Pronto Soccorso in tilt, carenza di posti letto L’allarme dei sindacati: “Intervenire subito”
C’è molta preoccupazione da parte dei sindacati valdostani dopo quel che è successo durante il periodo di Ferragosto all’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta. L’afflusso dei turisti ha evidenziato come all’interno della struttura ci sia un chiaro problema di mancanza di personale e di posti letto. In più, il Pronto Soccorso è andato in “tilt”, e una cooperativa di Bologna è stata chiamata all’ultimo momento per “salvare” la situazione.
«Ultimamente sta succedendo un po’ di tutto e forse un po’ troppo nella sanità valdostana. - dichiara Chiara Pasqualotto, responsabile Sanità pubblica della Cisl, il sindacato che detiene più iscritti all’interno della sanità valdostana - Siamo preoccupati per la situazione e attraverso il nostro sindacato abbiamo sollecitato più volte l’assessore Roberto Barmasse ad intervenire, dando delle indicazioni e cercando una collaborazione per risolvere le problematiche». Per Chiara Pasqualotto, si tratta di problemi che non sono di oggi, solo che ora la situazione è diventata a suo avviso «ingestibile». «Il personale sanitario è sempre meno e quelli che ci sono presentano grande stanchezza. - continua Chiara Pasqualotto - Noi come Cisl non abbiamo mai ricevuto così tante telefonate per chiedere come fare a licenziarsi. Il personale della sanità valdostana è demotivato e la loro professionalità non viene rispettata. Non si tratta solo di una questione economica come sostiene l’assessore Barmasse, sono anni che noi denunciamo questo».
Dello stesso avviso anche Marilena Melidona, responsabile Sanità Uil Fpl. «Il problema è la carenza del personale sanitario, che è ormai allo stremo. - commenta - Per noi è doveroso affrontare la questione con soluzioni rapide e concrete, occorre indire concorsi entro l'autunno per stabilizzare i lavoratori. Il nostro Ospedale un tempo polo attrattivo assiste ormai troppo sovente alla fuga dei professionisti, gli stessi che non si trattengono solo per denaro, ma che chiedono meritocrazia, valorizzazione delle competenze, investimenti in formazione e consolidamento delle abilità acquisite, chiedono autonomia e riconoscimento delle responsabilità a cui ogni giorno fanno fronte». Marilena Melidona della Uil conclude sostenendo inoltre che in Valle d’Aosta ci dovrebbero essere servizi raggiungibili non solo al “Parini” ma anche sul territorio, perché siamo una regione di montagna dove a suo avviso non sempre è facile raggiungere il capoluogo.
Anche per Pietro Trovero, segretario regionale con delega alla Sanità di Fp Cigl, bisognerebbe bandire subito nuovi concorsi. «Siamo preoccupati, - sostiene - ed è da tempo che chiediamo che si facciano i concorsi pubblici. Inoltre, crediamo che ci sia un vero problema di attrattività di personale. L’assessore Barmasse continua a sostenere che si tratta solo di una mera questione di soldi ma per noi di Cigl non è assolutamente così. Il grande limite della nostra regione è il francese». Pietro Trovero sostiene che il francese rappresenta una “pregiudiziale”, e che la prova della conoscenza della lingua dovrebbe essere fatto dopo il concorso e non prima. «Non esiste che chi non passa il francese poi non possa fare il concorso» spiega Pietro Trovero, che torna poi sulle dichiarazioni dell’assessore Barmasse: «Per noi l’Assessore ha una visione limitata perché non si riesce a reperire personale sanitario in Valle d’Aosta nemmeno con le agenzie per il lavoro». Pietro Trovero conclude poi sostenendo che il sindacato Cigl difenderà anche dei dipendenti sanitari che si non vogliono fare il vaccino, che a settembre potrebbero essere sospesi. «Noi abbiamo sostenuto le campagne pro vax ma tuteleremo i dipendenti che non vogliono farsi il vaccino perché è giusto che venga applicata la legge, dove c’è scritto che l’azienda prima di sospendere un dipendente che non vuole vaccinarsi deve ricollocarlo. Ci batteremo perché vengano fatti tutti questi passaggi».
L’esame di francese divide
Di una visione diversa rispetto agli altri il sindacato Savt, dove il segretario responsabile del Savt Santé Umberto Nigra sostiene: «Chi punta il dito contro la prova di francese fa demagogia, e sembra anche dimenticare che noi viviamo nella Regione Autonoma Valle d’Aosta e che la nostra Autonomia è fondata su di un particolarismo culturale e linguistico». Per il sindacato Savt, non è la prova di francese il motivo della “fuga” di medici e infermieri dalla Valle d’Aosta. «Riteniamo sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti - prosegue Umberto Nigra - e dunque vogliamo che in autunno si approvi il nuovo piano sociosanitario, che dovrà dettare con chiarezza le linee guida del futuro della sanità valdostana». Per Umberto Nigra una migliore organizzazione sanitaria improntata su una programmazione di lungo periodo attraverso un piano regionale potrebbe migliorare la situazione. Sulla problematica della poca attrattività della nostra regione riguardo a medici e infermirei Umberto Nigra sembra essere dello stesso avviso dell’assessore Roberto Barmasse: «Se applicassimo in pieno le nostre competenze statutarie con la possibilità di stipulare un contratto di lavoro a livello regionale, probabilmente riusciremmo a dare le giuste risposte a chi oggi lamenta un trattamento contrattuale non corretto». Sentito telefonicamente l’assessore alla Sanità valdostana Roberto Barmasse ha risposto di non voler più entrare in questa polemica che a suo avviso è «campata per aria», che il problema della sanità valdostana è solamente economico e che si risolverà a breve.