«Proporre con delicatezza ai ragazzi di dedicare la propria vita al ministero sacerdotale»

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Domani, domenica 10 dicembre, si celebra la Giornata del Seminario. La comunità cristiana valdostana si stringe attorno ai propri consacrati e prega “Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”, come invita a fare anche il direttore del Seminario di Aosta don Giuliano Albertinelli. “Proporre con delicatezza e coraggio ai ragazzi, soprattutto a quelli che si preparano alla Cresima anche la prospettiva di dedicare la propria vita al servizio della Chiesa nel ministero sacerdotale. Tornare oggi a parlare esplicitamente ai ragazzi di vocazione sacerdotale come una possibilità da prendere in considerazione sia una cosa necessaria”.

Nella Diocesi sono presenti 79 sacerdoti in servizio pastorale pieno o parziale, con un’età media di 47 anni. Di questi, i sacerdoti diocesani sono 61, di cui 15 a riposo, 2 in servizio fuori diocesi, 44 in servizio con età media di 58 anni, mentre sono 5 i sacerdoti “fidei donum” di altre diocesi in servizio pastorale in Valle, 6 i sacerdoti religiosi che svolgono ministero parrocchiale a tempo pieno e 7 a tempo parziale. I diaconi permanenti sono 19, di cui 4 a riposo. I sacerdoti “in prestito” vengono da diverse parti dell’Italia e del mondo: tra questi, don Grzegorz Piotr Mrowczynski dalla città di Breslavia in Polonia è arrivato ad Aosta e poi ha preso servizio nella parrocchia di Courmayeur; don Ferdinand Nindorera dell’Arcidiocesi di Gitega in Burundi è a Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta; don Gianni di Luca della diocesi di Cassiano allo Ionio che ha appena preso servizio a San Lorenzo (Sant’Orso) e Porossan ad Aosta. Sono due, invece, i sacerdoti diocesani che operano fuori Valle, don Renato Tallone, da Issogne alla diocesi di Novara, e don René Roux, da Aosta a Lugano, dove è rettore della Facoltà teologica.

Un solo seminarista

Ora fa parte del Seminario di Aosta Simone Garavaglia, che è arrivato al penultimo anno della sua formazione alla Pontificia università gregoriana di Roma. Non è più seminarista - avendo già ricevuto il diaconato - Sami Sowes, che affianca don Daniele Frimaire nelle parrocchie di Introd, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges e Valsavarenche, oltre a prestare servizio come Cappellano dell’Ospedale e Maestro delle celebrazioni episcopali.

“Il messaggio che lanciamo è duplice. - spiega il vescovo di Aosta Franco Lovignana - Da una parte il bisogno che la Chiesa ha di sacerdoti per le nostre comunità, perché comunque anche con questa riorganizzazione che noi abbiamo fatto è evidente che la figura del sacerdote rimane significativa, centrale per la vita di una comunità. E’ vero che vogliamo incentivare in tutti i modi una presenza responsabile collaborativa di tutta la comunità, quindi anche dei laici, però è chiaro che il perno torna al quale la comunità ruota è il sacerdote.

Quindi un messaggio è quello di dire: abbiamo bisogno di sacerdoti per il futuro della nostra diocesi”. “L'altro messaggio - continua il vescovo Lovignana - è rivolto alla vita delle persone e delle loro famiglie, in quanto la vocazione sacerdotale può essere per alcuni ragazzi che noi diciamo “chiamati dal Signore” una prospettiva di realizzazione anche del progetto di Dio su di sé. Questo però un ragazzo che si interroga sul suo futuro deve in qualche modo averlo davanti agli occhi. Allora è qui che interviene la famiglia, intervengono le nostre comunità. Oggi purtroppo parliamo poco della vocazione sacerdotale, le nostre comunità offrono un'immagine del sacerdote per lo più molto anziano e quindi lontano in qualche modo dal da quello che può essere stimolante per un ragazzo giovane. E poi nelle famiglie evidentemente pare che questa prospettiva non solo sia in qualche modo non presa in considerazione, ma a volte anche un po’ osteggiata”.

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