“Quel filo che ci unisce”, quando i figli restituiscono l’amore ricevuto dai genitori

“Quel filo che ci unisce”, quando i figli restituiscono l’amore ricevuto dai genitori
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Venerdì prossimo, 6 agosto, alle 18, nella piazzetta della Libreria Brivio in piazza Chanoux ad Aosta, la caporedattrice della sede Rai di Aosta Alessandra Ferraro presenterà il libro "Quel filo che ci unisce, Un padre e una figlia", pubblicato nel giugno scorso per Edizioni Astragalo. All'incontro, moderato da Corrado Ferrarese, interverrà il sindaco di Aosta Gianni Nuti.

Un libro autobiografico che vuole essere testimonianza, ricordando la celebre locuzione latina “Amor vincit omnia”.

Un padre e una figlia. Un padre ed un figlio. Un filo che si snoda e riannoda, s’interseca, si ricongiunge, si rincorre lungo il cammino della vita. Un filo che neanche la morte può spezzare. Un rapporto che talvolta diventa più forte e carico di amore quando arriva, inaspettata e dirompente la diagnosi di un male incurabile. La malattia rafforza quel legame filiale in una corsa disperata contro il tempo per vivere il quotidiano in tutta la sua pienezza. Una sfida di amore e cura che neppure la malattia può distruggere. E così accade che se fino a quel momento era il padre ad essersi sempre preso cura della figlia, la malattia ribalta i ruoli e sarà la figlia a restituire quell’amore incondizionato al padre. Una storia reale, quella vissuta da Alessandra Ferraro con suo padre Gianni - mancato all’età di 73 anni il 12 ottobre 2019 -, che diventa il filo conduttore di altre storie di padri e figli. Il libro raccoglie infatti la preziosa testimonianza di Gianfelice Facchetti, il figlio di Giacinto la leggenda neroazzurra. Un campione anche fuori dal campo, quando ha incontrato forse la sfida più difficile della sua vita, sempre sostenuto dalla sua famiglia e dai suoi figli. «In questo libro che parte dalla mia esperienza personale - afferma Alessandra Ferraro - alterno la parte autobiografica ai racconti di medici e specialisti che mettono al centro del loro operato la persona. La malattia, peraltro, non deve stravolgere le dinamiche familiari ma bisogna affrontarla tenendosi per mano. In una società “liquida” come quella in cui viviamo, e che è stata segnata dalla devastante esperienza della pandemia di Coronavirus, il messaggio che voglio dare è che quello che conta è prendersi cura degli altri, in primo luogo dei genitori. Nel mio vissuto la fede ha un peso specifico importante ma si tratta di un discorso che può ovviamente affrontare con uguale intensità e sensibilità un ateo. Ed è quello che i figli hanno l’occasione nei momenti più difficili di restituire tutto l’amore e la protezione ricevuti dai genitori quando questi sono anziani, malati e fragili. Per questo motivo ho chiesto a Gianfelice Facchetti di raccontare il rapporto di suo padre Giacinto durante la malattia che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari all’età di 64 anni. Ho poi ho invitato alla presentazione del mio libro il sindaco di Aosta Gianni Nuti per una riflessione etica sul valore di prendersi cura delle persone».

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