«Ritorno al Breithorn», la proiezione del film tra gli eventi valdostani al Milano Montagna Festival
Domenica scorsa, 27 ottobre la Valle d’Aosta è stata protagonista all’interno del prestigioso Milano Montagna Festival in occasione di 2 appuntamenti programmati alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli: il primo ha visto la proiezione del cortometraggio «Etna-Freeride on another planet» con la partecipazione della guida alpina e maestro di sci Shanty Cipolli, con il secondo è stata proposta la proiezione del film «Ritorno al Breithorn» di Dario Tubaldo e Luca Cusani con protagonisti Stefano Fontanelle, pioniere dello snowboard alpinismo nella nostra regione, Ettore Personnettaz istruttore nazionale di snowboard e freerider autore di discese estreme in splitboard, e nuovamente Shanty Cipolli.
In particolare questo secondo appuntamento ha richiamato tante persone in una sala piena anche per assistere alla bella chiacchierata tra Dario Tubaldo, Shanty Cipolli, Luca Cusani e Ettore Personnettaz e la coordinatrice del Festival Francesca Davide.
«Abbiamo seguito Dario in un viaggio personale e profondo, - si legge in una nota del Milano Montagna Festival - un ritorno sui passi del passato per riflettere sulla montagna, i suoi rischi e la sua bellezza. Un viaggio che ci ha raccontato in compagnia di vecchi e nuovi amici». Lo stesso regista, autore e protagonista Dario Tubaldo ha sottolineato nell’intervista: «Questo nostro film cerca di trasmettere i valori dell’amicizia, della passione e dell’amore per la montagna e in particolare della vita che ci può riservare periodi più o meno felici. E’ un viaggio introspettivo che parte da un brutto episodio (la valanga) ma che diventa un percorso di crescita personale, condivisione ed espiazione proprio grazie all’aiuto di amici».
L’incontro che ha seguito la proiezione è stato inoltre utile per approfondire come è stato realizzato il docufilm, la sua idea e lo sviluppo come ha spiegato il regista Luca Cusani: «Abbiamo cercato di scrivere una sceneggiatura che potesse raccontare l’esperienza di Dario sia in prima persona ma anche con un prospettiva esterna e distaccata, questo per permettere a tutti di essere coinvolti visivamente ed emotivamente in questo racconto di vita, di esperienza e di montagna».