Risarcimenti Casinò, annullata la sentenza della Corte dei Conti
La Corte costituzionale ha annullato la sentenza con cui la Corte dei conti nel luglio 2021 ha condannato 18 consiglieri regionali, passati e attuali, a risarcire 16 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta sui fondi pubblici concessi al Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015, quando la casa da gioco era in grave crisi.
Era stata la Regione a ricorrere per conflitto di attribuzione, con l'obiettivo di far valere l'articolo 24 dello Statuto speciale, secondo cui i consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere per i voti dati nell'esercizio delle proprie funzioni.
Nel luglio 2021 la terza sezione centrale d’appello della Corte dei Conti aveva condannato Augusto Rollandin, Mauro Baccega ed Ego Perron a rifondere 2,4 milioni di euro a testa (contro i 4 milioni e 500mila del primo grado). 586.666 euro il risarcimento disposto a carico di Aurelio Marguerettaz e Marco Viérin (era, in origine, di 3 milioni di euro). Stessa cifra per gli altri 13 amministratori - di ieri e di oggi - che hanno dovuto versare all’amministrazione regionale 586.666 mila euro a testa (anziché 807mila). Si tratta di: Luca Bianchi, Stefano Borrello, Joël Farcoz, David Follien, Antonio Fosson, Giuseppe Isabellon, Leonardo La Torre, André Lanièce, Pierluigi Marquis, Marilena Péaquin, Claudio Restano, Emily Rini e Renzo Testolin.
La maggior parte di loro nei mesi scorsi ha versato quanto chiesto alla Regione (tramite le rispettive assicurazioni, un passaggio per nulla facile e scontato), che ora dovrà restituire le somme.
Secondo i giudici costituzionali risulta «evidente che l'approvazione della delibera consiliare del 23 ottobre 2014» che contiene «la ricapitalizzazione» da 60 milioni di euro «della società a totale partecipazione pubblica che gestisce il Casinò di Saint-Vincent, pur dando vita a un atto formalmente amministrativo, costituisce, da parte dei consiglieri regionali, esercizio di una funzione riconducibile a valutazioni di ordine eminentemente politico-strategico, inerenti all'autonomia decisionale dell'organo politico della Regione Valle d'Aosta, in quanto tali esenti da responsabilità, in base all'articolo 24 dello statuto».
All'epoca della votazione della delibera consiliare «si pose la necessità di operare una scelta che presupponesse una valutazione di carattere politico fra fallimento e rilancio del Casinò». E' emerso in questo senso «il rilievo centrale e, per molti aspetti, strategico assegnato all'attività del Casinò di Saint-Vincent, fin dalla sua istituzione, strettamente connessa al riconoscimento del regime speciale di autonomia regionale.
Verso questa peculiare società a partecipazione pubblica sono state indirizzate risorse, in ragione di una sua acquisita tipicità territoriale, cui si collega l'attrattiva turistica e con essa il sostegno all'economia».
Già incassati 8 milioni
La Regione aveva già incassato oltre 8 milioni di euro dai 18 consiglieri regionali, attuali e passati, che erano stati condannati dalla Corte dei conti a risarcire un danno erariale di 16 milioni per aver deliberato la ricapitalizzazione da 60 milioni di euro del Casinò di Saint-Vincent.
Si pone ora la questione della restituzione, dopo l'annullamento da parte della Consulta della sentenza 350/2021 della terza sezione giurisdizionale centrale di appello della Corte dei conti.
«Se la Consulta annullasse la sentenza - aveva detto nei giorni scorsi il procuratore regionale della Corte dei conti per la Valle d'Aosta, Giuseppe De Rosa, - ci sarebbe in primis un problema per la Regione riguardo alla restituzione dei soldi che ha già incassato. Ha già ricevuto oltre 8 milioni di euro, mi sono sincerato che ci sono coperture di bilancio laddove la sentenza 350/2021 dovesse essere annullata».
Emily Rini: grazie ai cattiviEmily Rini, coordinatrice regionale di Forza Italia, dopo che la Consulta ha annullato la sentenza di condanna della Corte dei conti, esprime un «grazie anche a chi, con cattiveria, ha cavalcato questa storia - strumentalizzandola - approfittandosene per screditare le persone coinvolte. Da voi ho avuto il più grande insegnamento: quello di non essere mai come voi. Tutta questa storia mi ha insegnato tanto e il dolore e le difficoltà provate in questi anni dovranno essere trasformati in forza per affrontare meglio le sfide future della vita. Oggi, però, c'è spazio solo per il sorriso». Emily Rini era stata condannata a risarcire 586 mila 666 euro.Mauro Baccega: anni tremendi
«Questa drammatica vicenda nasce nel 2016 quando la Procura della Repubblica mi notifica una imputazione penale per le vicende legate al Casinò e ai finanziamenti, certamente alimentate dai burrascosi Consigli Regionali di quell’epoca. - ricorda dal canto suo Mauro Baccega - Il procedimento penale che coinvolgeva Il sottoscritto ed altri due colleghi oltre all’amministratore unico e il Collegio dei Revisori dei Conti si concluse il 17 gennaio 2018 con assoluzione per tutti gli indagati “perché il fatto non sussiste”.
A febbraio 2018 insieme agli altri colleghi riceviamo le imputazioni della Corte dei Conti per aver agito nella direzione prevista da Leggi Regionali del 2012 e da delibere di indirizzo che volevano salvare il Casinò che viveva un momento molto critico. Non volevamo fare come il Casinò di Campione che ha chiuso per diversi anni lasciando uno strascico di povertà e di sofferenze nelle famiglie.
Quindi il mio personale calvario su questa vicenda inizia nel 2016 e si è concluso l’11 aprile 2022. Sono stati 6 anni tremendi: immediatamente sequestrati i conti correnti, trattenuto il quinto dell’indennità, prima casa sotto sequestro e dopo la sentenza 350 della Corte d’Appello della Corte dei Conti, ogni avere è stato pignorato e l’abitazione in procinto di essere messa in vendita. Nessuno potrà ripagare questi 6 anni di vita impossibile che ha messo a dura prova anche la salute di molti di noi.
Nonostante questo la gente e tanti amici hanno avuto fiducia in me e mi hanno sostenuto riconfermandomi in Consiglio Valle per ben 2 volte, nel 2018 e nel 2020 e adesso le dimostrazioni di vicinanza sono state tantissime.
Ora la sentenza della Corte Costituzionale fa certamente chiarezza sottolineando che la delibera del Consiglio regionale del 23 ottobre 2014, con cui si è disposto l’aumento di capitale della società per azioni Casinò de la Vallée spa, sia espressiva di una scelta di ordine politico-strategico della Regione, orientata a garantire la sopravvivenza della casa da gioco, le cui entrate costituivano e costituiscono entrate regionali.
Ora le cose stanno proprio così, credo che si possa dire che abbiamo agito per il bene della collettività».