Quartiere Cogne, petizione di protesta degli inquilini delle Case Fresia basse
Infiltrazioni d’acqua, muffa, spifferi, caduta di calcinacci - anche dai balconi -, crepe e scantinati impraticabili. È lungo l’elenco delle lamentele dei 16 residenti nelle cosiddette Case Fresia basse, in via Gran Paradiso nel Quartiere Cogne, adiacenti all’Ufficio di collocamento, contenuto in una lettera-petizione inviata al presidente dell’Agenzia regionale edilizia residenziale Ivo Surroz e all’assessore regionale alla Sanità, Politiche sociali ed Edilizia residenziale pubblica Roberto Barmasse nonché al presidente dell’Azienda pubblici servizi Carlo Franco, dato che l’Aps era proprietaria degli immobili prima della cessione all’Arer. «Le condizioni delle abitazioni sono fortemente compromesse - scrivono gli inquilini - sia dal punto di vista della struttura sia per quanto concerne i singoli appartamenti. Le gravi carenze sono imputabili alla notevole vecchiaia degli stabili, i quali, in mancanza di una profonda ristrutturazione da parte di ognuna delle amministrazioni che nei decenni si sono avvicendate, hanno subito un progressivo deterioramento e oggi versano in condizioni disastrose». Nella missiva viene ricordato che «Nel tempo sono state fornite diverse versioni sul destino di queste abitazioni da parte delle amministrazioni e degli enti gestori, rivelatesi però infondate. Anche oggi pare che non ci sia chiarezza sul futuro di queste strutture, decretando incertezza e senso di abbandono tra le famiglie residenti». Da qui, la raccolta di firme per sapere se «È intenzione dell’Amministrazione abbattere gli stabili come più volte comunicato ufficiosamente agli inquilini negli anni» e, se sì, in quali tempi e «Quali sono a oggi le azioni concrete, gli atti messi in campo per procedere in questa direzione?». Se invece l’orientamento politico-amministrativo fosse di prevedere ancora l’utilizzo di questi caseggiati come case popolari «Segnaliamo che le loro condizioni sono talmente pessime da necessitare di interventi importanti e urgenti di ristrutturazione per restituire a essi un minimo di decoro e alle famiglie residenti la dignità che meritano». Insomma, un vero e proprio grido d’allarme che i firmatari sperano non cada nel vuoto auspicando che «Si possa aprire un dialogo franco e sincero con l’Ente gestore».
Sulla situazione delle Case Fresia basse aveva presentato una mozione il gruppo di Rinascimento Valle d’Aosta la cui discussione è stata però rinviata alla prossima assemblea cittadina. Tale mozione, rilevate «Le condizioni insalubri per le famiglie che le occupano regolarmente e la frequenza di presenze abusive negli spazi non presidiati e preservati», impegna il sindaco Gianni Nuti e la Giunta «A sollecitare il rappresentante del Comune nell’ambito dell’Arer (Christian Alleyson, ndr) affinché si attivi nel mettere in atto al più presto tutte le iniziative volte alla messa in sicurezza degli edifici “Fresia Basse”, dando avvio ad un piano di interventi che sia definito per qualità, quantità e tempistiche, nel rispetto della dignità delle famiglie direttamente coinvolte e di tutto il quartiere».