Raddoppio, la Francia ora deve esprimersi: lo prevede il Piano dei trasporti

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Il tunnel del Monte Bianco fa parte di un articolato ma anche delicato sistema: in svariate occasioni si è assistito a interruzioni, più o meno lunghe, di alcune delle direttrici di attraversamento, con pesanti ripercussioni sul traffico ma anche sull’economia delle aree a nord e a sud delle Alpi.

Questo è il contesto generale all’interno del quale si inserisce l’ipotesi prevista all’interno del Piano Regionale dei Trasporti di costruzione di una seconda canna di sicurezza, per conseguire diversi obiettivi: eliminare i rischi di collisioni frontali; ridurre la possibilità di incidenti autonomi dovuti a lievi sbandamenti dei veicoli, disponendo di maggiori spazi laterali; consentire un rapido e tempestivo intervento dei mezzi di soccorso in caso di incidente, potendo disporre di una corsia di emergenza sempre libera; evitare di chiudere il collegamento in caso di interventi di manutenzione ordinaria, che stanno diventando ormai sempre più lunghi e frequenti, vista l’età dell’infrastruttura.

«Tutto ciò, vale la pena sottolinearlo, - dichiara l’assessore regionale ai Trasporti Luigi Bertschy - senza aumentare minimamente i flussi dei veicoli, che rimarrebbero invariati, e senza aumentare gli impatti sui territori ma consentendo loro di mantenere i livelli di crescita e sviluppo finora ottenuti.

Peraltro, un sistema del tutto analogo è in fase di ultimazione in corrispondenza proprio del tunnel del Frejus, con previsione di apertura al pubblico entro la fine del corrente anno».

Questa linea di intervento del PRT, potendo comportare potenziali effetti ambientali transfrontalieri, ha reso necessario attivare, preliminarmente all’avvio della procedura di VAS-Valutazione ambientale strategica, una verifica di manifestazione di interesse alla partecipazione pubblica da parte dello Stato francese, secondo quanto previsto dalla legge (Norme in materia ambientale) in queste situazioni.

Sono quindi già state trasmesse al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica le necessarie informazioni al fine dell’inoltro al Governo francese. Lo Stato francese entro il termine di 60 giorni dalla notifica del Ministero potrà comunicare il proprio interesse a partecipare al procedimento. In questo caso, dovrà far pervenire le proprie osservazioni entro 90 giorni in merito all’intervento ipotizzato nel PRT.

«Siamo dunque giunti ad una fase politica decisiva che darà la possibilità a tutti coloro che ritengono fondamentale la costruzione di una nuova canna, per mettere in sicurezza il Tunnel e rilanciare la centralità della Valle d’Aosta nell’ambito dei collegamenti internazionali europei, di agire concretamente per sostenere questo progetto nelle varie sedi e istituzioni» conclude l’assessore Luigi Bertschy.

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