Quattro valdostane del Gruppo Giovanile di Protezione Civile sono state al Campo Scuola della Federazione Nazionale di Psicologi per i Popoli
Dopo una pausa di 3 anni, a causa delle restrizioni sanitarie imposte per fronteggiare la pandemia di Coronavirus, è stato nuovamente organizzato, a Marco di Rovereto, in provincia di Trento, il quindicesimo Campo Scuola della Federazione Nazionale di Psicologi per i Popoli, da venerdì 19 a domenica 21 maggio.
La Valle d’Aosta quest’anno ha partecipato con una parte del Gruppo Giovanile di Protezione Civile, ovvero Elisa Caniato, Vittoria Miret e Emilie Praz, tutte 17enni e Beatrice Ranzato, 13 anni. Ad accompagnarle sono stati la presidente Elvira Venturella con il referente del Gruppo Giovanile Massimiliano Alì e i volontari Doris Cassetto e Leo Vidi.
Le ragazze hanno iniziato il loro percorso nel 2010, quando venne creato il gruppo dei Cuccioli di Protezione Civile che allora era composto da bimbi dai 4 ai 6 anni. Dapprima insieme ai volontari dell’associazione e via via crescendo, in modo del tutto autonomo, il gruppo ha assunto il compito di informare e formare i coetanei sulle tematiche di Protezione Civile, quali la conoscenza dei rischi presenti sul nostro territorio e i comportamenti corretti che, in situazione di criticità, è necessario assumere per non rischiare la vita.
«Si parla di campagna di sensibilizzazione alla Cultura di Protezione Civile e si organizzano interventi strutturati nelle scuole, per diffondere le buone pratiche di comportamento. - commenta la presidente Elvira Venturella - È ormai noto, infatti, che, purtroppo, la quasi totalità delle vittime di calamità naturali sono provocate da reazioni inadeguate».
Il gruppo Giovani è intervenuto nel 2019 al Convegno organizzato ad Aosta intitolato “L’impegno del soccorritore nelle situazioni emergenziali”, rivolto a tutti gli operatori esposti ad alto rischio emotivo, portando le proprie riflessioni sul gruppo come fattore di protezione.
In occasione del Campo Scuola è stato a loro riservato uno spazio dove hanno descritto la loro esperienza e riportato le considerazioni maturate in questi anni di isolamento ma anche di ritrovata coesione del gruppo.
La dimensione del gruppo rappresenta, per ogni individuo, un ambiente centrale ed essenziale per la sua crescita e per il futuro inserimento nella comunità.
Le ragazze hanno raccontato come il ritrovarsi, dopo tanta chiusura e mancanza di contatti veri, sia stato fondamentale per riprendere il ritmo della quotidianità, del contatto amicale e del libero scambio di pensiero, però in presenza.
Il leitmotiv che ha guidato la loro esperienza, ed il filo conduttore della presentazione, è stato “Proteggersi a vicenda”, nella condivisione di un obiettivo comune in un clima di serenità, ovvero, avere in mente l’altro, nel rispetto delle reciproche diversità, con la conclusione che «Da soli ci si può sentire inutili ma insieme si fanno grandi cose e ognuno diventa essenziale per il gruppo!».