Quelle mitiche partite di calcio e di rebatta Chevrot ha salutato Alan “Lallo” Ravasio
Poche case e tanti prati. Questa era Chevrot negli anni Sessanta, un enorme spazio verde dove i ragazzi potevano scorazzare indisturbati, correndo dietro ad una palla. Quante partite di calcio nascevano in una giornata? Una dopo l’altra, con il terreno de La Cure che sembrava proprio un campo regolamentare dove sognare il Maracanà e provare le punizioni di Mariolino Corso. Alan Ravasio era il figlio di Angiolina Baudin e di Vittorino detto “Toino”, portava un nome strano, come la sorella Maika, da film americani, e per giocare divenne “Lallo”, fisico asciutto, veloce, subito attaccante. Nato il 24 febbraio del 1949, “Lallo” con i suoi viveva a La Fontaine, nella casa con fienile della nonna Marceline Gorraz, al limitare della strada e poi sotto solo verde, fino alla casa dei Bornaz, poi La Cure de Chevrot. “Toino” oltre che occuparsi della campagna lavorava alla Cogne, la mamma Angiolina invece gestiva il distributore di carburante di fronte ai depositi dell’Agraria, in via Clavalité, davanti all’attuale caserma dei Carabinieri.
Tuttavia a Chevrot quel calcio tanto amato era solo il secondo sport. Dopo un inverno a provare i tiri nel fienile contro un telo, la primavera scatenava la passione per la rebatta: in ogni casa era almeno un giocatore. Tutti la praticavano, primo fra tutti l’animatore Renzo Curtaz con la sua famiglia, poi gli Empereur, i Garino, i Bornaz, i Bisson, i Viérin, i Marconi, i Cazzato, i Cuneaz, i Blanchet, i Gorraz, nessuno mancava all’appello della domenica, per indossare quel maglione granata in ricordo del Grande Torino. Così “Lallo” Ravasio diventò bravo in entrambe le discipline e il calcio lo portò adolescente alla Robur, sul campo del cimitero ad Aosta, protagonista di quella grande avventura che portò i rossoblu fino alla Promozione conquistata nella primavera del 1971, quella che era allora la quinta serie e che nella stagione successiva propose le 2 famose stracittadine con l’Aosta retrocessa dalla D. La stagione seguente “Lallo” Ravasio passò proprio all’Aosta, centravanti-ala, per poi fare ritorno alla Robur, nel frattempo diventata Robur- Aymavilles con tante stagioni in Prima categoria fino alla fine degli anni Sessanta. Da allora non mancò mai di sostenere la rebatta di Chevrot, giocò in Prima categoria l’anno che i granata raggiunsero la doppia partecipazione, poi tanti anni in Seconda, in Terza e infine in Quarta, dove fino a prima del Covid era ancora decisivo con qualche suo colpo dei vecchi tempi.
Sposato nel 1973 con l’aostana Elena Raco e papà dal 1978 di Luca, attuale geometra all’Arer, anche “Lallo” Ravasio era entrato alla Cogne dopo avere aiutato sin da ragazzo la mamma Angiolina nel distributore, andando in pensione dal 2005. Aveva costruito la sua casa a La Palud, vicino a quella dei genitori e della sorella Maika, sempre sui terreni della nonna Marceline: ogni mattina prima delle 7 la tappa al Bar Pezzoli era per lui un appuntamento irrinunciabile, dove incontrare gli amici di sempre, poi le commissioni, accompagnato dall’inseparabile cagnolino Romeo, fino a sabato pomeriggio, quando è rientrato da una breve passeggiata e improvvisamente ci ha lasciati. Un fulmine doloroso per l’intera comunità di Chevrot e per il paese di Gressan, che lo aveva visto pure giocatore di bocce nel Le Carreau, tanto che martedì scorso, 11 aprile, tutti erano presenti per salutarlo ancora una volta, rivedendolo sempre sorridente e positivo a fianco alla fontana delle scuole, il suo posto prediletto, con a fianco il piccolo Romeo.