Riconoscimento dell’anzianità maturata, raffica di ricorsi da parte degli insegnanti precari

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«Costituzione in giudizio nei ricorsi promossi innanzi al Tribunale di Aosta, sezione lavoro, da docenti presso una scuola della regione, in materia di contratti di lavoro a tempo determinato». E’ il testo - ricorrente - di una «raffica» di deliberazioni approvate nella mattinata di lunedì scorso, 3 maggio, dalla Giunta regionale. Deliberazioni che comportano una spesa complessiva per alcune decine di migliaia di euro.

Differenze di trattamento

«Lo Snals-Confsal della Valle d’Aosta ha affidato all’avvocato Sacha Bionaz del Foro di Ivrea la tutela dei propri iscritti ancora precari che desiderano ottenere il riconoscimento dell’anzianità maturata. - spiega Alessandro Celi, segretario regionale del sindacato - La giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, sezione lavoro, applica un principio riconosciuto dall’Unione Europea e dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, in base al quale non devono sussistere differenze di trattamento tra personale a tempo indeterminato e determinato».

Per questo motivo, spiega Alessandro Celi, l’insegnante precario «Può presentare domanda per vedersi riconosciuto il diritto di percepire una retribuzione corrispondente a quella di un docente di ruolo con pari anzianità di servizio. Allo stesso modo il docente a tempo indeterminato ha diritto a vedersi riconosciuto l'intero servizio pre-ruolo prestato a tempo determinato». Ed è esattamente quello che è successo.

La Regione ci ripensi

«L’Amministrazione applicando le norme di legge italiane considerate illegittime dalla Corte di Giustizia Europea non riconosce tale diritto ai docenti, per tale ragione occorre presentare ricorso e domanda al Giudice del Lavoro.

Finora, in tutti i contenziosi in primo e secondo grado i Giudici del lavoro hanno accolto le domande dei docenti, con conseguente condanna alle spese dell'Amministrazione.

Lo Snals, unitamente al Savt-École che sta preparando analoghi ricorsi, auspica che, anziché continuare a opporsi alle legittime richieste dei lavoratori, - conclude Alessandro Celi - l’Amministrazione regionale, così come quella statale, riconosca senza difficoltà i diritti degli insegnanti che con il loro lavoro consentono il regolare funzionamento della scuola, in Valle d’Aosta e in Italia».

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