Protocolli, polemiche e speranze

Protocolli, polemiche e speranze
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Studenti della Valle d’Aosta sui banchi a partire dal 13 settembre.

Ancora una volta, però, la ripartenza a causa della pandemia non sarà facile: ci saranno regole e protocolli che studenti e docenti dovranno seguire per ridurre al minimo il rischio di contagio. Norme che, come sempre capita in questi casi, hanno scatenato polemiche a livello politico, aperto nuove problematiche (chi controlla il green pass ai professori?), ma anche acceso la speranza che l’anno scolastico 2021-22 possa svolgersi con maggio regolarità rispetto a quello scorso.

La differenza la farà il vaccino. Le previsioni dicono che sarà possibile iniziare la scuola con una percentuale degli studenti tra 12 e 19 anni vaccinati superiore al 50% (mentre scriviamo il 53,1% dei ragazzi valdostani ha ricevuto almeno la prima dose). Secondo i dati disponibili al momento (30/08), inoltre, il 77,6% del personale scolastico risulta vaccinato.

Questa situazione non riguarda solo la nostra regione, ma con numeri leggermente differenti per eccesso o per difetto, tutta l’Italia. Tanto che il Governo ne ha tenuto conto elaborando il protocollo di sicurezza presentato ai sindacati il 12 agosto scorso e sottoscritto dopo un giorno e mezzo. Il punto più controverso riguarda l’ingresso a scuola degli insegnanti non vaccinati: nel testo si legge che questi ultimi potranno ottenere il Green pass in seguito a un tampone che sarà gratuito solo per i professori che non possono vaccinarsi a causa di determinate patologie.

Nel documento si ribadisce che anche quest’anno saranno mantenuti l’obbligo di mascherina dai 6 anni in su, igiene delle mani, turni di ingresso scaglionati e percorsi di ingresso e uscita il più possibile separati. Trovato l’accordo, inoltre, sulle corsie preferenziali per il vaccino riservate ai docenti che ancora non lo hanno fatto.

Inoltre, il protocollo conferma altre norme che erano in vigore l’anno scorso: turni anche in mensa, help desk per i presidi, individuazione referente covid, medico competente per le esigenze delle singole scuole, tavolo di controllo con i sindacati.

Maglie un po’ più larghe, invece, per il distanziamento, complici proprio gli ottimi risultati della campagna vaccinale tra i più giovani: bisognerà sì osservarlo, ma qualora non fosse possibile gli studenti potranno stare anche un pochettino più vicini in caso di aule non sufficientemente ampie (distanziamento flessibile).

Confermato poi l’obbligo di ventilazione incrociata da attuarsi, in mancanza di dispositivi ad hoc, tramite l’apertura delle finestre: «Nelle aule scolastiche – si legge nel protocollo di sicurezza - è opportuno tenere aperte leggermente e contemporaneamente una o più ante delle finestre e/o eventuali balconi e la porta dell’aula in modo intermittente o continuo.

Questa misura può raggiungere la massima efficienza se le finestre, i balconi e le porte si trovano su entrambi i lati dell’aula (ventilazione incrociata) e dovrà essere adottata anche nelle giornate con avverse condizioni meteorologiche, rimodulando la frequenza e i periodi di apertura delle ante di finestre, di balconi e delle porte (che per compensare devono essere più frequenti e per periodi più lunghi) e limitando, allo stesso tempo, l’impatto delle condizioni meteo esterne».

Infine, in caso di contagio a scuola, come l’anno scorso bisognerà tornare a casa e si attiveranno le procedure con la Asl.

Ai vaccinati spetterà una quarantena di soli sette giorni (non più dieci) prima di potersi sottoporre al tampone di conferma e fare rientro in classe.

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