Réunion, il congresso fondativo sarà aperto a tutti ma solo chi ha la tessera potrà eleggere i dirigenti
Il lavoro della commissione speciale per la ricomposizione dell’area autonomista è finito. Una ventina di riunioni per produrre il rapporto che la prossima settimana, mercoledì 13 marzo, verrà consegnato ai movimenti rappresentati nel gruppo di lavoro: Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine, VdaUnie Mouv’ e Orgueil Valdôtain. Dopodichè via ai congressi con i quali le singole forze sottoporranno il documento alle rispettive basi. Il passo successivo nel percorso della réunion sarà quindi quello più importante: il famoso congresso fondativo della nuova, grande, Union Valdôtaine, presumibilmente prima di giugno.
Nei giorni scorsi la commissione speciale - presieduta da Sylvie Hugonin - ha raggiunto l’intesa sui contenuti (era facile) e sul nodo tesseramenti ed elezione dei dirigenti (più difficile). In particolare su quest’ultimo punto si è convenuto che il congresso fondativo verrà aperto a tutti. Sarà diviso in due parti. Nella mattinata è previsto il dibattito sui contenuti, al quale potranno assistere e partecipare anche i non tesserati all’Union Valdôtaine. Chi vorrà prendervi parte dovrà però sottoscrivere il manifesto messo a punto dalla commissione speciale, una sorta di carta dei valori, che verrà messa a disposizione nei giorni precedenti il congresso fondativo.
Nel pomeriggio invece è prevista l’elezione dei nuovi dirigenti, e in questa fase però potrà votare solo chi avrà in tasca la tessera della nuova Union Valdôtaine, e la tessera si potrà sottoscrivere il giorno stesso in occasione del congresso fondativo. Novità: ci si potrà iscrivere a qualsiasi sezione, non per forza a quella del proprio Comune. Un modo per superare i dissapori di paese - se non addirittura «in famiglia» - nati dopo le varie diaspore unioniste.
«Vergognoso temporeggiare»«Le forze di governo non intendono modificare le regole elettorali e quindi non vogliono che gli elettori abbiano il diritto di scegliere il Presidente della Regione, la maggioranza che li governerà stabilmente con un programma condiviso e vincolante e soprattutto non essere ostaggio dei continui 'ribaltoni' orditi nel palazzo, come il recente passato tristemente ci insegna». E' quanto si legge in un comunicato del centrodestra (Lega Vda, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Noi Moderati e Udc), riunitosi lunedì sera, che denuncia «il vergognoso temporeggiare del presidente della prima commissione consiliare e di tutta la maggioranza di governo». «Nella scorsa estate, dopo il deposito dei vari progetti di legge di riforma elettorale delle diverse forze politiche valdostane, le forze di maggioranza avevano dichiarato - si legge - il loro preciso impegno ad elaborare in prima commissione una proposta di legge di riforma elettorale regionale entro la fine del 2023. Ad oggi, però, nulla di quanto promesso è stato fatto e addirittura il Presidente della prima commissione risulta scomparso, tranne una dichiarazione a mezzo stampa, secondo cui la legge elettorale non verrà modificata, salvo che non si trovi un accordo politico per approvarla con 24 voti, in modo da evitare il referendum confermativo». Il centrodestra - conclude la nota - «non accetterà il protrarsi dell'inerzia dolosa e/o azioni del governo regionale tendenti a fare solo irrilevanti modifiche alla legge elettorale (quali ad esempio l'aumento delle preferenze) che non consentano agli elettori valdostani di esercitare il loro diritto di scelta e di avere un governo stabile per 5 anni».Doppia preferenza di generePer la Consulta regionale per le pari opportunità, presieduta da Maria Elena Udali, è indispensabile che il legislatore valdostano approvi il prima possibile una legge elettorale che tenga conto della doppia preferenza di genere. Secondo quanto riferito dalla presidente della Consulta, - ieri, venerdì 8 marzo - dei cinque progetti di legge elettorali presentati al Consiglio regionale soltanto due propongono l'introduzione della doppia preferenza di genere. «Abbiamo scelto questa giornata internazionale dei diritti delle donne - spiega Maria Elena Udali - per richiamare l'attenzione sul tema della rappresentanza di genere nelle istituzioni, in attuazione dell'articolo 51 della Costituzione italiana. Nell'ambito delle competenze che ci dà la legge e con il supporto tecnico e giuridico dell'avvocata Arianna Enrichens abbiamo formulato un parere inviato al Consiglio regionale concernente le proposte di legge in materia elettorale in fase di esame». L'obiettivo è di sollecitare il legislatore regionale all'attuazione del principio della pari opportunità nella futura leggere elettorale mediante l'adozione di misure idonee in tal senso. Secondo la Consulta è emerso che tutte le regioni a statuto ordinario hanno recepito nelle proprie leggi elettorali la doppia preferenza di genere, fanno eccezione la Valle d'Aosta, il Friuli-Venezia Giulia (su cui pende un ricorso in materia) e la Sicilia. Per questo la Consulta chiede al Consiglio Valle «che il legislatore preveda meccanismi per garantire la rappresentanza di entrambi i generi anche nella Giunta, attualmente priva di rappresentanza del genere femminile».