Ritrovati martedì i corpi di Sara Stefanelli e Andrea Galimberti I 2 alpinisti risultavano dispersi da sabato scorso sul Monte Bianco
Sono stati trovati senza vita nel pomeriggio di martedì scorso, 10 settembre, a 4.500 metri di quota i corpi di Sara Stefanelli, genovese, 41 anni, e il comasco Andrea Galimberti, 53 anni, i 2 alpinisti che risultavano dispersi da sabato scorso sul Monte Bianco. Il Peloton de la gendarmerie d'haute montagne di Chamonix ha trovato i corpi - in una buca nella neve - nella zona del «Mur de la Cote» un ripido pendio ghiacciato che porta alla vetta del Monte Bianco sul versante francese.
Gli alpinisti erano stati colti di sorpresa dalle cattive condizioni meteorologiche trovandosi bloccati e senza riparo. Invano il Soccorso alpino valdostano aveva cercato di raggiungerli a piedi: il meteo rendeva impossibile le operazioni.
Andrea Galimberti, 53 anni, ingegnere, era un grande appassionato di montagna. Nella vita si occupava dell'azienda famigliare a Cabiate, nel comasco. Sara Stefanelli, 41 anni, era originaria di Genova, ma lavorava in un ospedale milanese nel reparto di medicina geriatrica. Lui la montagna la conosceva bene, lei aveva sviluppato la passione negli ultimi tempi. Nei primi giorni di settembre erano andati insieme a Breuil-Cervinia, Andrea Galimberti aveva raccontato l'impresa sui social: «Dopo il classico corso di alpinismo tre mesi fa Sara inizia ad arrampicare con me. Davvero tanta roba da subito, in alta quota sul facile non ha problemi anzi va da Dio, e poi “Andre, io ho un sogno da sempre, arrivare in vetta al Cervino!” la guardo negli occhi e ci leggo dentro una passione infinita, grande come la mia».
L’ultimo segnale Gps del loro telefono li posizionava a 4.500 metri di quota, sul «Mur de la Cote». Proprio lì i corpi sono stati avvistati dalla gendarmerie nel primo pomeriggio di martedì. E’ probabile che siano morti per assideramento, e il decesso forse è avvenuto già sabato scorso, in mezzo alla bufera. Le salme sono state portate a Chamonix.
Sono stati recuperati pure i corpi di 2 alpinisti sudcoreani: anche loro risultavano dispersi sulla montagna da sabato scorso, dopo essere stati sorpresi dal maltempo in alta quota. Sfruttando il cielo sereno, i primi sorvoli erano scattati all’alba: prima quelli francesi e poi quelli italiani. L’esito era stato negativo. In alta quota si erano accumulati almeno 50 centimetri di neve fresca negli ultimi giorni, le tracce dei ramponi sul ghiacciaio erano state sepolte.
«Avevamo pensato di lasciare una squadra a piedi sulla vetta - spiega Paolo Comune, responsabile del Soccorso alpino valdostano - con 2 persone che potessero cercare i dispersi . Ma lassù le condizioni sono troppo pericolose, sia per il vento che rende difficile l’operazione sia per la neve instabile che può provocare valanghe».
I gendarmi francesi avevano fatto altri tentativi non appena c’era stata una schiarita, fino a quello decisivo. Erano passate quasi 70 ore dall’ultima disperata chiamata di Andrea Galimberti e Sara Stefanelli, bloccati in mezzo alla tempesta (temperature fino a meno 15 gradi e venti fino a 150 chilometri orari), che chiedevano aiuto da quota 4.600.
Le speranze di trovarli in vita erano pressoché nulle. I familiari però hanno creduto in un miracolo, confidando nell’esperienza dei 2 alpinisti.