«Riuscire ad avere una nuova sede con tutti i laboratori di ricerca per noi è la ciliegina sulla torta»

«Riuscire ad avere una nuova sede con tutti i laboratori di ricerca per noi è la ciliegina sulla torta»
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Sarà la volta buona? Dopo oltre vent’anni di idee e proposte, per l’Institut Agricole Régional potrebbe finalmente aprirsi una nuova era. È dei giorni scorsi infatti la sottoscrizione del contratto per l’affidamento del progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione, ad Aosta, di una nuova sede dell’Istituto, ospitata nell’area della ex palestra della Rochère in via Bich. La palestra - nota come palestra della Cerlogne - ra stata chiusa nel 2000, sarà quindi demolita per lasciare posto al nuovo edificio. L’ipotesi di ristrutturarla risale al 2004, le norme sismiche del 2008 avevano portato i costi previsti alle stelle. Alcuni anni fa con la dismissione di alcuni beni immobili regionali l’Institut Agricole si era fatto avanti. Da qui la scelta della Regione.

La nuova sede dovrebbe ospitare - il condizionale è d’obbligo visto che si è ancora in una fase embrionale del progetto - la parte didattica dell’Institut che potrà così ampliare l’offerta del convitto nell’attuale sede e ampliare l’ospitalità degli alunni e i laboratori.

La progettazione della nuova sede scolastica dell’Institut agricole régional è stata aggiudicata al raggruppamento temporaneo di professionisti «Settanta7 Studio Associato, con sede in Torino - S.I.T.E.C. Engineering - Geologo Dario Mori».

Secondo quanto evidenziato dalla Regione la nuova struttura sarà composta da un piano interrato e 3 piani fuori terra e dovrà essere realizzata con stile contemporaneo tenendo conto delle tradizioni locali e dell’eco-sostenibilità. La nuova sede dell’Institut sarà collegata a quella attuale tramite un sottopasso pedonale, già presente.

«Nei giorni scorsi si è svolta una prima riunione con noi, i rappresentanti dell’Assessorato competente e la ditta aggiudicataria del progetto di fattibilità tecnica. In realtà, - riferisce Michele Sigaudo direttore didattico dell’Institut Agricole Régional - vorrei dire che si è trattato di un primo incontro di conoscenza con chi dovrà progettare la nuova sede dell’Institut. I progettisti non sono entrati nello specifico, tant’è che noi non abbiamo visto un progetto, hanno parlato di idee. Di fatto non vi è ancora nulla di già definito. L’incontro è stato utile però per fare capire quali sono le nostre esigenze per poter indirizzare la progettazione e condividere alcune scelte. Si è parlato quindi di ipotesi, di come progettare la struttura con i requisiti energetici, tenendo conto della modularità delle classi - quindi abbiamo fatto presente quali potrebbero essere le nostre esigenze di aule - e di alcuni spazi particolari. Abbiamo altresì necessità di nuovi laboratori che mancano come quello chimico, per dirne uno. Rispetto alle ipotesi progettuali che circolavano in passato, c’è da dire che idee e bozzetti erano diversi per quanto riguarda le esigenze delle aule. Oggi a causa della pandemia bisogna tenere conto del distanziamento e ragionare in altri termini. La società ha proposto alcune soluzioni sicuramente all’avanguardia e utili per una scuola».

Per il presidente dell’Institut Agricole Régional, Piero Prola, «Riuscire finalmente ad avere una nuova sede scolastica con tutti i laboratori di ricerca, è per noi la ciliegina sulla torta. Questo è sicuramente un intervento importante per dare alla scuola quello che si merita alla soglia dei suoi 40 anni che compirà nel 2022. Per noi è diventato fondamentale avere una nuova sede in cui si possa ospitare in maniera adeguata tutte le nostre esigenze, a partire dalle aule e i laboratori di ricerca. Abbiamo sempre richieste in eccesso di studenti provenienti da fuori valle che vogliono iscriversi e per questo motivo, con dispiacere, dobbiamo sempre limitare il numero. La scuola continua a crescere. Questo è il segnale che la scuola, che consente l’accesso all’università, è molto ambita. Ciò significa avere lavorato bene e questo non fa altro che renderci orgogliosi, oltre che farci dire che non abbiamo nulla da invidiare ad altre realtà simili presenti in Italia»..

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