Raddoppio del Tunnel del Monte Bianco Matteo Salvini: «Confronto con la Francia»
La doppia canna per il Tunnel del Monte Bianco? Per il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Matteo Salvini «potrebbe rappresentare un'alternativa per attenuare i disagi derivati dalla chiusura del traforo» e «tale soluzione, già prospettata informalmente dalle autorità italiane, potrà essere oggetto di confronto bilaterale nell'ambito delle intese di cooperazione tra Italia e Francia contemplate dal Trattato del Quirinale sottoscritto il 26 novembre 2021». È quanto spiega il Ministro nella risposta scritta al question time presentato nella commissione Ambiente dal deputato valdostano Franco Manes. Per la realizzazione di alcuni lavori di manutenzione, che riguardano il rifacimento della volta, il tunnel tra Italia e Francia dovrà rimanere chiuso per 3 mesi all'anno per i prossimi 18 anni. Nella sua interrogazione, Franco Manes chiedeva di «evitare la chiusura, grazie alla costruzione di una doppia canna» e di «reperire al più presto i finanziamenti per gli interventi di manutenzione del tunnel del Gran San Bernardo», che necessita, anche questo, di interventi di manutenzione urgenti. Nella risposta Matteo Salvini sottolinea che i 2 trafori «sono opere di rilevanza strategica per il paese poiché costituiscono le principali vie che, attraverso le Alpi, assicurano il collegamento ai corridoi stradali di rilevanza europea». E spiega che «le scelte di indirizzo strategico e la definizione delle politiche di gestione sono demandate ad un organismo binazionale rappresentato dalle Commissioni intergovernative (Cig) composte dai rappresentanti dei ministeri dei rispettivi Stati (Italia-Francia per il traforo del Monte Bianco; Italia-Svizzera per il traforo del Gran San Bernardo)».
Le Cig «si avvalgono di un comitato di sicurezza (Consec), composti da esperti che vengono consultati su qualunque problematica in materia di sicurezza dell'infrastruttura e della sua gestione». Se per il Tunnel del Monte Bianco l'impegno è di interloquire con i francesi per affrontare il tema della seconda canna, per il traforo del Gran San Bernardo, per assicurare il finanziamento dei lavori già programmati, «la società che gestisce la tratta italiana ha presentato al ministero una proposta della revisione della Convenzione, attualmente all'esame della Commissione Europea per la verifica di compatibilità alle norme del trattato», spiega il Ministro. Che conclude: «Assicuro che continueremo a seguire con attenzione l'evolversi delle interlocuzioni, ponendo attenzione alle istanze delle autorità territoriali in ordine al rispetto della tutela ambientale e alle esigenze di mobilità dei cittadini». Soddisfazione per Franco Manes: «Una risposta che esplicita una presa in carico dei problemi inerenti i 2 tunnel valdostani da parte del ministero. L'auspicio è che alle parole corrisponda una ripresa, in tempi stretti, di un confronto politico tra le autorità valdostane, francesi e savoiarde per arrivare a soluzioni concrete inerenti il futuro delle 2 principali vie valdostane di collegamento con l'Europa». L'iniziativa «si presenta in linea - specifica una nota - con le azioni già intraprese dalla senatrice Nicoletta Spelgatti congiuntamente al deputato Franco Manes».
Luciano Caveri perplesso«Trovo sempre più singolare e pure nociva la campagna mediatica di Confindustria per il raddoppio del tunnel del Monte Bianco». Lo scrive su twitter l'assessore regionale alle Partecipate e agli Affari europei Luciano Caveri. Venerdì scorso, 27 gennaio, il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi ha lanciato l'allarme da Venezia sulla possibile chiusura per 3 mesi ogni autunno, per i prossimi 18 anni, del Tunnel del Monte Bianco. Per l'Assessore, bisogna «tener conto della necessità politica di trovare una soluzione con la Francia» perché «i tunnel internazionali si fanno in 2».
In particolare a Venezia il Presidente di Confindustria aveva posto un interrogativo - che riguarda il Traforo del Monte Bianco - in relazione alle reti di trasporto utilizzate anche dalle imprese italiane.
«Per la sua manutenzione, nei prossimi 18 anni il Traforo resterà chiuso 3 mesi all'anno. - sostiene - Cosa vuol dire per l'economia italiana e chi se ne deve occupare? Sarà la Regione Valle d'Aosta? No perchè il presidente si è dimesso».
Come stanno le cose? Un incontro
«Da alcuni mesi Confindustria ha avviato una campagna in Italia e nelle Regioni Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria per rilanciare il progetto di raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, in auge un decennio fa, ai tempi dei Governi Berlusconi e del Ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi, e poi accantonato. - si legge in una nota di Rete Civica - Per motivare la necessità di tale opera, Confindustria prospetta esiti catastrofici per l'economia italiana e valdostana a causa dei periodi di chiusura del Tunnel del Monte Bianco che si renderanno necessari nei prossimi anni per realizzare i lavori di straordinaria manutenzione già programmati».
Le cose stanno veramente così? Quale è la politica europea per il trasporto merci attraverso le Alpi? Quali sono state le reali ricadute economiche della chiusura del Tunnel del Monte Bianco nel triennio fra il marzo 1999 ed il marzo 2002? Quale sarà il ruolo futuro del Tunnel del Monte Bianco? Che cosa ne pensano sul versante francese del Tunnel? Quali sono le scelte che deve fare la politica valdostana?
Sono le domande alle quali cercherà di rispondere Rete Civica: «Per affrontare la questione del Tunnel del Monte Bianco», il movimento organizza una conferenza stampa mercoledì 8 febbraio alle 17.30 nel Salone Hôtel des Etats in piazza Chanoux ad Aosta.
Interverranno Sarah Burgay consigliera comunale di Progetto Civico Progressista al Comune di Aosta, Alain Nahmias vice-président Association Respect Site du Mont-Blanc (ARSMB) ed Elio Riccarand del direttivo di Rete Civica.
Saranno illustrati un documento di analisi elaborato da Rete Civica e un dossier sulle principali prese di posizioni sul Tunnel da parte del Consiglio Valle d'Aosta dal 1999 al 2022.
Sindacato preoccupato
Il futuro che si prospetta per il tunnel del Monte Bianco «è fosco» ed «è necessario che con sellecitudine si apra un tavolo di confronto con il governo regionale, al quale si chiede maggiore attenzione sull'argomento». A dirlo è Domenico Crea, segretario regionale della Fit Cisl della Valle d'Aosta, il sindacato dei trasporti, che, in una nota congiunta con la Fim Cisl Vda, il sindacato dei metalmeccanici, si dice «preoccupato per lo stridente silenzio di fronte a questa situazione». Il tunnel del Monte Bianco «con il suo piano di interventi di risanamento totale della struttura spalmato in 18 anni - scrive il sindacato in una nota - rischia di schiantare l'economia valdostana e del nord ovest e con esso il mondo del lavoro».
«Apprezziamo - dice Crea - l'interesse e l'inquietudine esternata dalla Confindustria Vda, ma per il resto il silenzio che trapela ci preoccupa non poco». E fa delle proposte: «Ci chiediamo se non sia opportuno creare una task force tramite la quale convogliare le criticità che dovremo affrontare nei prossimi anni e proporre una valutazione concreta sulla possibilità di raddoppio del tunnel e in caso opposto costruire una cabina di regia che intervenga per arginare le tante difficoltà che si prospettano, ragionando al contempo a garantire quella sicurezza che merita una struttura così importante e con un passato che ci avrebbe dovuto insegnare qualcosa in termini di sicurezza».