Riforma elettorale, il Consiglio Valle sentirà un costituzionalista
Per capire come procedere con la richiesta di referendum consultivo sulla riforma della legge elettorale regionale della Valle d'Aosta, la prima commissione Istituzioni e autonomia del Consiglio regionale ha deciso di sentire un costituzionalista. «Sarà audito Massimo Luciani, professore di Istituzioni di diritto pubblico all'Università La Sapienza di Roma, al quale chiediamo un parere scritto sui quesiti già posti a suo tempo alla commissione per i procedimenti referendari e la disponibilità a illustrarlo in un prossimo incontro con la prima commissione» spiega Claudio Restano (gruppo misto), presidente della commissione.
La proposta di legge su cui è richiesta la consultazione è stata depositata dal Progetto Civico Progressista in Consiglio Valle. «La Commissione ha deliberato che successivamente sarà sentito nuovamente, per una seconda audizione, il comitato che ha promosso il referendum consultivo. Al termine, saranno fatte le dovute valutazioni e, se del caso, promossi ulteriori approfondimenti. Riteniamo importante acquisire questo parere per mettere il Consiglio - cui spetta l'ultima parola - nelle condizioni di assumere una decisione corretta sotto tutti i profili».
Il disappunto dei promotori
«Un referendum consultivo è un'ottima occasione di partecipazione democratica e darebbe una chiara indicazione per fare una riforma elettorale che è indispensabile. Ma sono in tanti in Consiglio regionale ad avere timore del voto popolare». A scriverlo in una nota è il gruppo consiliare del Progetto Civico Progressista, che esprime «netto dissenso» rispetto alla decisione presa dalla prima commissione del Consiglio regionale di sentire il parere del costituzionalista Massimo Luciani sull'ammissibilità della richiesta di referendum consultivo sulla riforma della legge elettorale regionale della Valle d'Aosta.
«A luglio il Consiglio non aveva voluto prendere nessuna decisione - spiegano le consigliere Chiara Minelli ed Erika Guichardaz -, ora che i tempi stringono perché entro il 15 gennaio comunque una decisione va presa, si cerca ancora di prendere tempo e soprattutto di raccogliere elementi per poter dire no alla consultazione popolare». E aggiungono: «Adesso la proposta è di sentire un parere di un costituzionalista sull'ammissibilità del referendum. Ammissibilità che è già stata dichiarata dalla presidenza del Consiglio, essendo stata espletata correttamente tutta la procedura prevista dalla legge regionale numero 19 del 2003».
«Chi è contrario alla consultazione popolare lo dica apertamente, visto che è il Consiglio che deve decidere e non si nasconda dietro improbabili pareri romani». A scriverlo è il Comitato per la riforma elettorale, promotore della raccolta firme per l'organizzazione del referendum consultivo, che bolla con un «giudizio negativo» la decisione di richiedere un parere sull'ammissibilità del referendum al costituzionalista Massimo Luciani. Per il Cre, si tratta di «una richiesta di consulenza non giustificata, perché l'ammissibilità è già stata dichiarata dalla presidenza del Consiglio, essendo stata espletata correttamente tutta la procedura prevista dalla legge regionale».