Progetto Pila-Couis I, «Un iter sconcertante»
Il progetto Pila-Couis I è giunto al bando di gara per l'aggiudicazione e l'esecuzione dei lavori. Progetto sul quale non ha mai nascosto le sue perplessità Guido Regruto, direttore del comprensorio di Pila dal 1987 al 2006. Di seguito pubblichiamo un suo contributo nel quale sintetizza le sue osservazioni, con una cartina (a destra) che riproduce l’«ipotesi Regruto».
L'intero iter rimane sconcertante per il rifiuto ostinato ad effettuare un confronto rispetto a proposte alternative e anche per le anomalie procedurali che lo hanno caratterizzato: il progetto è stato proposto e pubblicizzato come definitivo (con un importante impegno economico e la collaborazione di Enti regionali), ancor prima di avere ottenuto le autorizzazioni ufficiali necessarie (V.I.A. - valutazione impatto ambientale) per la realizzazione dell'iniziativa.
Mi sembra corretto motivare il mio atteggiamento e lo scopo dei miei reiterati interventi.
Non ho nessun interesse personale, non sono per un NO a prescindere, non ho mai tenuto un comportamento di protesta ma, al contrario, quello di proposta (mai considerato).
Tutti i miei interventi, e non solo in questa vicenda, hanno come obiettivo l'eventuale miglioramento di iniziative volte allo sviluppo turistico della Valle d'Aosta.
Penso che in un progetto si debba valutare oltre che l'intuito del proponente, anche il parere dei fruitori di tale iniziativa. In questo caso sarebbe stato importante consultare le opinioni dei maggiori frequentatori della stazione di Pila, sia in estate (biker) sia in inverno (sciatori ed i numerosi maestri di sci professionisti della neve).
La domanda è: si giudica più funzionale un secondo tronco di impianto che permette la ripetitività di una sola pista (7/15), contrariamente a quanto dichiarato dai proponenti? Oppure un secondo tronco di impianto che servirebbe cinque piste di media difficoltà (7/15, 5, 6, 23 e 24) con un minore impatto sul territorio, l'aggiunta di una nuova pista di rientro, l'accesso ad un nuovo campo scuola di sci molto panoramico e la realizzazione di un'eventuale mini pista di fondo sopra i 2000 metri?
Ulteriori considerazioni: la realizzazione integrale del progetto proposto (3 tratti di telecabina - il terzo al servizio di piste più impegnative) andrebbe a snaturare quella che è stata, da sempre, la caratteristica invernale della stazione di Pila; questa stessa caratteristica viene ancora pubblicizzata sui più recenti dépliant rivolti alla clientela (Pila Snowland: Pila nasce come stazione di sci “integrata sci ai piedi”). Perché barattare questa caratteristica per un presunto aumento di turisti non-sciatori, a fronte di un sicuro innegabile disagio creato agli sciatori (togliere e rimettere gli sci dopo ogni discesa)?
Perché non fare quei sondaggi proposti per garantire una scelta più condivisa, visti anche i notevoli costi di realizzazione previsti, con denaro pubbico?
Sarebbe sufficiente effettuare un sopralluogo sul terreno per evidenziare le criticità citate e successivamente mettere a confronto le possibili varianti. Si rischia, senza effettuare prima più dettagliati piani di fattibilità - studio geotecnico, vincoli ambientali (ZPS) e sostenibilità economica - di non sapere se il collegamento con Cogne sia effettivamente realizzabile.
Questo procedimento di realizzazione progettuale è già stato ampiamente verificato con il trenino di Cogne e, ora, la procedura adottata per il progetto Cime Bianche potrebbe ulteriormente confermare questo approccio discutibile.
Un'ultima domanda: è stato redatto un business plan dettagliato con costi di costruzione ma, soprattutto, di gestione, che certifichi la sostenibilità economica sia dell'impianto funiviario, sia del ristorante panoramico?
Queste e altre osservazioni sono state depositate presso la struttura competente per la valutazione e concessione della V.I.A. al progetto, dopo le varie conferenze dei servizi.
Non ho mai ricevuto alcuna risposta, malgrado le sollecitazioni in vari ambiti regionali.