Ripresa del turismo e grande caldo, positivo il bilancio dei birrifici valdostani

Ripresa del turismo e grande caldo, positivo il bilancio dei birrifici valdostani
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Gli ultimi dati relativi alla produzione di birra in Italia nel 2021 citano 17,6 milioni di ettolitri, superando i livelli del 2019 (17,3 milioni di ettolitri) ma segnalando anche una situazione di stallo per le birre artigianali, che nella nostra regione sono parecchie, sotto marchi diversi e comunque soggette a un mercato stagionale turistico che quanto riguarda l’estate 2022 si è da poco concluso.

Per tutti i birrifici valdostani il bilancio è però positivo, visto che nel complesso hanno registrato un aumento delle vendite rispetto al 2021 grazie in particolare alla ripresa del turismo e al grande caldo che ha invogliato ad acquistare più birra, anche se all’orizzonte si guarda con preoccupazione alla crescita dei costi di luce e di gas derivanti dalle note vicende legate alla guerra in Ucraina.

Ultima nata, nel 2020, e prima a raccontare la sua estate è la Mont Fleury di Enrico «Chicco» Selmo, che utilizzando i terreni di famiglia coltiva orzo valdostano nei 3 ettari di campi della cascina di Mont Fleury all’ingresso di Aosta. «Le nostre birre - spiega Enrico Selmo - sono di 2 qualità: una bionda di 6 gradi Fill in onore di mio figlio Filippo e un’american IPA di 6,5 gradi chiamata Uccia, per ricordare la bisnonna Pinuccia Pizzigoni. Attualmente per la parte alcolico ci appoggiamo al Birrificio Aosta a Saint-Christophe, ma in futuro vorremmo essere autonomi. Nell’estate 2022 abbiamo riscosso un buon successo in particolare sul mercato turistico, visto che in parecchi cercano le specialità valdostane, tra le quali anche la birra.»

Bilancio positivo pure per il Birrificio Aosta, nato nel 2010 e guidato da Domenico Cavallaro e Fulvio Beata nella sede di Saint-Christophe. «Se confronto i dati attuali con il biennio 2020-2021 la crescita è stata esponenziale, la ripartenza del turismo ci ha aiutato. - sottolinea Fulvio Beata - Il nostro non è un mercato limitato ai residente, ma conta molto sull’afflusso di turisti e quindi siamo molto soddisfatti dell’estate, speriamo ora di avere le stesse conferme per l’inverno. A livello di costi, invece, siamo in forte sofferenza e non riusciamo a invertire la rotta, ormai i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono cresciuti a dismisura.»

Il Birrificio Aosta dal 9 settembre scorso è tra i fondatori dell’ABAN, l’Associazione Birrifici Artigianali Valdostani, assieme al Birrificio B63, al Birrificio Courmayeur Mont Blanc, al Birrificio Verrezziese e a La Bière d’Ayas.

«Rispetto allo scorso anno abbiamo aumentato le vendite del 20 per cento - racconta proprio Michel Becquet, titolare de La Bière d’Ayas - ed avremmo potuto fare anche meglio, ma è finito l’orzo, perciò non abbiamo più prodotto. Vendiamo praticamente la totalità delle nostre birre ai ristoranti, ai bar ed ai negozi della Val d’Ayas.»

Per il Birrificio Verrezziese di Gabriele Rosini invece i numeri sono in linea con il 2021. L’azienda è nata nel 2016 e produce 3 tipi di birra: chiara, ambrata e scura. «Comunque - afferma Gabriele Rosini - l’estate è andata bene, anche se a intermittenza in base all’affluenza turistica. Anch’io in questo periodo ho dovuto fare i conti con il rincaro dell’orzo e dell’energia elettrica. Non mi ha penalizzato troppo producendo dei piccoli volumi, però la differenza rispetto al passato è netta.»

Ha potuto beneficiare di un'annata senza restrizioni il Birrificio B63 di Aosta, che ha come comproprietari Paola Paroncini ed Antonio Pistilli. L'azienda è nata nel 2009, ha un proprio pub in piazza Caveri nel centro cittadino dove propone 10 tipologie di birra e che assorbe circa il 40 per cento della produzione, con la novità di nuovo locale a Martigny in Svizzera. «Siamo molto soddisfatti, abbiamo avuto ottimi numeri. - dichiara Antonio Pistilli, mastro birraio - A partire da febbraio si è lavorato molto bene, sfruttando l'annata l’assenza di chiusure per motivi sanitari ed aumentando le nostre vendite del 30 per cento rispetto al 2021. L'incubo ora sono i rincari, le ultime bollette sono state molto salate, speriamo che venga trovata una soluzione. Il costo dell'energia elettrica, in particolare, ci ha messo in ginocchio.»

Lancia un allarme per le difficoltà nel reperire le materie prime Laurent Miozzi, creatore de Les Bières des Salasses, marchio Chez Drink, e titolare dell’azienda assieme al fratello Didier e al cugino Rhemy Miozzi. «La stagione estiva è andata molto bene, però il problema è quello trovare orzo e luppolo di qualità - puntualizza Laurent Miozzi - anche se oggi non abbiamo incrementato i prezzi, ma saremo costretti a farlo. Nonostante ciò, la produzione è cresciuta tra il 15 e il 20 per cento rispetto allo scorso anno, con un mercato esclusivamente regionale e una forte componente di clientela turistica, considerato che la birra valdostana è ormai un prodotto apprezzato da chi frequenta le nostre località.»

È molto soddisfatto della propria estate Fabrizio Roux, mastro birraio del Birrificio Courmayeur Mont Blanc di Luca Caglianone ed Enrico Serafini, fondato nel 2016. «Siamo contenti per l’intera estate, compreso il mese di settembre, Rispetto al 2021 l’aumento è stato consistente, le vendite sono cresciute del 20 per cento. A darci una grande mano è stato il ritorno di molti turisti soprattutto stranieri, in particolare in quello che è nostro comprensorio di riferimento, Courmayeur e la Valdigne.»

Confermano il bilancio positivo anche le Caves Janin di Arnad, con il loro marchio La Vallaise, che hanno iniziato a produrre la birra nel 2019, da affiancare ai vini ed ai distillati che già vendevano in precedenza. «L’interesse verso le birre artigianali cresce di anno in anno - dichiara Simone Clerin - ed i turisti vogliono bere valdostano, perciò quando proponi un prodotto locale di qualità lo apprezzano. Le nostre vendite nel 2022 sono salite circa del 15 per cento, anche grazie alla nostra campagna di marketing. Al momento roponiamo 3 etichette, 1 sola in fusto e 2 in bottiglia, che distribuiamo a bar e ristoranti in tutta la regione.»

Infine, non dimentica l’importanza del caldo estivo Rémy Charbonnier socio del Birrificio Chaco, titolare de Les Bières du Grand Saint Bernard presenti sul mercato dal 2010. «Le temperature elevate hanno aiutato le nostre vendite che sono andate come speravamo. Il problema ora sono i rincari: la corrente elettrica è aumentata in modo impressionante così come le materie prime, i materiali di imballaggio e le spese per l’edificio di produzione. Per un’azienda piccola come la nostra - precisa Rémy Charbonnier - è un grave danno perché costringe ad aumentare i prezzi. Malgrado ciò, siamo cresciuti del 25 per cento rispetto al 2021, in un mercato che oltre alla Valle d’Aosta arriva anche in Lombardia, nel Vallese e nella Haute-Savoie.»

La Vallaise, Rémy Charbonnier socio del Birrificio Chaco titolare de Les Bières du Grand Saint Bernard e Antonio Pistilli e Paola Paroncini comproprietari

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