Reinette, la regina docile: il quinto bosquet regionale riporta il sorriso ai Bonin dopo la strage dei manzi

Reinette, la regina docile: il quinto bosquet regionale riporta il sorriso ai Bonin dopo la strage dei manzi
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Gildo Bonin osserva con orgoglio il nipotino Hervé mettere la cavezza e condurre nel prato per la fotografia di rito la regina regionale di terza categoria Reinette. «E’ una reina docile» dice. Lei si avvia tranquilla e obbediente come un cagnolino e tutti i bimbi le si affollano attorno: non sembra la stessa che solamente poche ore prima domava a cornate le avversarie nel prato dell’arena conquistando il titolo. Per i Bonin si tratta del quinto bosquet regionale. Tornando indietro nel tempo, si aggiunge a quelli di Bronne nel 2019 in prima categoria, di Guerra nel 2017 in terza, di Fleurette nel 2015 e di Mandoline nel 2001 ancora nel primo peso. Insomma, negli anni dispari con le loro reines è meglio non averci a che fare.

«E’ figlia della nostra Macchinetta che nel 2013 aveva fatto una grande battaglia a Jovençan sconfiggendo la futura reina regionale Reinetta dei Frères Quendoz: in onore di quel combat memorabile l’abbiamo chiamata così. - racconta Roberto Bonin - La nonna è Malibù, già reina ad Aymavilles nel 2008 e a Gressan nel 2009, anni in cui alla Regionale conseguì rispettivamente il quinto posto e il premio per la combattività. il padre è un toro di Venise di Aurelio Crétier, seconda alla finale del 2011». Buon sangue, non mente. E domenica scorsa, 24 ottobre, Reinette ha messo in campo tutte le proprie qualità. «L’ultima battaglia contro Baronne è stata davvero sofferta. - prosegue Roberto Bonin - La reina di Davide Grimod non voleva perdere. Reinette dominava, continuava a entrarle al collo, ma l’altra non ne voleva sapere di cedere. Così lo scontro è diventato molto lungo e temevo che alla fine “scoppiasse” la nostra. Invece ha mollato l’altra, che non ne poteva più. Erano comunque entrambe “a fine corsa”, stanchissime. A livelli così alti, la differenza è minima».

Secondo Bonin, però, la svolta del concorso di Reinette è stato il successo nei quarti di finale. «Contro Gitane di Ivan Landry pensavo che sarebbe stato un combat molto difficile invece lei è stata bravissima a risolverlo in breve tempo, risparmiando così fiato per i turni successivi. La battaglia in semifinale contro Negro di Corrado e Stefano Charrier, poi, è stata spettacolare, una delle più belle in assoluto: non lunghissima ma tecnicamente strepitosa».

I Bonin hanno la stalla con una settantina di capi a Les Iles di Gressan. Hanno portato avanti un grande lavoro di selezione i cui risultati si vedono. «Nelle ultime 12 Regionali abbiamo preso 13 campane contando solo i primi 4 posti. - sottolinea Roberto Bonin con orgoglio - Ci vuole anche fortuna, certo, ma dare continuità non è semplice». E il pensiero va ai manzi caduti nel dirupo ad Ayas sabato 28 agosto scorso: dei 40 che si sono sfracellati - spaventati da qualcosa, forse un branco di lupi - 11 appartenevano ai Bonin. «Abbiamo perso per sempre alcune linee genetiche: un danno enorme, un colpo durissimo. - conclude Roberto Bonin - Per fortuna arrivano poi soddisfazioni come queste, che tirano su il morale. Voglio dedicare il successo ai tanti giovani che hanno questa passione: auguro a tutti loro di poter vincere un giorno il bosquet alla Regionale».

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