Revisione degli Statuti speciali, scoppia la polemica dopo la consegna della bozza a Giorgia Meloni

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«La bozza di disegno di legge che abbiamo sottoposto all'attenzione del presidente Giorgia Meloni nasce dall'esigenza comune delle Autonomie di recuperare l'esercizio delle competenze già assegnate dai rispettivi Statuti, aggiornandone i limiti, in armonia con i dettami costituzionali, e soprattutto fissando il principio dell'intesa». Lo spiega il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, dopo che martedì scorso, 3 ottobre, a Torino, insieme agli altri presidenti delle Regioni a Statuto Speciale (in occasione del festival L’Italia delle Regioni ospitato nel capoluogo piemontese) ha consegnato al presidente del Consiglio dei ministri la bozza del disegno di legge costituzionale per l'implementazione degli Statuti speciali come declinato dall'articolo 10 della legge costituzionale 3 del 2001 che contempla forme più ampie di autonomia rispetto a quelle già attribuite.

«In particolar modo - spiega il Presidente - l'attenzione delle Speciali è volta all'ampliamento delle competenze in diversi settori quali, a titolo esemplificativo, l'edilizia e l'urbanistica, il governo del territorio, le consorterie e i domini collettivi». E conclude: «Nel documento consegnato al presidente Meloni, da parte dei presidenti delle Speciali, vi è quindi la richiesta dell'apertura di un confronto serio e costruttivo su una tematica che per noi da sempre rimane prioritaria».

Una riunione urgente della prima Commissione sul disegno di legge costituzionale riguardante gli Statuti speciali: è quanto chiede il gruppo consiliare Rassemblement Valdôtain (guidato da Stefano Aggravi) prendendo atto della consegna al Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, della bozza del disegno di legge costituzionale per l'implementazione degli Statuti speciali, avvenuta in occasione della seconda edizione del Festival delle Regioni.

«Un provvedimento che si annuncia particolarmente importante - osservano i consiglieri di Rassemblement Valdôtain - perché riguarda la nostra autonomia speciale e le nostre competenze statutarie.

Ci chiediamo: il Presidente del Consiglio Valle, la Giunta regionale, il Presidente della prima Commissione sono a conoscenza dei contenuti di questo disegno di legge? E perché non è stato coinvolto l'intero Consiglio, che è l'organo rappresentativo della comunità? Auspichiamo che il Presidente della prima Commissione convochi con estrema urgenza una riunione per audire il Presidente della Regione in merito. Su tematiche di questa rilevanza ci vorrebbe maggiore sensibilità e rispetto per gli organismi assembleari».

«Ancora una volta è evidente lo sprezzo per la democrazia dimostrato da Testolin e dalla sua maggioranza». E' quanto scrive in una nota Valle d'Aosta Aperta in merito alla bozza di disegno di legge costituzionale in materia di autonomia e competenza della Regione consegnata alla premier Giorgia Meloni.

«A che titolo il presidente Testolin lo ha fatto? Il consiglio regionale e le sue commissioni non sono stati minimamente coinvolti. Chi ha deciso il contenuto del disegno di legge? L'Union Valdôtaine? La Sicilia? La maggioranza regionale, compreso il Pd locale, mentre a livello nazionale il Pd è critico rispetto alle derive di frammentazione egoistica della Repubblica, è d'accordo o almeno sa di cosa si sta parlando?» si legge nella nota.

Al festival il presidente Renzo Testolin è tornato anche a sottolineare la necessità di raddoppiare il collegamento tra Francia e Italia, anche alla luce dell'importante ruolo svolto dal tunnel del Monte Bianco durante il periodo di chiusura ai tir del traforo del Fréjus per via della frana caduta domenica 27 agosto scorso in Savoia, nella zona della Maurienne.

Per arrivare a dotare il Traforo di una seconda galleria «E’ necessario un intervento statale e un via libera da parte di due comunità internazionali, che possano trovare una sintesi anche magari attraverso il Trattato del Quirinale che tra Italia e Francia ha tracciato una linea di condotta».

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