Progetto Pila-Couis I, Guido Regruto: «In questa vicenda ha semplicemente perso il buonsenso»

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Il 16 maggio è stato pubblicato sul B.U.R. l'accordo di programma riguardante il progetto Pila-Couis I.

Il risultato finale non accontenterà mai tutti, ma sarebbe più accettabile se l'iter procedurale di approvazione avesse seguito dei canoni imparziali, di mediazione, di valutazione e approfondimento delle osservazioni depositate.

Non penso sia sufficiente che il responsabile del procedimento dichiari, in entrambe le conferenze dei servizi, che “ritiene importante sottolineare come la soluzione progettuale presentata sia il frutto di un'attività di concertazione protrattasi nel tempo anche con codesta Struttura (Struttura regionale infrastrutture funiviarie)”.

Ciò non è sufficiente a giustificare la non valutazione e il mancato approfondimento delle osservazioni depositate con proposte alternative presso la Struttura di valutazione di impatto ambientale; tali approfondimenti erano stati richiesti alla Società proponente dal responsabile del V.I.A. e da alcuni funzionari rappresentanti diversi dipartimenti nella conferenza dei servizi.

Ribadisco un concetto: non ho mai sostenuto che non si dovesse realizzare qualcosa, ma semplicemente che si sarebbe potuta realizzare in modo diverso.

I dati, le considerazioni e le motivazioni del progetto originale, le dichiarazioni nei verbali delle conferenze dei servizi (comprese quelle successive alla richiesta di integrazioni), l'iter e il risultato del concorso di idee progettuali per il ristorante panoramico presentano diverse lacune con la possibilità di dimostrarne l'infondatezza.

Sono due gli obiettivi dichiarati dalla Società Pila S.p.A. che motivano la realizzazione del progetto Pila-Couis I: una miglior distribuzione e un miglioramento dei flussi sciistici sul territorio; un futuro collegamento con la località di Cogne (come ribadito e confermato nelle dichiarazioni post-approvazione del progetto).

In riferimento al primo obiettivo non è dimostrabile che la soluzione proposta sia la più funzionale e, quindi, contestabile; nel secondo caso si propone la realizzazione di un tipo di impianto e di un locale sovradimensionato propedeutici a tale collegamento futuro, non avendone verificato a priori l'effettiva fattibilità.

Addirittura, una delle contestazioni che sono state mosse alle osservazioni da me presentate, contraddice palesemente un punto delle conclusioni contenute nella relazione del S.I.F. (Struttura Infrastrutture Funiviarie) riferita a questo collegamento. Si sta ripetendo, con le medesime modalità, la procedura adottata per il collegamento Pila-Cogne con il trenino.

Un esempio palese di realizzazione di infrastrutture “propedeutiche al collegamento con il trenino” è la posa del tratto di binari per collegare la località di Acque Fredde e la stazione intermedia della telecabina a Plan Praz e la costruzione dell'edificio della stazione ferroviaria, mai messi in funzione, nonostante i notevoli costi di realizzazione e di impatto ambientale. Per la cronaca, anche in quel caso avevo segnalato, inascoltato, la possibilità di soluzioni diverse (aprile 1998).

Tutte queste polemiche si sarebbero potute evitare semplicemente accettando un confronto, possibilmente nella fase preliminare di progettazione o, almeno, in quelle successive, ed effettuando un sopralluogo sul territorio, come proposto in diversi interventi.

La mia disponibilità al confronto c'è sempre stata ed è stata ripetutamente dichiarata, ma non è stata mai accolta, quando non apertamente denigrata.

Ci saranno anche dei motivi, mai dichiarati ufficialmente, a giustificazione di tale atteggiamento di rifiuto al confronto nelle sedi opportune. Se questa sarà la risposta definitiva, non rimarrà altro che esporre tutte le proposte alternative e le relative motivazioni in un eventuale incontro pubblico.

In questa vicenda non ha vinto né perso alcuna delle parti coinvolte, ha semplicemente perso il buonsenso. Nelle sedute consiliari sento ripetere che la politica è confronto e mediazione; invece io sintetizzo quello che, a mio avviso, è stato l'atteggiamento tenuto in questa vicenda riprendendo una citazione del Marchese del Grillo: “io so' io, e voi nun siete un c....”.

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