Riapre il magnifico presepe di Serafino Servodidio

Riapre il magnifico presepe di Serafino Servodidio
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Il Natale si avvicina e il presepe più famoso della Valle d’Aosta torna ad aprire le sue porte al pubblico. La straordinaria creazione di Serafino Servodidio sarà visitabile nella sala sotto la microcomunità di Pontey a partire da venerdì prossimo, 8 dicembre, e fino a domenica 7 gennaio con ingresso gratuito tutti i giorni dalle 10 alle 11.30 e dalle 14 alle 17.30. Uno spettacolo da non perdere non solo per chi ancora non lo conosce ma pure per chi, negli anni scorsi, ha già avuto l’occasione di ammirare l’opera del falegname di Pontey e potrà giocare a scovare gli elementi sempre nuovi. Il presepe ambienta la nascita di Gesù Bambino nel paese di Pontey riprodotto in miniatura - così come i principali edifici di architettura rurale del comprensorio, e non solo - con una straordinaria cura dei particolari. A questo si abbina la rappresentazione della vita contadina d’antan, che dona all’insieme una vivacità unica, grazie ai 110 motori che danno vita a 199 movimenti di ben 205 personaggi. «Durante l’anno il presepe è stato visitabile su prenotazione, sempre gratuitamente, e tante persone, soprattutto da fuori Valle, sono venute a vederlo. - dice Serafino Servodidio - I riscontri in vista dell’apertura natalizia sono già positivi: ad esempio mi ha contattato un’agenzia viaggi di Verona per 2 pullman che arriveranno sabato 16 e domenica 17 dicembre. Rimango sempre emozionato dallo stupore che il mio presepe è in grado di suscitare nelle persone. Vengono anche tanti presepisti che mi dicono che la mia opera è unica nel suo genere e questo mi fa molto piacere». L’apprezzamento del pubblico emerge evidente dalle ormai 3.800 dediche del libro dei visitatori, in cui si può leggere l’incredulità dei bambini - incantati dalla magia dell’atmosfera generale e dalle trovate di Serafino, come il mulino che macina veramente la farina e il frate che suona la campana a un comando della voce - e l’emozione delle persone più anziane, che grazie alla raffigurazione della vita di un tempo rivivono ricordi lontani della loro giovinezza. In uno spazio apposito si può ammirare anche il “dietro le quinte” della creazione del presepe, con le tavole dei corsi di cinematismo condotti proprio da Serafino per chi desideri apprendere i segreti dei movimenti dei personaggi.

Sono infiniti i dettagli che si possono ammirare per ore, scoprendone sempre di nuovi: come i bambini che giocano sull’altalena, gli alunni che fanno il girotondo nell’asilo, il coro con i principali abiti tradizionali valdostani, la farmacia ricreata con l’aiuto della farmacista Rosella Ricciardi, la sagra del cinghiale (quest’anno completata e arricchita). E poi il sempre ammiratissimo santuario di Notre Dame de la Guérison di Courmayeur, identico all’originale (riprodotto anche in una delle fotografie sulle pareti, che creano suggestive illusioni ottiche), in scala 1 a 20, mentre la maggior parte degli altri edifici è riprodotto in scala 1 a 30. «Il primo edificio in miniatura che ho costruito, ormai 15 anni fa, era la chiesa parrocchiale ma l’avevo adattata allo spazio del presepe in chiesa, in scala 1 a 50. - racconta Serafino Servodidio - Quando poi ho spostato tutto nella nuova sede espositiva, mi sono accorto che era troppo piccola per la nuova collocazione, così l’ho rifatta più grande». Proprio a proposito di anni che passano, Serafino Servodidio lancia un appello: «Il 20 novembre scorso ho compiuto 80 anni, l’età inizia a farsi sentire e vorrei davvero che qualcuno si facesse carico di prendersi cura del presepe in futuro. Magari un abitante di Pontey di buona volontà. Io ho proposto al Comune di lasciare tutto in dono ma a patto che rimanga aperto e visitabile. Sarebbe il mio regalo alla comunità, che mi ha dato tanto in questi 60 anni vissuti qui. Ho anche avuto proposte da altre regioni, per smontarlo e rimontarlo altrove, ma io vorrei rimanesse qui».

Fino a venerdì 15 dicembre il ponte di Pontey è chiuso al traffico quindi per raggiungere il presepe è necessario passare da Chambave (per chi arriva da Aosta) o da Châtillon.

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