Riforma elettorale, il Consiglio Valle boccia la richiesta di un referendum consultivo

Riforma elettorale, il Consiglio Valle boccia la richiesta di un referendum consultivo
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E' stata rinviata alla prossima riunione del Consiglio Valle - in calendario mercoledì 25 e giovedì 26 gennaio - la discussione della risoluzione che impegna la prima commissione a istituire «nel più breve tempo possibile» una sottocommissione per elaborare «entro la pausa estiva una proposta di legge regionale di riforma dell'attuale sistema elettorale e della forma di governo, da approvare entro e non oltre fine anno».

Il documento, firmato dal presidente Alberto Bertin e dai capigruppo della maggioranza, della Lega, di Forza Italia e di Pour l'autonomie, evidenzia come «i programmi elettorali di molte forze politiche in occasione delle elezioni del 2020, prevedevano la necessità di una modifica della legge elettorale vigente, al fine di favorire tra i vari obiettivi una maggiore stabilità dell'azione di governo».

Con 2 voti a favore (Progetto civico progressista), 26 voti contrari e 7 astensioni il Consiglio Valle mercoledì 11 gennaio aveva bocciato l'ipotesi di un referendum consultivo di iniziativa popolare (richiesta presentata dal Progetto Civico Progressista) sulla proposta di legge numero 58 riguardante le norme per l'elezione dell'Assemblea.

Proposta che chiedeva la riforma del sistema elettorale regionale introducendo il principio della elezione diretta della maggioranza e del presidente della Regione, un premio di maggioranza per la lista o la coalizione vincente, e la possibilità di un voto di preferenza per entrambi i generi.

La richiesta, sostenuta dal Comitato per la riforma elettorale con una raccolta firme sottoscritta da oltre 3mila persone, è stata bocciata con i 26 voti contrari di Lega, Pour l'Autonomie, Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine-Vda Unie, Stella Alpina e del consigliere Claudio Restano del gruppo misto e le 7 astensioni dei Federalisti Progressisti-Partito Democratico e di Forza Italia. Unico voto favorevole quello del Progetto Civico Progressista.

«Si decide di non dare la parola ai cittadini»

«Trentatre consiglieri su 35 hanno deciso di non permettere l'effettuazione del referendum consultivo in materia di riforma elettorale.

Ancora una volta si decide di non dare la parola ai cittadini che, secondo quanto ascoltato in Aula, ogni 5 anni con le elezioni regionali danno una delega, praticamente in bianco, ai futuri eletti e non devono nemmeno permettersi di dare la loro opinione su questioni come quella della legge elettorale che deve rimanere di totale appannaggio dei consiglieri».

È quanto dichiarano, in una nota, le consigliere del gruppo Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz e Chiara Minelli, dopo che l'Assemblea regionale ha detto «no» allo svolgimento del referendum consultivo sulla proposta di legge di riforma elettorale.

«Non solo - aggiungono -, durante il dibattito, è emerso il grande fastidio di molti per gli strumenti e le istanze di iniziativa popolare portati avanti dai comitati operanti nella nostra regione e da chi, fuori dal Consiglio, sollecita con forza gli eletti. Si è persa un'occasione importante: per la prima volta in Valle d'Aosta, e non solo, si sarebbe potuto dar corso ad un momento alto e importante di partecipazione popolare, di avvicinamento dei cittadini alle istituzioni attraverso l'iniziativa referendaria prevista dalla legge e dallo Statuto».

«Il bel gioco della democrazia»

«Le regole si scrivono assieme, poi si vota e gli elettori decidono.

Qualcuno vince e governa, qualcuno perde e va all'opposizione. E il bel gioco della democrazia.

L'espressione del Consiglio non limita dunque la democrazia, non umilia nessuno ma ribadisce la centralità delle istituzioni. La contrapposizione tra cittadini e istituzioni è sempre spiacevole e svilente e la lasciamo fare ad altri». Lo scrive, in una nota, il Partito Democratico in merito alla riforma elettorale.

«E' quindi necessario abbassare i toni - prosegue la nota - perché nel frattempo resta la necessità a breve, di un testo condiviso tra più parti possibili che contenga un sistema che garantisca la stabilità, che preveda la rappresentanza di genere e che garantisca una modifica sul tema dell'elettorato passivo, temi questi ampiamente rappresentati nella proposta di legge referendaria.

Da questo punto di vista garantiremo la nostra massima disponibilità nella consapevolezza che una nuova legge elettorale sia indispensabile per consentire il recupero di una preoccupante astensione e per consentire una stabilità delle istituzioni fondamentale per affrontare le complesse sfide che ci aspettano in questa Regione nei prossimi anni».

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