Ripristino del nome di Cervinia, il Consiglio ha avviato l’iter. Ma non tutti sono d’accordo

Ripristino del nome di Cervinia, il Consiglio ha avviato l’iter. Ma non tutti sono d’accordo
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Tutti d’accordo, tranne uno. Anzi, probabilmente saranno anche più di uno, a Valtournenche - e nelle sue venti località - a non essere d’accordo sul ritorno ai toponimi che erano in uso fino a pochi mesi fa e che poi sono stati cambiati attraverso un lungo iter conclusosi ad aprile con decreto del Presidente della Regione. O meglio, a non essere d’accordo con il ritorno del nome di Cervinia, la cui sparizione dalla toponomastica ufficiale (dove è rimasto solo Le Breuil) aveva sollevato un polverone di polemiche qualche mese fa. Il polverone si è posato, la notizia è scomparsa dalle prime pagine nazionali e internazionali, ma il nome di Cervinia non è ancora stato ufficialmente ripristinato. Il primo passo per l’avvio dell’iter che rimedierà alla masochistica eliminazione di un nome famoso in tutto il mondo è stato compiuto nella mattinata di ieri, venerdì 8 marzo, dal Consiglio comunale. E qui, appunto, tutti si sono detti a favore della “marcia indietro”. Tranne il consigliere di maggioranza Elmo Meynet, che ha illustrato le motivazioni del suo voto in aula. La sua scelta è stata in realtà compresa da maggioranza e opposizione: Elmo Meynet, dipendente comunale per 32 anni, fino al 2021, e appassionato di storia e tradizioni locali, contribuì fin dal 2011 alla ricerca commissionata dalla Giunta guidata dall’allora sindaco Domenico Chatillard, finalizzata a individuare gli originali toponimi delle varie località di Valtournenche. Quindi il voto espresso ieri in aula ha il senso della coerenza per quanto fatto per lunghi anni e con un lungo, meticoloso, lavoro. «Ho spiegato le mie motivazioni ai consiglieri e ho apprezzato il fatto che tutti hanno rispettato le mie idee. - spiega Elmo Meynet - All’epoca mi era stato dato l’incarico perché conoscevo bene il territorio e avevo fatto, a mio parere un buon lavoro».

Il Consiglio comunale ha dunque preso atto ufficialmente che occorre ricominciare tutto da capo, cioè riavviare formalmente l’iter che si era concluso nell’aprile del 2023 durante la legislatura di Jean-Antoine Maquignaz. Al riguardo le due minoranze - quella guidata da Luciano Maquignaz (gruppo Per Valtournenche e il Breuil) e quella coordinata da Roberto Avetrani (gruppo Votornen Uni) - avevano presentato una specifica mozione che però è stata ritirata poche ore prima della seduta, perché nel frattempo, è stata resa nota la comunicazione ufficiale della Regione, giunta a metà febbraio in Comune, che di fatto consente la ripartenza di tutto l’iter.

«In merito alla richiesta relativa all’autorizzazione alla revoca, della deliberazione numero 21 del 28 aprile 2023, con la quale il Consiglio comunale ha espresso il suo parere favorevole sulle denominazioni di villaggi, frazioni e località proposto dalla Commissione per la toponomastica locale, per l’ufficializzazione delle stesse, si osserva come una tale autorizzazione non possa rientrare tra le competenze del Presidente della Regione, che, nel caso di procedimento avviato dal Comune, si limita all’adozione dell’atto conclusivo del procedimento, quale è il decreto di ufficializzazione della denominazione. - si legge nella nota della Regione - Qualora infatti, il Consiglio del Comune di Valtournenche intenda manifestare una diversa volontà rispetto a quella deliberata nell’anno 2023, anche a seguito del rilievo mediatico che ha assunto la vicenda della frazione Le Breuil, finora individuata come Breuil Cervinia, il Comune dovrebbe riavviare il procedimento di ridenominazione, motivando in ordine alla nuova e diversa scelta rispetto a quella precedentemente effettuata. Nella sostanza, non si tratterebbe di “revocare” la precedente deliberazione consiliare, atteso che quella deliberazione ha costituito l’atto di avvio di un procedimento ormai concluso con il decreto presidenziale, ma di riattivare il procedimento con il primo atto di impulso, la deliberazione consiliare, finalizzato alla modificazione dell’attuale denominazione ufficiale».

«E’ la prima volta che capita un fatto simile in Valle d’Aosta - puntualizza il consigliere di minoranza Roberto Avetrani - Speriamo che ora, prima di giungere a nuove decisioni, ci si confronti prima con i cittadini».

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