Quincinetto e Tavagnasco collaborano per la filiera del legno

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I Comuni di Quincinetto e di Tavagnasco hanno concertato di operare in sinergia per promuovere la filiera del legno italiano certificato, una risorsa importante per i territori collinari e pedemontani del Canavese. Occasione per discuterne è stato il convegno “Cluster Legno Piemonte”, tenutosi nei giorni scorsi nella sala consiliare di Quincinetto e promosso dall’Unione Nazionale delle Comunità e degli Enti Montani (Uncem), dopo aver pubblicizzato l’iniziativa tra i Comuni interessati, associazioni di categoria, imprese, aziende e proprietari di zone boschive. «In accordo con il Comune di Quincinetto - evidenzia Moreno Nicoletta, sindaco di Tavagnasco - abbiamo messo a disposizione 423 ettari di terreno boschivo, altrimenti lasciato all’incuria, dopo aver partecipato a un bando con alcuni privati, così da mirare ad avere legno certificato italiano. Come valore aggiunto di questa operazione si pone la tutela il patrimonio, con il ringiovanimento del bosco previsto dal piano di intervento per i prossimi 20 anni, là dove altrimenti sarebbe stato lasciato a se stesso».

Durante l’incontro, Roberta Benetti, esperta nella gestione del patrimonio naturale, ha rilevato come, nonostante la bravura degli artigiani italiani nel lavorare il legno, la materia prima è importata per oltre il 90 per cento dell’impiego locale dall’estero, soprattutto da Francia, Sud America e Centro Africa, dove però le norme sono spesso poco rispettate e i legnami risultano privi di garanzia. «In Italia i boschi sono tenuti sotto controllo - ha riferito Roberta Benetti - non si corre il rischio di deforestazione selvaggia e proprio il Piemonte, tra le Regioni meglio regolamentate, è del tutto alieno al pericolo di depauperamento del bene forestale, impiegato compatibilmente con la sua ricrescita». E’ vero però che saranno da affrontare altre tematiche: zone montane difficilmente accessibili, frammentazione di aree divise tra molti proprietari privati… da qui la necessità di costituire uno specifico piano forestale aziendale, messo a punto da Comuni ed enti delle Unioni Montane, per un efficace rilancio del legname del territorio.

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