Rina Chabod, la maestra della memoria delle scuole di villaggio

Rina Chabod, la maestra della memoria delle scuole di villaggio
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Rina Chabod era la memoria di quelle risate lontane, di quei bambini timidi e imbarazzati nei primi giorni di scuola, di quelle scarpe e di quei vestiti passati da un fratello all’altro, di quelle stanze piccole, con i pavimenti in legno, la stufa sempre accesa, la lavagna nera e le carte geografiche appese alle pareti.

La maestra Rina era nata il 14 aprile del 1929 a Rovenaud, villaggio della Valsavarenche. Il papà Evaristo veniva da Creton, classe 1893, era partito militare nel 1913 ed era tornato alla fine del 1918, la mamma Costanza Dayné era di Rovenaud, figlia di una delle prime guardie del Parco, Mosé Dayné.

Fu proprio la madre Costanza a volere per Rina un destino diverso da tante sue coetanee, credendo che la prosecuzione degli studi dopo le elementari avrebbe aiutato la sua unica figlia. Fu così che Rina vide per la prima volta Aosta, nel breve tragitto che ogni mattina la portava da “lo coven” - il foyer delle suore di San Giuseppe - alla grande “ecoula” dietro al Municipio. Nel 1943 con la licenza media tornò a Rovenaud e non trascorse molto tempo che lei ragazza diventasse la maestra dei bambini. Proprio in quell’anno nacque suo fratello Augusto, di quattordici anni più giovane, purtroppo affetto dalla sindrome di down, e pochi mesi dopo nel 1944 Rina vide il villaggio di Rovenaud circondato da un rastrellamento, dopo che l’esplosione del canale della centrale di Villeneuve voluta dai partigiani aveva causato un morto tra i tedeschi. Fu proprio nella sua casa che dormirono venti uomini della Wehrmacht e lei, con il papà fuggito in montagna insieme agli altri uomini e la mamma con il piccolo Augusto da accudire, resse la situazione con quel carattere forte che sarà il suo pregio. Il mattino, quando partirono, i tedeschi le lasciarono un vaso di miele e un sacchetto di monete per pagare l’ospitalità, nulla nel villaggio venne toccato.

Passarono pochi mesi e Rina diventò maestra. Iniziò a Bois de Clin anche per i bambini di Fenille, poi dopo il matrimonio del 1952 con Lorenzo Chabod di Creton e il trasferimento nella nuova casa, insegnò a Bien e proprio a Creton. Nacquero Adriano nel 1953 e Alma nel 1955, ma Rina non smise mai di insegnare, tanto da essere la maestra pure dei suoi figli. All’epoca - tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta - la Valsavarenche aveva già iniziato a conoscere il significato della parola spopolamento ed anche le scuole di villaggio diventarono sempre meno. A Creton rimasero in sei bambini, provenienti pure da Eaux Rousses, Maisonasses, Bien, Payel e Toulaplana, fino a che tutti gli scolari vennero riuniti nel nuovo edificio scolastico di Dégioz.

Chiuse le scuole sussidiarie, Rina Chabod continuò ad occuparsi delle case di Creton e di Rovenaud, delle sue bestie e dell’orto, ammirato da tutti, delimitato come da tradizione da bellissimi fiori, che servivano per abbellire le cappelle dei villaggi e la grande chiesa, dove lei cantava ogni domenica, arrivando con l’Ape in inverno da Creton e in estate da Rovenaud.

Intanto, Adriano - spinto anche dal vice parroco Luigi Frassy a Valsavarenche dal 1956, poi parroco dal 1963 - frequentò le scuole medie al Piccolo Seminario di Aosta e quindi le Magistrali, con la mamma Rina che proprio in Ape, uno dei primi modelli, scendeva a vederlo, visto che all’epoca il rientro a casa avveniva solamente durante le feste di Natale e Pasqua. Così anche Adriano nel 1972 diventò maestro e allo stesso modo Stefania, la figlia sua e della moglie Nella Dupont, nata nel 1977, è l’attuale maestra elementare di Valsavarenche.

Prima di morire la mamma Costanza affidò a Rina il fratello Augusto e lei, rimasta vedova nel 1996, continuò ad accudirlo fino alla sua scomparsa nel gennaio del 2015. Sorella e fratello abitavano a Rovenaud, nella casa con la stalla sotto, per le mucche di Alma e del genero Sergio, guardia del Parco, e dell’appassionata nipote Susy, moglie di Vilmo Bizel a Morgex. Una casa come quelle dei nostri ricordi, piccola e calda, con l’odore del fieno e del fumo sempre forte, sulla piazza della fontana di Rovenaud, proprio vicina al grande e magnifico rascard seicentesco che a settembre del 2019 bruciò completamente, riempiendo di tristezza gli occhi di Rina.

Tempra forte, non aveva avuto paura a ricorrere a tre protesi - le ginocchia e l’anca - e a un intervento al cuore, per continuare ad occuparsi del suo mondo di Rovenaud. Martedì 25 gennaio Rina Chabod è andata a dormire e non si è più svegliata, così due giorni dopo nella chiesa di Valsavarenche hanno cantato per lei, per la maestra Rina che non aveva mai dimenticato i tanti volti dei bambini della montagna ai quali aveva insegnato a leggere e a scrivere

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