Quanto è vicina Parigi

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Le strade in Francia, nella nostra vicina gemella Francia, le strade non sono bloccate dai lavori, perché questi vengono fatti la notte, quando i cantieri aprono la sera e poi chiudono nelle prime ore del mattino per agevolare il traffico diurno.

Nel limitrofo stato del quale conserviamo gelosamente la lingua e con cui parteggiamo la cultura, le strade sono liscie come tappeti, non ci sono buche, i rifacimenti dell’asfalto sono perfetti, non si avvertono scalini, nemmeno sui viadotti.

Nell’incantevole Londra, l’elettricità da dotare alla carica delle auto viene dai lampioni elettrici, dotati di sportellino apposito e accesso alla carica. Non servono nuove colonnine, complicati programmi che possono non funzionare, e spazi appositi da creare.

Basterebbe copiare i nostri vicini senza sprecarsi a farsi venire nuove idee.

Bisognerebbe organizzare con cadenza regolare un viaggio per i nostri politici, nelle zone a noi vicine, come anche le concorrenti di montagna Italiane (Trentino e Friuli) così da prendere spunto sull’accoglienza turistica e sulla gestione della città.

Allo stesso modo ci sono metropoli come Parigi e Amsterdam molto attente al cittadino ciclista, dotate, nonostante il clima non mite, di piste ciclabili che attraversano comodamente tutto il centro urbano, evoluto nel tempo.

Mi arrivano molte mail sulla pista ciclabile di Aosta, di cui potrò scrivere quando avrò tutti gli elementi. Nel frattempo scrivetemi cosa ne pensate e come state vivendo questa nuova rivoluzione aostana, che di sicuro sta togliendo parcheggi, scontentando esercenti e non accontentando proprio tutti i residenti .

Mi aspetto perciò che dicano la loro coloro che la utilizzano e coloro che fanno un uso costante della bicicletta, insieme a chi ritiene che si tratti di risorse tolte ad altre spese più urgenti e necessarie.

Perché sicuramente la Valle d’Aosta ha bisogno di più cultura green, ma anche che questa cultura sappia essere declinata sulle esigenze di una regione montana in cui prevale il freddo e lo spostamento tra una vallata e l’altra.

Parliamone. Avere un patrimonio naturalistico come il nostro, e non rovinarlo, potrebbe essere considerato una nuova forma d’arte. Coltiviamola.

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