenze che avrebbero aggravato la situazione. Gli accertamenti riguardano, tra gli altri, Valerio Segor, capo della Protezione Civile regionale, e Alessandro Penco, amministratore delegato della Sky aviation, contrattualizzata per fornire gli elicotteri anti-incendio. In uno dei questi mezzi non avrebbe funzionato il meccanismo del secchio che raccoglie l'acqua da versare sulle fiamme.

Le indagini riguardano anche la fatturazione alla Regione di più ore di volo di quelle compiute.